Jean-François Laguionie
Scheda di Jean-François LaguioniePersona conosciuta per Il viaggio del principe (film), La tela animata (film), Le stagioni di Louise (film)
Conosciuto per
Biografia
È uno dei maestri mondiali del cinema d'animazione, insignito nel 2019 del Cristallo alla Carriera al Festival del cinema d'animazione di Annecy. Jean-François Laguionie, nato nel 1939 a Besançon, fin dall'infanzia si appassiona al disegno. Dopo aver studiato arti applicate, ha incontrato Paul Grimault che lo ha introdotto all'animazione: con lui condividerà il laboratorio per quasi dieci anni, lì disegnerà i suoi primi cortometraggi. E'autore in più di cinquant'anni di carriera di nove cortometraggi e sei lungometraggi. È del 1965 il suo primo film, La Demoiselle et le violoncelliste (La signorina e il violoncellista), un cortometraggio, prodotto dal suo maestro Paul Grimault. Vi si riconosce già il suo amore per l'oceano, la natura e la musica, che si ritroverà in tutti i suoi film. Vince la Palma d'Oro per il cortometraggio La Traversée de l'Atlantique à la rame (La traversata dell'Atlantico a remi) a Cannes nel 1978, una grottesca odissea in un tempo immobile. Nel 1985 esce il suo primo lungometraggio, dopo cinque anni di lavorazione, Gwen, le livre de sable (Gwen, o del libro di sabbia), una straordinaria avventura ambientata in un mondo apocalittico invaso dalla sabbia, prodotto da La Fabrique Production, studio di animazione fondato dallo stesso cineasta. Segue Le Château des singes (Scimmie come noi, 1999), liberamente ispirato a Il barone rampante di Italo Calvino, quindi L'Île de Black Mór (L'isola di Black Mor, 2004), racconto di pirati che prende spunto dalle letture e dall'immaginario dell'infanzia di Laguionie. Poi realizza Le Tableau (La tela animata, 2011), uno strabiliante viaggio nel mondo della pittura e nel 2016 Louise en hiver (Le stagioni di Louise), una delicata poesia intrisa di ricordi, nostalgia e memoria. La sua ultima fatica, Le Voyage du Prince (Il viaggio del Principe), diretto insieme a Xavier Picard, ci ri-porta, vent'anni dopo Scimmie come noi, su un pianeta di scimmie per offrirci una lucida visione di cosa sia o non sia la civiltà: un vero e proprio manifesto antirazzista e ecologista. [dal pressbook di Il viaggio del principe (2019)]