Venezia 80, Lubo di Giorgio Diritti l’ultimo film italiano in Concorso (con clip)
Lubo diretto da Giorgio Diritti l'ultimo film italiano in Concorso alla 80a Mostra del Cinema di Venezia mostrato in anteprima.
di Massimino de Febe / 07.09.2023
Dallo scorso 30 agosto 2023 fino al 9 settembre 2023, a Venezia Lido, si sta tenendo l’ottantesima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia che per l’occasione vanta un manifesto illustrato dal fumettista e regista Lorenzo Mattotti. Nel corso della 80a Mostra sono stati presentati in anteprima tantissimi film, molti dei quali in concorso e altri fuori concorso e sono state premiate personalità del cinema internazionale che si sono contraddistinti grazie al loro lavoro e che hanno dato un grosso contributo a questo mondo. Tra questi troviamo Wes Anderson e Edoardo De Angelis e molti altri. Inoltre, è stato annunciato che a Gina Lollobrigida, artista scomparsa all’inizio di quest’anno, verrà dedicato dal prossimo anno un premio ufficiale. Nel frattempo, nella giornata di giovedì 7 settembre 2023, è stato presentato a Venezia 80 l’ultimo film italiano del Concorso ufficiale: Lubo di Giorgio Diritti.
Lubo, il film di Giorgio Diritti è l’ultima pellicola italiana in concorso a Venezia 80
Tra i film in Concorso a Venezia 80 ci sono anche titoli italiani come Enea di Piero Castellitto, Io Capitano di Matteo Garrone che ha ottenuto 12 minuti di applauso, Comandante di Edoardo De Angelis, e tanti altri tra cui Lubo del regista Giorgio Diritti. Il film è stato l’ultimo mostrato in concorso di nazionalità italiana e la sua proiezione a Venezia 80 è avvenuta il 7 settembre 2023 prima di essere distribuito in tutte le sale italiane a partire dal 9 novembre 2023.
Il film Lubo diretto da Giorgio Diritti ha come protagonista Lubo, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato a prestare servizio presso l’esercito elvetico per difendere i confini della sua terra da un eventuale attacco da parte dei tedeschi. Durante la storia, scopre che sua moglie è morta cercando di impedire ai gendarmi di prendere i loro tre figli che le sono stati strappati di mano in quanto la loro famiglia Jenisch, ossia appartenente ad una famiglia nomade. Questo è accaduto per via della riforma di rieducazione dei bambini di strada, la (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Così Lubo, pieno di dolore per la morte della sua amata, troverà il coraggio per vendicarsi e ottenere giustizia cercando di ritrovare i suoi figli e per far si che tutti quelli come lui vengano riscattati.
Nel ruolo del protagonista Lubo troviamo Frank Rogowski, affiancato da un cast internazionale che vede la presenza di Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noémi Besedes, Cecilia Steiner e Joel Basman, Philippe Graber e Massimiliano Caprara. La pellicola vanta una co-produzione tra Italia e Svizzera a cura dell’Indiana Production, AranciaFilm con Rai Cinema, HugoFilm Features e Proxima Milano in collaborazione con RSI Radiotelevisione Svizzera / Srg Srr. Inoltre, Lubo ha ottenuto il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo MiC, Ufficio federale della cultura (UFC), Zürcher Filmstiftung, IDM Film Commission Südtirol, Film Commission Torino Piemonte in collaborazione con Trentino Film Commission ed è stato realizzato con il contributo del POR FESR Piemonte 2014-2020 – Azione III.3c.1.2 – bando “Piemonte Film TV Fund”.
Nelle sale italiane, Lubo verrà distribuito dalla 01 Distribution mentre la distribuzione internazionale sarà a cura della True Colors. La trama è liberamente ispirata al romanzo Il Seminatore di Mario Cavatore e al centro della pellicola, come ha spiegato lo stesso regista, c’è la paura del diverso, lo scontro etnico e tanto altro che ancora oggi è al centro della cronaca degli ultimi giorni e che ci fa ancora rabbrividire per via del fatto che nel 2023 ci siano ancora episodi di discriminazione per via del gruppo di appartenenza, della provenienza, delle differenze razziali e dai diversi gusti sessuali. Per questo motivo, con il suo Lubo Giorgio Diritti vuole mostrare come l’amore per la vita, per la giustizia e per i propri figli è il moto che fa cercare a tutte queste persone discriminate il coraggio di riscattarsi e far sentire la propria voce.