Marina Vlady
Scheda di Marina VladyPersona conosciuta per Spira Mirabilis (film)
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Biografia
Étoile dell'Opera di Parigi a soli tredici anni, star del cinema dagli anni '50, ha lavorato con Welles, Godard, Ferreri e molti altri. Attrice, cantante, ballerina, come un fantasma, ancora una volta, ci regala sé stessa. Marina Vlady (nome d'arte di Maria Catherina Poljakova), nasce a Clichy nel 1938. Era la più piccola delle quattro figlie di Vladimir de Poliakoff e di Militza Envald, due russi bianchi rifugiati in Francia a causa della rivoluzione. Suo padre era cantante d'opera, la madre era una étoile della danza. Tutte e quattro le sorelle Poliakoff seguirono la carriera artistica. Olga, la maggiore (1928-2009), assunse lo pseudonimo di Olga Varen, Militza (1932-1988) quello di Hélène Vallier, Tania (1930-1980) quello di Odile Versois, mentre Catherine Marina sarebbe diventata una delle più note attrici francesi con il nome di Marina Vlady. Marina studiò danza all'Opera di Parigi e debuttò nel cinema nel 1949 dove partecipò, dodicenne, a Orage d'été, un film che ebbe fra gli interpreti anche sua sorella Odile Versois. Ottenne i suoi primi successi in Italia che la resero nota a livello europeo. A sedici anni vince il premio Suzanne Bianchetti come attrice rivelazione nel film Prima del diluvio di André Cayatte. A diciassette anni interpretò quello che è considerato il suo film mitico: La strega (cinque anni di programmazione continuata in URSS). Nel 1955 sposò Robert Hossein, che la diresse nel suo film di esordio alla regia, Gli assassini vanno all'inferno. Nacque un sodalizio artistico che non si rivelerà vincente. Dopo il divorzio, Marina venne riscoperta dal cinema italiano con La ragazza in vetrina di Luciano Emmer (1960). Saranno poi Jean Delannoy, Jean Cocteau e Jean Marais a volerla come interprete ideale per La principessa di Clèves (premio Femina a Bruxelles). Dal 1960 al 1962 si affermò come una delle attrici più richieste del cinema francese ed italiano (La steppa di Alberto Lattuada). Fu Marco Ferreri, nel 1962, a sceglierla come protagonista nel censuratissimo L'ape regina (titolo originale prima del ritiro dagli schermi) che le varrà il premio come migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes nel 1963. Nello stesso anno sposò Jean-Claude Brouillet, proprietario della linea aerea Trans-Gabon, da cui divorzierà nel 1965. 18 Orson Welles la scritturò per il ruolo di Lady Percy in Falstaff (1964), Henri Colpi per Steaua fara nume (1965) e nel 1966, Jean-Luc Godard, la scelse per la parte principale in Due o tre cose che so di lei. Ottenne la parte di Lika Mizanova, il grande amore di Anton Cechov, nel film di Jutkevic e in URSS incontrò Vladimir Semënovič Vysockij, grande poeta e cantautore, che diventerà il suo terzo marito dal 1970 all'anno della morte nel 1980. Nel 1987 dedicò appunto a Vysockij il libro Vladimir ou le vol arrêté, tradotto in Italia a cura del regista e scrittore Gianni Da Campo. Autrice di nove libri, è tuttora attiva in campo teatrale e cinematografico dove, nel 2009, ha interpretato il ruolo femminile nel film Quelques jours de répit di Amor Hakkar. Nel 1993 il cantautore astigiano Giorgio Conte le ha dedicato la canzone Marina Vlady. FILMOGRAFIA ESSENZIALE Orage d'éte, di Jean Gehret (1949); Due sorelle amano di Jacopo Comin (1950); Pardon My French di Bernard Vorhaus (1951); Fanciulle di lusso di Bernard Vorhaus (1952); Le infedeli di Steno e Mario Monicelli (1952); La figlia del diavolo di Primo Zeglio (1952); L'età dell'amore di Lionello De Felice (1953); Giorni d'amore Giuseppe De Santis (1953); Lei (Sie) di Rolf Thiele (1954); Sinfonia d'amore di Glauco Pellegrini (1954); Le avventure di Giacomo Casanova di Steno (1954); La giungla del peccato (Le Crâneur) di Dimitri Kirsanoff (1955); Sofia e il delitto (Sophie et le crime) di Pierre Gaspard-Huit (1955); Gli assassini vanno all'inferno di Robert Hossein (1955); La strega di André Michel (1955); Pardonnez nos offenses di Robert Hossein (1956); I peccatori guardano il cielo di Georges Lampin (1956); Liberté surveillée di Vladimir Voltchek (1957); Nella notte cade il velo di Robert Hossein (1958); La sentenza di Jean Valère (1959); La notte delle spie di Robert Hossein (1959); Le canaglie di Maurice Labro (1959); La ragazza in vetrina di Luciano Emmer (1960); La principessa di Clèves di Jean Delannoy (1961); La steppa di Alberto Lattuada (1961); I 7 peccati (Episodio La superbia) di Roger Vadim (1961); Una storia moderna – L'ape regina di Marco Ferreri (1962); Confetti al pepe di Jaques Baratier (1963); Falstaff di Orson Welles (1964); Il ladro della Gioconda di Michel Deville (1965); Due o tre cose che so di lei di Jean-Luc Godard (1966); Il tempo di vivere di Bernard Paul (1968); Sirokko / Sirocco d'hivr, regia di Miklos Jancso (1969); Contestazione generale (Episodio Il prete), di Luigi Zampa (1969); Saffo di Georges Farrel (1970); Questo nostro simpatico mondo di pazzi di Jean Yanne (1972); Che la festa cominci… di Bertrand Tavernier (1974); Il malato immaginario regia di Tonino Cervi (1979); Tangos, l'exil de Garde di Fernando Solanas (1984); Una casa in bilico di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1985); L'iniziazione di Gianfranco Mingozzi (1986); Notes pour Debussy-Lettre ouverte à Jean-Luc Godard di Jean-Patrick Lebel (1987); Splendor, regia di Ettore Scola (1988); Quelques jours de répit di Amor Hakkar (2009).