Bong Joon-Ho
Scheda di Bong Joon-HoPersona conosciuta per Snowpiercer (serie), Okja (film), Cane che abbaia non morde (film), Memorie di un assassino – Memories of Murder (film), Madre (di Bong Joon Ho) (film), Parasite (film)
Conosciuto per
Biografia
Regista tra i più interessanti del cinema sudcoreano d'inizio nuovo millennio, Bong Joon-ho ha attraversato diversi generi, riuscendo sempre a imprimere ai suoi lavori un tocco personale e profondo, da visionario sperimentatore, legato a un concetto di "design del film", senza trascurare l'attenzione alle caratteristiche di comprensibilità del messaggio in pochi fotogrammi e un gusto per l'analisi sociale, per lo studio quasi da entomologo della razza umana. E con una capacità di prendere degli aspetti della società, riassumerli e trasfigurarli in una storia più vera del verosimile. Bong Joon-ho spazia dall'approfondimento sociale all'action-movie, si muove bene nel poliziesco come nella commedia nera e può dare vita a piccoli capolavori di messa in scena come Parasite. Firma il suo esordio cinematografico nel 2000 –con Cane che abbai non morde – Barking Dogs Never bite (in originale Peullandaseu-ui gae). Già da questo film si nota la passione per il thriller poliziesco, che non lascerà mai il regista almeno fino a Memorie di un assassino – Memories of Murder (2003): qui c'è la disperata e accanita ricerca di un colpevole, mentre in Madre ci sarà la serrata e disperata ricerca d'innocenza. Nel 2006 con The Host il reale inizia a stare decisamente stretto nel mondo narrativo di Bong Joon-ho e prendendo spunto dal più classico dei B-movie di matrice ecologica, il regista crea una metafora del peggio che la realtà contemporanea sia in grado di creare: una mostruosa creatura terrorizza Seul facendo incetta di corpi in una fognatura che gli serve da dispensa. Ricorso massiccio agli effetti speciali e riprese rocambolesche, unite a un montaggio sincopato, fanno del film un prodotto vendibilissimo che, infatti, sbanca i botteghini e trionfa a tutt'oggi sulle piattaforme. Madre, del 2009, rappresenta una ricerca della verità. Nel 2013 fa il suo esordio in lingua inglese con la fantascienza post-apocalittica di Snowpiercer (2013), cui fa seguito Okja (2017).
Nel 2019 torna a girare un film nel suo paese e nella sua lingua e firma il potentissimo Parasite, una commedia nera dai sorprendenti risvolti sociologici (non è cambiato nulla dal suo primo film: i poveri derelitti che venivano arrestati in flagranza di reato perché costretti dalla povertà a mangiarsi i cani, ora si autoisolano, spariscono come fantasmi, consapevoli del fatto che la società non li voglia neanche vedere), che viene meritatamente premiata con la Palma d'oro al Festival di Cannes, con il Golden Globe al miglior film, con il BAFTA al miglior film non in lingua inglese e migliore sceneggiatura originale, con il Critics' Choice Awards al miglior regista (ex aequo con Sam Mendes per 1917) e con quattro Premi Oscar: miglior sceneggiatura originale, miglior regia, miglior film internazionale e miglior film (primo lungometraggio non in lingua inglese nella storia del cinema a ricevere questo riconoscimento). Bong Joon-ho – in questo periodo impegnato con due sceneggiature contemporaneamente, una in inglese e una in coreano: "Il film coreano è ambientato a Seoul e ha elementi unici di horror e azione. Quello in inglese è un progetto drammatico, basato su eventi realmente accaduti nel 2016. Dovrebbe essere ambientato metà negli Stati Uniti e metà in Inghilterra. Il primo potrebbe essere paragonato a Parasite, come atmosfere. Il secondo a Madre". È stato presidente di giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
FILMOGRAFIA DI BONG JOON-HO
Lungometraggi
Peullandaseu-ui gae (Barking Dogs Never Bite), (2000)
Memorie di un assassino – Memories of Murder (Salinui chueok) (2003)
The Host (Gwoemul) (2006)
Madre- Mother (Madeo) (2009)
Snowpiercer (Seolgug-yeolcha) (2013)
Okja (2017)
Parasite (Gisaengchung) (2019)
Mickey 17 (2024) (post-produzione)
Cortometraggi
Shaking Tokyo, episodio di Tokyo! (2008)
dal pressbook del film Cane che abbaia non morde