Vita su un pianeta nervoso: 5 motivi per leggere il nuovo libro di Matt Haig
Esce oggi in tutte le librerie 'Vita su un pianeta nervoso', il nuovo libro di Matt Haig, già autore di 'Come Fermare il Tempo'.
di Erika Pomella / 06.02.2019
Dopo essere stato uno dei casi editoriali lo scorso anno con Come fermare il tempo, Matt Haig torna oggi 6 Febbraio in libreria, sempre grazie a Edizioni e/o, con Vita su un pianeta nervoso. Se con Come Fermare il Tempo l'autore inglese aveva affrontato il tema del tempo e l'importanza del presente attraverso il romanzo incentrato sul personaggio di Tom che invecchiava molto lentamente, con Vita su un pianeta nervoso lo scrittore crea un libro ibrido, che è un po' saggio, ma anche un po' un memoir, nel quale racconta e affronta la realtà indiscussa secondo cui viviamo in un mondo fatto di ansia, paure e solitudini. Un mondo impazzito che sembra portare all'eccesso tutta una serie di disturbi mentali e comportamentali che si riflettono sulla quotidianità di tutti noi. Grazie a Edizioni E/O abbiamo avuto il piacere e il privilegio di poter leggere questo libro in anteprima e di seguito vi diamo cinque buoni ragioni per cui dovreste correre in libreria e cominciare a leggerlo.
1. L'elemento autobiografico
Nello scrivere Vita su un pianeta nervoso Matt Haig non si è accontentato di mettere in fila parole banali e luoghi comuni – cosa di cui lo accusano i suoi detrattori. Lo scrittore, al contrario, ha cominciato a scrivere questo libro partendo proprio dalla sua esperienza personale. Come è facilmente intuibile già dal suo profilo instagram (@mattzhaig), Matt Haig soffre di attacchi d'ansia. In passato è già stato vittima sia di un crollo nervoso che di un periodo di buia depressione. Tutte esperienze, queste, che l'autore sceglie di mettere sotto torchio. Non rimanendo chiuso in un angolo, aspettando di essere giudicato miserevole per i suoi disturbi, ma dando loro un nome, dandogli quella consistenza necessaria per poterli affrontare. Veniamo così catapultati nelle esperienze dell'autore, nel suo aver cercato di "disconnettersi" da tutto ciò che lo faceva stare male: l'alcool, ma anche i social media, i telegiornali, la consapevolezza che a questo mondo ci sono troppi libri, troppi film. Troppo. Questo permette allo spettatore di entrare immediatamente in empatia con la voce narrante.
2. La voce narrante
Ed è proprio la voce narrante uno dei punti di forza di questo libro-non-romanzo. La voce di Matt Haig è una voce pulita, onesta, che a volte scherza sui suoi stessi demoni, e a volte crea metafore che strizzano l'occhio a chi legge, come a voler creare un ponte narrativo, un sentiero segreto fatto di codici e rimandi. Questo permette alla lettura di essere molto coinvolgente anche quando Matt Haig si sofferma ad analizzare dati, a citare fonti. In definitiva, ad assumere la posa di un insegnante. Ma è sempre un insegnante simpatico, aperto al dialogo, che insegna per il piacere di condividere, piuttosto che per l'ambizione di sentirsi in cima al mondo.
3. Le riflessioni sulla tecnologia
La tecnologia ha un ruolo molto importante nelle riflessioni che Matt Haig pone al centro del suo Vita su un pianeta nervoso. La tecnologia intesa come progresso, come sviluppo, ma anche come mostro vorace che si dileggia del cibo stesso di cui si nutre. Una tecnologia che ha portato tantissimi effetti positivi al mondo – basti pensare alla comunicazione -, ma che al contempo sta rubando tantissimo agli uomini. Una tecnologia che può essere premio, ma anche dannazione. Un esempio su tutti può essere la riflessione che Matt Haig dedica ai social media e, in particolar modo, a Twitter (uno dei social che lo hanno spinto a una delle sue tante crisi d'ansia). Haig riflette sull'immediatezza della comunicazione, ma anche su come paragonarsi agli altri, aspettare risposte, retweet e altro possa aumentare il livello di stress in chi utilizza questi strumenti. Nel libro c'è anche una lista di commenti di internauti reali che hanno risposto a un tweet dell'autore, in cui Matt Haig chiedeva se, secondo loro, i social media fossero un bene o un male.
4. Lo stile di Matt Haig
Questo punto è, per sua stessa natura, necessariamente collegato al secondo, quello in cui si parlava della bellezza della voce narrante che accompagna il lettore lungo il percorso immaginato da Vita su un pianeta nervoso. Perché, di fatto, se la voce narrante funziona tanto bene è perché Matt Haig è davvero incredibilmente bravo a scrivere. Le sue frasi cristalline, l'ironia con cui a volte le accompagna, la consapevolezza del linguaggio usato e del tono a cui tendere sono tutti elementi che fanno sì che Vita su un pianeta nervoso sia uno di quei libri da divorare in un pomeriggio o due, di quelli che non ti fanno sentire il peso delle pagine che scorrono, ma che invece ti rapiscono totalmente.
5. L'importanza di essere (e rimanere) umani
Alcuni dei passaggi più belli di Vita su un pianeta nervoso riguardano quelle pagine e quei momenti in cui Matt Haig si ferma un momento, smette di parlare per fonti e citazioni e si sofferma sulla nostra natura umana, incontrollata, incompleta e con una data di scadenza. Mentre parla di come la tecnologia possa spingere verso un futuro in cui l'umano si integrerà con la robotica o in cui ne verrà sopraffatto, Matt Haig ricorda anche la bellezza di essere, semplicemente, umani. Con tutti i difetti, i problemi e le imperfezioni del caso. Umani che arrossiscono, che possono gustare un cibo, che sono la somma delle generazioni precedenti. Umani che si preoccupano troppo del loro aspetto – per questo vi rimandiamo a un passaggio che ha a che fare con un neo e uno spazzolino da denti -. Umani che vengono visti anche attraverso lo sguardo di altre entità: la spiaggia che non si cura dell'aspetto dei suoi visitatori, o il mare che si lamenta di quello che stiamo facendo al pianeta.