Gianni Di Capua

Scheda di Gianni Di Capua
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Biografia

Intrapreso lo studio del pianoforte privatamente, dopo il diploma liceale, si iscrive all'Accademia di belle arti di Venezia e alla scuola di musica elettronica del conservatorio Cesare Pollini di Padova, dove avviene l'incontro con Teresa Rampazzi pioniera della musica elettroacustica italiana, al suo ultimo anno d'insegnamento e con la quale prosegue gli studi privatamente conseguendo nel 1981 una menzione d'onore al Concorso Internazionale "Luigi Russolo" per giovani compositori di musica elettroacustica e informatica musicale. A Venezia, nonostante l'insofferenza per l'offerta didattica ricevuta all'Accademia di Belle Arti, si forma nel clima culturale di frenetica sperimentazione che caratterizza la vivace stagione delle nuove spettacolarità degli anni '80 intercettata nella programmazione della Biennale di Venezia. Partecipa al laboratorio multidisciplinare d'intervento sull'ambiente ideato dal Centro Maschere e Strutture Gestuali Strutturali di Donato Sartori durante la Biennale Teatro 80 "Carnevale" e ad un provvidenziale e illuminante tirocinio presso la Galleria del Cavallino di Venezia tra le prime che, a partire dagli anni settanta, stavano introducendo in Italia il nuovo linguaggio della Videoarte. Al Cavallino sperimenta per la prima volta le potenzialità espressive del videotape e all'intersezione tra le arti performative e film d'artista. Come saggio conclusivo del tirocinio, realizza con l'artista croato Branko Mohorovičil video "uno-due-uno". Dal 1979 intraprende lunghi soggiorni di studio in Francia, partecipando ai forum del la création dell'IRCAM di Parigi, ai corsi internazionale di musica elettroacustica di Bourges e agli Ateliers Internationaux (musica e suono) istituiti dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale presso l'INEP, l'Istituto Nazionale di Educazione Popolare di Marly-le-Roi assumendo per alcuni stages il ruolo di assistente musicale di Francette Leviuex, fotografa dell'Opera Nazionale di Parigi e documentarista del lavoro di coreografi come Roland Petit, Maurice Béjart, Alvin Ailey o danzatori come Rudol'f Nureev, Noella Pontois, al seguito della quale entrerà in contatto con la Nouvelle Danse Française. Con Francette Levieux realizza un video danza interpretato da Martine Clary danzatrice di spicco del Groupe de recherche chorégraphique de l'Opéra de Paris (GRCOP) e del Théâtre du Silence scomparsa nel 2014. Teatro Musicale Agli anni di studio al Conservatorio risalgono le prime regie di teatro strumentale realizzate col Pollini Interensemble, un gruppo di studenti e docenti del Conservatorio patavino costituitosi nell'intento di aggiornare il proprio percorso formativo dotandosi dello studio di un repertorio musicale contemporaneo, in particolare multidisciplinare, nel quale convergessero linguaggi diversi. Tra i lavori allestiti col gruppo del Pollini Interensemble figurano opere di Silvano Bussotti, Luciano Berio, Henri Pousseur. Nel marzo del 1982 realizza la partitura elettroacustica, una grammatica visuale, per Anamorfosi, sette variazioni sul quotidiano, azione di teatro danza, ideata e diretta da Roberto Piaggio, prodotta dal Teatro Comunale di Ferrara e andata in scena nella Sala Polivalente sede del Centro Video Arte diretto da Lola Bonora. Nel 1984, su sollecitazione del M° Elio Peruzzi, clarinettista e interprete dei repertori musicali più estremi e innovativi, mette in scena l'Harlekin di Karlheinz Stockhausen nella sua terza versione per clarinetto e danza. Sarà lo stesso compositore tedesco a dare preziosi consigli sulla partitura che andrà in scena interpretato dalla coreografa e danzatrice francese Zaza Disdier a Padova e su invito del gruppo 78 a Trieste. Durante la messa in scena di Harlequin, Karlheinz Stochkausen lo invita ad assistere all'intero allestimento del Samsatg aus Licht, per la regia di Luca Ronconi e scene di Gae Aulenti, in corso al Palazzo dello Sport Milano prodotto dal Teatro alla Scala. Nel 1985 allestisce a proprie spese la versione per pianoforte e canto La voce umana, tragédie lyrique in un atto unico di Francis Poulenc tratta dall'omonimo monologo drammatico di Jean Cocteau del 1928. Interessato al raffinato sperimentalismo teatrale musicale del regista e scenografo Pier'Alli, lo segue nell'allestimento mozartiano de Le nozze di Figaro al Teatro di Lione e nel 1986, come attore figurante nel progetto cinematografico di drammaturgia scenica sperimentale prodotto dalla Scala di Milano, La caduta della casa Usher, film-spettacolo realizzato nell'ambito del Festival Debussy. Nel 1987 a Villa Zusto sede municipale di Vigordarzere nel padovano, cura una singolare messa in scena en plain air de L'Histoire du Soldat di Igor Stravinsky. Nel 1988 Beppe Menegatti lo incarica di adattare la Settima sinfonia di Anton Bruckner al balletto Senso in due parti coreografato da Wayne Eagling, tratto dall'omonima novella di Camillo Boito, già rivisitata per il cinema da Luchino Visconti, rielaborato per l'occasione da Suso Cecchi D'Amico che ne fu la sceneggiatrice, l'adattamento musicale è costituito da una suite per orchestra diretta da Karl Martin, ricavata da un libero adattamento delle nove sinfonie di Anton Bruckner. Senso va in scena nel maggio 1989 al Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo con Carla Fracci, nel ruolo della contessa Serpieri. Nell'autunno del 1989, in occasione del centenario della nascita di Jean Cocteau, al Teatro Mercadante di Napoli, va in scena Cocteau-Opium, portrairs des femmes, souvenir des hommes, spettacolo di poesia, musica, danza ideato e diretto da Beppe Menegatti con Carla Fracci per la quale realizza, a partire dal monologo teatrale de La voce umana musicato da Francis Poulenc, una trasposizione per pianoforte e voci registrate, quest'ultime tratte dalle interpretazioni di Anna Magnani, Simone Signoret, Ingrid Bergman e Rina Morelli. La voix humaine ritornerà ancora nel suo percorso professionale con un allestimento da camera al Castrum di Serravalle di Vittorio Veneto, con Lucia Schierano nel ruolo titolo. Per il Festival teatrale di Radicondoli, mette in scena nell'estate del 1990, le opere da camera in un atto unico de Il Telefono di Gian Carlo Menotti e Madame Landru di Roberto Hazon. Nell'autunno del 1990 debutta nella regia lirica con L'Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini andata in scena al Teatro Comunale di Lecco. Per il XIII premio internazionale Efebo d'oro, elabora un divertimento musicale sulle musiche di Nino Rota per due pianoforti Intorno a Rota con e coreografie di Gabriella Borni. 

Filmografia

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