Bruno Dumont
Scheda di Bruno DumontPersona conosciuta per Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc (film), France (film), Ma Loute (film)
Conosciuto per
Biografia
Bruno Dumont nasce nel 1958 nel nord della Francia, a Bailleul (“bella” in fiammingo), cittadina delle Fiandre, tra Lille e Dunkirk, dove gira i suoi primi due lungometraggi: L’età inquieta (1997) e L’Umanità (1999). Entrambi acclamati a Cannes (rispettivamente, Menzione Speciale alla Caméra d’Or; Gran Premio della Giuria e Miglior Attore e Miglior Attrice), consacrano Bruno Dumont come regista dal talento singolare sulla scena cinematografica francese. Per lui il cinema è un modo alternativo, più sensibile ed intenso, di fare filosofia. La filosofia, che ha a lungo studiato all’università: dopo storia delle religioni, si dedica allo studio dell’estetica del cinema, che diventerà l’argomento della sua tesi: “Filosofia ed Estetica del Cinema Underground”. Mentre insegna filosofia al liceo di Hazebrouck, impara il mestiere di regista lavorando a film su commissione. “Ho ripreso caramelle, cabine di trattori, notai, prosciutti, mattoni, carbone… è così che ho imparato a fare cinema, indirettamente, senza fare film!” Con la sua macchina da presa e la sua grammatica visiva, che oramai padroneggia, Bruno Dumont accantona le macchine utensili per esplorare l’essenza dell’animo umano, ciò che lo motiva, ciò che lo rende profondamente tragico. Problematiche di ordine sacro, che il regista affronta con uno sguardo profano: filma i corpi, le sensazioni, la natura, in modo grezzo, senza mai razionalizzare o spiegare. Per quanto ancorato in una realtà molto concreta (gli attori sono spesso professionisti), il cinema di Bruno Dumont rifugge il realismo sociale. Che giri nelle Fiandre (L’età inquieta, L’Umanità, Flandres nel 2006), in California (Twentynine Palms) o nella région parisienne (Hadewijch), il regista è invece alla ricerca della “morbida luce” latente in ogni essere umano, a dispetto della bruttezza e della violenza del mondo. Hors Satan, il suo sesto lungometraggio del 2011, esplora il sacro attraverso l’ordinario, seguendo un eremita tra le dune della Costa d’Opale. Nel 2012 gira Camille Claudel, 1915. Juliette Binoche interpreta una Camille rinchiusa in un manicomio in attesa dell’arrivo del fratello Paul (Jean-Luc Vincent). In concorso alla Berlinale 2013, il film è uscito nelle sale francesi il 13 marzo 2013. Con la serie TV P’tit Quinquin, trasmessa nel mese di settembre 2014 sul canale Arte, Bruno Dumont affronta la commedia con un’indagine poliziesca stravagante, improbabile e burlesca, situazione che torna anche nel suo ultimo film, Ma Loute, in concorso al Festival di Cannes 2016.