

XV Ischia Film Festival 2017, i Premi assegnati
Immortality miglior lungometraggio, Indivisibili premio del pubblico. A The Invisible City il Premio Bayer Location Negata. Tutti i premiati dalle due giurie ufficiali dell'edizione 2017 dell'Ischia Film Festival.
di Redazione / 03.07.2017
La Giuria Internazionale e la Giuria Italiana dell'Ischia Film Festival hanno scelto i vincitori dei concorsi del XV Ischia Film Festival. La Giuria Internazionale, composta dal cineasta polacco Krzysztof Zanussi, dal regista e sceneggiatore Miguel Barros e dalla produttrice Dagmar Jacobsen, ha così deliberato:
Ischia Film Award al miglior lungometraggio
IMMORTALITY di Mehdi Fard Ghaderi
Motivazione della giuria: Diamo a questo film il premio per il miglior lungometraggio per l'uso coraggioso di una singola location in una singola ripresa. Oltre la sua maestranza, riconosciamo che sia un film ben scritto e recitato, il cui scopo è quello di fornire un affresco unico dell'Iran moderno. Che successo!
Menzione speciale a:
Premio Castello Aragonese alla migliore regia
Alessandro Aronadio per il film ORECCHIE
Motivazione della giuria: Premiamo mr. Aronadio per la miglior regia perché crediamo che il suo film usi umorismo tensione ed immaginazione in modo ben bilanciato, il racconto procede con passo ritmico ottenendo un film davvero ben costruito.
Premio Epomeo alla fotografia cinematografica
Rocco Marra e Roberta Allegrini per il film CAINA
Motivazione della giuria: Noi consideriamo la cinematografia di Caina uno specchio fedele della crudeltà e la mancanza di empatia che il film stesso denuncia. L'inquadratura mantiene le distanze, the videocamera osserva semplicemente. Le immagini sono grigie, incostanti, scure, senza luce, senza speranza.
Premio Aenaria alla migliore scenografia
George Thomson per il film LE MONDE DONT ON REVE N'EXISTE PAS
Motivazione della giuria: La scelta del paesaggio- una natura incontaminata nella quale le persone hanno ancora il tempo di vivere in contrasto con un appartamento moderno in una città caotica- è perfetta per raccontare la storia di un mondo in fuga.
Ischia Film Award al miglior cortometraggio
SELFIE di David M. Lorenz
Motivazione della giuria: Premiamo questo film per il miglior cortometraggio per l'uso preciso di tecnologie moderne, per l'uso intelligente del montaggio parallelo e per l'uso chiaro e lungimirante del discorso cinematografico in un tempo così limitato. Che colpo di scena!
Menzione speciale a:
IL SILENZIO di Farnoosh Samedi e Ali Asgari
THE TRANSFER di Michael grudsky
Motivazione della giuria: Abbiamo deciso di conferire le menzioni speciali per questi due cortometraggi eccezionali che sottolineano il bisogno di comunicazione in una società così aggrovigliata. Entrambe le opere, nonostante molto differenti, offrono una chiara dichiarazione di principi espressi in modo forte e possente.
La Giuria Italiana, composta dal critico cinematografico Gianni Canova, dal giornalista Franco Dassisti e dalla costumista Daniela Ciancio, ha così deliberato:
Ischia Film Award al miglior documentario
UNWANTED HERITAGE di Irena Skoric
"La maturità di una società può essere misurata dal rapporto che instaura con l'eredità del suo passato". Suona pressapoco così la frase dell'architetto Tomislav Premerl che apre questo film. Un minuzioso lavoro di ricostruzione di un rapporto con un'eredità artistico-monumentale scomoda, che la regista Irena Skoric, per ragioni anagrafiche non compromessa con quell'epoca, fa partire da un gioco: completare un album di figurine dei monumenti della ex Jugoslavia di Tito. Testimoni muti di un passato che era "quotidiano" per molte generazioni, ora negletti o abbandonati. E così, "ce l'ho, mi manca", la regista ci racconta il rapporto che la gente e il territorio della Croazia, hanno mantenuto con quella Storia. E perché è importante non distruggerne i segni, soprattutto quelli di valore artistico, capaci più di altri, di raccontare un'epoca. Per non diventare come chi, per furia iconoclasta, distrugge capolavori dell'umanità come quelli di Palmira.
Menzione speciale a:
UN ALTRO ME di Claudio Casazza
Spesso i documentari si accontentano dell'urgenza del "cosa" raccontare. Claudio Casazza in Another me si interroga invece anche e soprattutto sul "come" raccontare. Il suo film non solo si (e ci) immerge nell'universo disturbato dei detenuti per reati sessuali nel carcere di Bollate, ma rompe i canoni naturalistici del linguaggio cinematografico ed usa in modo originale la sintassi filmica (dal fuori fuoco al dettaglio) per trovare una forma che chiami in causa lo spettatore e lo interroghi su quello che vede. Da questo punto di vista, grazie alla forma creata dal film, il titolo – in qualche modo – tutti ci riguarda. Another me è, in fondo, ognuno di noi.
BAYER Award Location Negata
THE INVISIBLE CITY [KAKUMA] di Lieven Corthouts
Motivazione della giuria: Kakuma significa "Niente". Infatti Kakuma è una città fantasma, cresciuta nel nulla, e diventata in poco tempo luogo di speranza e sofferenza. Il regista Lieven Courthouts, seguendo con una spiccata vena poetica le vicende di una bambina di 8 anni, ci regala immagini che rimandano a film apocalittici e ai dipinti di Van Gogh. Che qui hanno le sembianze geometriche dei tetti, tutti uguali, di un'immensa macchia d'olio che accoglie i profughi in fuga dalle zone di conflitto intorno al Kenia. Bambini inviati da genitori stremati. Ma i bambini hanno una marcia in più e, contro ogni previsione, si rialzano, si organizzano, e costruiscono il loro futuro. Nel bel mezzo del nulla.
"Kakuma significa "Niente". Infatti Kakuma è una città fantasma, cresciuta nel nulla, e diventata in poco tempo luogo di speranza e sofferenza. Il regista Lieven Courthouts, seguendo con una spiccata vena poetica le vicende di una bambina di 8 anni, ci regala immagini che rimandano a film apocalittici e ai dipinti di Van Gogh. Che qui hanno le sembianze geometriche dei tetti, tutti uguali, di un'immensa macchia d'olio che accoglie i profughi in fuga dalle zone di conflitto intorno al Kenia. Bambini inviati da genitori stremati. Ma i bambini hanno una marcia in più e, contro ogni previsione, si rialzano, si organizzano, e costruiscono il loro futuro. Nel bel mezzo del nulla".
Kakuma è in Kenia ed è il più grande campo profughi del mondo, per popolazione una delle più grandi città africane, pur senza essere una città, ma un non luogo dove centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini aspettano, nella speranza di poter avere un futuro. Corthouts è rimasto tre anni nel campo per girare questo straordinario documento sulla più grande emergenza umanitaria di sempre e che coglie in pieno lo spirito del Bayer Award Location Negata.
"Trovo che sia importante che un film che parla di rifugiati in Africa sia stato premiato ad un festival in Italia, specialmente al momento attuale" ha scritto il regista nella lettera di ringraziamento inviata al festival. "Questo film ci ricorda che molti paesi in Africa stanno affrontando una situazione simile, in alcuni casi peggiore, di quella che ci troviamo ad affrontare in Europa. Nessun paese può risolvere questa crisi da solo. La responsabilità, all'interno dell'Unione Europea, deve essere condivisa. Gran parte dei rifugiati nel mondo sono minori non accompagnati, che hanno perso i contatti con i loro genitori e le loro famiglie durante situazioni di conflitto o la fuga del loro paese.
Nel campo rifugiati di KaKuma, con l'aiuto dei ragazzi abbiamo creato una app per riconnettere famiglie che si sono separate. La app è stata testata a Karuma ed è stata donata gratuitamente alla Croce Rossa internazionale, che si occupa di ricongiungimento familiare".
Daniele Rosa, direttore della comunicazione di Bayer Italia, ha dichiarato durante la premiazione:
""Sono molto felice che abbia vinto questo film. Nel 2050 saremo 10 miliardi e con meno della metà dei terreni coltivabili. Una delle grande scommesse di una multinazionale come Bayer è quella di cercare prodotti che possano curare e sfamare queste persone. Vedere questo film e vedere quanta ricerca abbiamo alle spalle, ci dice anche quanta ancora ne abbiamo davanti. A volte il marketing ha ritorni più importanti di quelli diretti, sono ritorni artistici, culturali, sociali. Ed è quello che dovremmo fare più spesso. E che con Bayer facciamo".
A proposito di immigrati e profughi, poi, Rosa ha aggiunto. "Vedendo questo film mi rendo ancora più conto di una cosa: l'Italia dovrebbe ricevere il premio Nobel per la pace, sta facendo qualcosa di incredibile per i migranti".
Menzione speciale a:
Marco D'Amore per l'interpretazione del cortometraggio UOMO IN MARE di Emanuele Palamara
Motivazione della giuria: A Marco d'Amore, intenso protagonista di Uomo in mare. La scelta di un uomo comune di stare dalla parte del diritto e collaborare con la giustizia, si rivela una gabbia che piano piano toglie certezze, affetti e il senso stesso della vita. L'attore interpreta questa discesa agli inferi con progressiva e crescente sofferenza, creando una location dell'anima tormentata e un'empatia con lo spettatore che ne condivide motivazioni e percorso.
Premio Augustus Color
MARY MOTHER di Sadam Wahidi
Motivazione della giuria: Un luogo/non luogo. Una terra di nessuno. Un paesaggio devastato dalla guerra, ma anche il cuore dolente di una madre in pena per la sorte di un figlio soldato in una città dell'Afghanistan caduta sotto i Talebani. Fra tutti i film della sezione Location negata, Mary Mother e quello che ha con i luoghi il rapporto più straziante: quasi una storia d'amore impossibile fra una donna e una terra che non è più possibile amare…chi ha fatto un film così merita fiducia e appoggio perché possa ancora esplorare i suoi mondi e farli diventare i tutti.
IIF Audience Award
INDIVISIBILI di Edoardo De Angelis
Con una media voto da parte del pubblico dell'Ischia Film Festival di 4,7 su 5.
EDOARDO DE ANGELIS E JASMINE TRINCA
Tra gli ospiti della penultima giornata spiccano Edoardo De Angelis e Jasmine Trinca.
Edoardo De Angelis si gode i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti da Indivisibili e a Ischia, a margine della presentazione del film, ha confessato uno dei suoi desideri. "Mi piacerebbe molto confrontarmi con il linguaggio delle serie televisive. Lo trovo affascinante e dal grande respiro narrativo, come ha dimostrato anche Paolo Sorrentino con The Young Pope, che mi è piaciuta moltissimo. E ho trovato molto bella anche The Night of, il personaggio di John Turturro mi ha ricordato molto il mio Perez".
Jasmine Trinca, dopo il premio per la migliore interpretazione a Cannes nella sezione Un Certain Regard per Fortunata di Sergio Castellitto, che l'attrice ha presentato al pubblico del festival, ha aperto più di uno spiraglio su un'evoluzione futura della sua carriera. "Dopo avere lavorato nei film Giorgio Diritti e Valeria Golino sono cambiata. Sono successe anche molte cose nella mia vita, ho perso mia madre e sono diventata madre, in ogni caso il rapporto con il mio lavoro si è evoluto, so che ho bisogno di altro. La regia non credo sia nelle mie corde, per come sono fatta credo che scrivere sceneggiature sarebbe l'ideale".