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Personaggi

Buon compleanno, Viggo Mortensen: vita e carriera dell’attore americano

Oggi, 20 ottobre, facciamo gli auguri a Viggo Mortensen, uno dei personaggi più affascinanti dell'attuale panorama cinematografico, protagonista eclettico al cinema, ma anche pittore, compositore, poeta, fotografo e poliglotta.

Viggo Mortensen nasce a New York il 20 ottobre del 1958, da madre americana e padre danese (di origini anche norvegesi); il suo background etnicamente già variegato si arricchisce ulteriormente quando, durante l’infanzia, la famiglia si sposta tra Venezuela, Danimarca e Argentina, tanto che lui ancora oggi è poliglotta.
Dopo la separazione dei genitori, Viggo segue la madre nello stato di New York, dove si diploma e poi frequenta l’università, scegliendo letteratura spagnola e scienze politiche; dopo la laurea, trascorre diverso tempo in Europa, per poi tornare in America e cominciare a recitare professionalmente.

Dal debutto all’affermazione sul grande schermo

Fa il suo debutto sul grande schermo nel thriller Witness-Il testimone (1985) di Peter Weir, con protagonista Harrison Ford. Tra i suoi primi film troviamo qualche horror, come Prison (1987), Non aprite quella porta-Parte 3 (1990), Riflessi sulla pelle (1990), il dramma Pazzie di gioventù (1988) e il western Young guns 2-La leggenda di Billy the kid (1990).
Occasioni più interessanti arrivano con il dramma Lupo solitario (1991), scritto e diretto da Sean Penn (al suo esordio alla regia), Carlito’s way (1993) di Brian De Palma, e Ritratto di signora (1996) di Jane Campion, con protagonista Nicole Kidman, ma anche successi commerciali come gli action-thriller Allarme rosso (1995) con Denzel Washinton e Daylight-Trappola nel tunnel (1996)con Sylvester Stallone. Partecipa poi a pellicole dai risultati contrastanti, come Sinistre ossessioni (1995), con Brendan Fraser e Ashley Judd, un flop alla sua uscita ma nel tempo diventato film di culto, in cui interpreta un uomo muto, e Soldato Jane (1997) di Ridley Scott, con protagonista Demi Moore.
Curiosamente, inoltre, nel 1998 Mortensen appare in ben due remake di film di Alfred Hitchcock: uno è Psycho, realizzato da Gus Van Sant ricalcando fedelmente il film originale, nel ruolo di Sam Loomis (originariamente interpretato da John Gavin), e l’altro è Delitto perfetto, con Michael Douglas e Gwyneth Paltrow, in cui Viggo interpreta l’amante della donna, anche se questo film, invece, differisce parecchio dall’originale hitchcockiano già nella sceneggiatura.

L’approdo nella Terra di mezzo e la consacrazione come Aragorn

Il ruolo che andrà a cambiare per sempre la carriera (e la vita) di Viggo Mortensen gli arriva in maniera quasi fortuita: il regista Peter Jackson stava cercando, all’ultimo minuto, un attore per la parte di Aragorn, il valoroso guerriero tra i protagonisti de Il signore degli anelli, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Tolkien; dopo i rifiuti di Daniel Day-Lewis, Nicolas Cage e Russell Crowe, e la rinuncia all’attore prescelto, Stuart Townsend, ritenuto troppo giovane, Viggo viene convinto ad accettare da suo figlio, fan del libro, che lui legge sull’aereo che lo porterà sul set in Nuova Zelanda. Il risultato è ben noto: una trilogia di film che incassa complessivamente quasi 3 miliardi di dollari, vince 17 premi Oscar e lancia i suoi protagonisti nella leggenda, compreso Mortensen, fino ad allora poco conosciuto dal grande pubblico a livello globale ma che sarà uno dei membri del cast a ottenere maggior successo dalla saga. Anni dopo, durante la lavorazione de Lo Hobbit-Un viaggio inaspettato (2012), storia prequel della saga degli Anelli, all’attore sarà offerto di riprendere il suo personaggio, ma lui rifiuterà, ricordando che Aragorn non è presente nel libro da cui è tratto il film.

Il sodalizio con David Cronenberg

Nella sua carriera post-Signore degli anelli, Viggo Mortensen ha avviato una proficua collaborazione con il regista David Cronenberg, iniziata con il thriller A history of violence (2005), e proseguita con La promessa dell’assassino (2007), gangster-movie per cui Viggo, nei panni del russo Nikolai, autista per una famiglia di mafiosi a Londra, ha ottenuto una nomination all’Oscar; per il regista canadese l’attore ha interpretato anche A dangerous method (2011), biopic romanzato in cui veste i panni dello psicoanalista Sigmund Freud, e più di recente il meno riuscito Crimes of the future (2022), film di fantascienza che si inserisce nel filone body horror.

Trasposizioni letterarie e storie vere

Tra le sue interpretazioni drammatiche troviamo anche alcuni adattamenti cinematografici di acclamati romanzi, spesso più sfortunati al botteghino: The Road (2009), tratto dall’omonimo romanzo premio Pulitzer di Cormac McCarthy, nel ruolo del protagonista, il padre senza nome in viaggio col figlio in uno scenario post-apocalittico, poi un ruolo secondario in On the road (2012), tratto dall’omonimo lavoro di culto di Jack Kerouac, romanzo chiave della Beat Generation, e il thriller ambientato in Grecia I due volti di gennaio (2014), tratto dal romanzo di Patricia Highsmith.
Tra i suoi ruoli più apprezzati dalla critica ci sono invece anche il padre che vive con la sua famiglia nei boschi, rifiutando l’integrazione nella società, in Captain Fantastic (2016), per cui ha ricevuto una nomination all’Oscar; un’altra candidatura è arrivata per Green Book (2018), che invece è stato anche uno dei suoi maggiori successi commerciali, una vicenda fra commedia e dramma, parzialmente ispirata a una storia vera, di un uomo italoamericano scelto per fare da autista a un musicista afroamericano, nell’America razzista degli anni ’60. Di recente è stato fra i protagonisti anche di un’altra storia vera, quella raccontata in Tredici vite (2022), che ricostruisce il salvataggio dei ragazzi intrappolati in una grotta thailandese.

La carriera da regista

Dopo una lunga carriera come attore, Viggo Mortensen ha deciso di cimentarsi anche nella regia, scrivendo e dirigendo il film Falling-Storia di un padre (2020), in cui interpreta anche il protagonista, un uomo omosessuale costretto a riallacciare i rapporti col padre omofobo, ormai anziano e malato, una storia quindi non propriamente autobiografica, ma in cui ha fatto confluire alcuni ricordi personali della sua famiglia e della sua infanzia. Di recente ha fatto il bis con The dead don’t hurt (2023), da poco presentato con una buona accoglienza al Festival di Toronto, un western in cui interpreta un immigrato danese nel Nord America del 1860, che si innamora di una donna canadese (Vicky Krieps), da cui poi è separato dalla Guerra Civile.

Una passione per l’arte a tutto campo

Viene spesso definito, e a ragion veduta, un’interessante anomalia tra le celebrità hollywoodiane, proprio per il suo essere un artista fuori dagli schemi che, oltre alla recitazione, porta avanti diverse altre attività in campo creativo, dagli esiti tutt’altro che commerciali: ha fondato una casa editrice, la Perceval Press, con cui pubblica opere di vario genere, tra cui molti dei suoi stessi lavori; Viggo stesso ha infatti realizzato raccolte di poesie (in inglese, danese e spagnolo), fotografie, e citazioni, a volte accompagnate da CD, infatti lui ha composto anche la musica per un brano che eseguiva ne Il ritorno del re. Inoltre, Mortensen si dedica anche alla pittura, e ha dipinto lui stesso i quadri del suo personaggio in Delitto perfetto.

Dove lo rivedremo

L’attore ha terminato le riprese del film Eureka, in cui interpreta un padre in cerca della figlia rapita da un fuorilegge, mentre nel suo futuro sono previsti anche il poliziesco Unabomb, sulla caccia del FBI a un pericoloso assassino, e il thriller Two wolves, che affronterà il tema della guerra in Vietnam.

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