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Venezia 2011: I film della sezione Orizzonti

E’ stato presentato oggi ufficialmente il programma dei film di Orizzonti 2011 in relazione alla 68a Mostra Cinematografica di Venezia.

Nel corso della 68. Mostra, in programma dal 31 agosto al 10 settembre 2011, viene proposto un viaggio in compagnia di corti medi e lungometraggi, per affrontare la questione del racconto cinematografico senza negarne la dimensione emotiva e sensuale.

In dialogo costante con i film del concorso principale, Orizzonti interroga la realtà, le forme e le rappresentazioni. Cerca di sbilanciare lo statuto delle immagini, apre squarci nella percezione e nei significati che lasciano intravedere nuove direzioni.

Di seguito alcuni percorsi ipotetici:

– la convergenza tra arti visive e cinema nei nuovi lavori di Mark Lewis, Yuri Ancarani, Rirkrit Tiravanija, Devin Horan, Nicolas Provost, Flatform o Eija-Liisa Ahtila.

– il potere dell’inquadratura e la sovversione del montaggio nei film di Yves Caumon, Amir Naderi, Shinya Tsukamoto, Kim Kyungmook, Gurvinder Singh, Teresa Villaverde, Amiel Courtin-Wilson.

– le nuove manifestazioni del rapporto che partono dagli elementi di fiction che permeano il mondo che ci circonda in Tusi Tamasese, Clarissa Campolina e Helvécio Marins Jr., Mattias Gustafsson, José Luis Torres Leiva, Mati Diop,

– le nuove manifestazioni del rapporto che mettono in scena la dimensione intima del diario (proprio o altrui) di Ross McElwee, Pippo Delbono, Jonathan Demme e Andrew Kötting.

– la scommessa di fare cinema con i documenti, le figure o le tracce della storia è il punto di partenza di progetti di Yervant Gianikian e Angela Ricci – Lucchi, James Franco, Heinz Emigholz, Oscar Perez e Maria Del Mar De Ribot, Felice D’Agostino e Arturo Lavorato, Norbert Pfaffenbichler, Yuri Leiderman/Andrey Silvestrov e Müller/Girardet.

– la caratteristica di lavori come quelli di Xu Haofeng (arti marziali), Wim Vandekeybus (backstage immaginario di una messa in scena teatrale) Marina de Van (fiaba dell’orrore), Charles Yi Yong Lim (thriller metafisico) o di Mirai Mizue, Isamu Hirabayashi e Yves Netzhammer (animazione e 3 D non-allineati) è di proporre incarnazioni contemporanee del cinema di genere;

– la reinvenzione del rapporto tra cinema e racconto letterario (comico o drammatico) nei film di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, Mauro Andrizzi, Joseph Dabernig, Edgardo Cozarinsky, Wattanapume Laisuwanchai, Amit Dutta;

– il cinema documentario pensato come visione di universi interiori e territori nascosti, oppure come modo di rendere “visibile” il mondo nei film di Romuald Karmakar, Yolande Zauberman, Simon Pummell, Michael Glawogger, Ben Russell e Ben Rivers.

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