Venezia 70: Jiaoyou, ultimo film di Tsai Ming-liang
Viene presentato a Venezia 70 Jiaoyou (Stray Dogs), l'ultimo film del regista taiwanese Tsai Ming-liang. Protagonista un uomo buono che si guadagna da vivere reggendo cartelloni pubblicitari a Taipei.
di Redazione / 05.09.2013
Viene presentato oggi a Venezia 70 Jiaoyou (Stray Dogs), che il regista taiwanese Tsai Ming-liang ha detto essere il suo ultimo film. Protagonista è un uomo buono a nulla che si guadagna da vivere reggendo cartelloni pubblicitari e che, con i suoi due figli, vaga ai margini della moderna Taipei.
Di giorno il padre racimola una misera paga come uomo sandwich per appartamenti di lusso, mentre i due bambini sopravvivono con campioni gratuiti di cibo in giro per i supermercati e i centri commerciali. Le uniche persone che ha nella vita sono i suoi due figli. Mangiano insieme, si lavano i denti insieme, si cambiano insieme e dormono insieme. Non hanno acqua corrente né elettricità e dormono abbracciati sullo stesso materasso insieme a un cavolo.
L'intera città è diventata una discarica per cani randagi e il fiume è lontano, molto lontano. Nel giorno del compleanno di Hsiao-Kang una donna si unisce alla famiglia: potrebbe essere lei la chiave per far emergere le emozioni sepolte che aleggiano dal passato?
"Dieci anni fa, vidi un uomo per le strade di Taipei che reggeva un cartellone pubblicitario di un tour operator. Rimasi sbalordito da quella visione e mentre lo osservavo a un semaforo iniziai a pormi delle domande." racconta il regista taiwanese, chiedendosi: "Quanto tempo rimarrà lì in piedi? Quanto guadagnerà? Dove va se ha bisogno della toilette? Corre da parenti e amici? Si vergogna se li incontra? A che cosa pensa?".
Negli ultimi anni quel tipo di attività si è sviluppata enormemente e gli uomini-sandwich sono spuntati ovunque per pubblicizzare le proprietà immobiliari. "Un numero crescente di persone aveva perso il lavoro e iniziato questa nuova professione per le agenzie immobiliari." prosegue il regista. "Era come se il loro tempo fosse diventato senza valore. A quel punto ebbi un'idea: volevo che Hsiao-Kang incarnasse un personaggio così. Tre anni fa ricevetti una sceneggiatura sulla disoccupazione nella mezza età e sulla violenza domestica. Mi fece pensare a quell'uomo che avevo visto per la strada.".
"Il rapido sviluppo d'ispirazione occidentale delle città asiatiche mi porta a sentirmi in uno stato di costante ansia e incertezza, come se stessimo andando alla deriva, privi di fondamenta che ci sostengano. È come se vivessimo all'interno di un immenso cantiere edile, con edifici, strade e metropolitane costantemente ristrutturati o demoliti e ricostruiti. E più c'è sviluppo, più aumenta il numero delle cose di cui ci disfiamo. Non ho mai evitato di mostrare queste realtà nei miei film, che si tratti di cantieri edili dove si innalzano torri di cemento armato o di vecchi edifici abbandonati e lasciati andare in rovina. Ci ricordano il crudele e assurdo prezzo che paghiamo per l'incalzante sviluppo della civiltà moderna, uno scotto che rasenta la follia.", racconta il regista.
"Nel corso dei sopralluoghi per le location, scoprii con grande sorpresa un grande affresco di paesaggio su un muro di uno di quegli edifici. Era un'immagine molto mossa. Forse quel dipinto era l'espressione facciale di questa città solitaria. O forse era uno specchio che rifletteva al tempo stesso l'illusorietà e la realtà della condizione umana nel mondo. Non avevo idea di chi fosse l'artista, ma sapevo di doverlo filmare. Chiesi alla troupe di proteggerlo, ma non avevano modo di garantire la protezione che chiedevo poiché chiunque poteva entrare liberamente in quell'edificio abbandonato. Dunque potei solo pregare che si preservasse.", racconta Ming-liang Tsai. "Solo durante la post-produzione ho scoperto che l'artista si chiamava Kao Jun Honn e negli ultimi anni aveva iniziato a dipingere in numerosi edifici abbandonati. Curiosamente, mi disse che non aveva alcuna intenzione di esporre i suoi dipinti. Desiderava solo che la gente li scoprisse per caso, esattamente come io mi ero imbattuto nel suo affresco.".