Tom Hanks si è trovato, suo malgrado, protagonista di uno spot realizzato con l'intelligenza artificiale: ecco cosa è successo
Anche Tom Hanks si scaglia contro l’intelligenza artificiale e la mancanza di regolamentazione che permette ai vari software di disporre liberamente di voci e immagini di personaggi famosi (e non solo). Non è un caso, infatti, se proprio l’intelligenza artificiale è uno degli snodi principali dello sciopero che gli attori del sindacato SAG-AFTRA stanno continuando a Hollywood contro l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (l’ormai nota AMPTP). Solo qualche settimana fa avevamo riportato la preoccupazione di Stephen Fry che aveva scoperto che l’intelligenza artificiale aveva “preso” la sua voce dagli audiolibri di Harry Potter per poi usarla come voce di commento a un documentario. Ora anche Tom Hanks si trova al centro di un uso illegale della sua figura.
Come segnalato anche da Variety, l’attore si è visto protagonista di uno spot sull’assistenza odontoiatrica, senza però aver effettivamente preso parte allo spot. Tom Hanks, allora, ha preso il suo account Instagram e ha condiviso il video “incriminato”, avvisando i fan che quello che si vede nella clip non è affatto lui, ma un cosiddetto deepfake realizzato proprio con l’intelligenza artificiale. Il video è accompagnato da un avviso dell’attore di C’è posta per te e Prova a prendermi, in cui si legge:
“Attenzione. C’è un video là fuori che fa la promozione di una qualche assicurazione dentale con una versione IA del sottoscritto. Io non ho nulla a che vedere con tutto ciò.”
Già in passato Tom Hanks aveva parlato delle sue preoccupazioni riguardo l’intelligenza artificiale e la possibilità che la sua immagine continuasse a “recitare” anche dopo la sua morte. Nello specifico, Tom Hanks ne aveva parlato nel podcast dal titolo The Adam Buxton Podcast, riportato sempre dalla testata Variety. In quell’occasione il tanto amato interprete aveva spiegato:
“Chiunque oggi può ricreare se stesso a qualsiasi età grazie alla tecnologia deep fake o all’intelligenza artificiale. Potrei essere colpito da un autobus domani e tutto finirebbe per me, ma le performance potrebbero andare avanti ancora, ancora e ancora. Al di là della comprensione della IA e della tecnologia deepfake non c’è altro da dire se non che quello non sono io. Si tratta sicuramente di una sfida artistica, ma è soprattutto una questione legale.”
Tom Hanks ha continuato asserendo che, al momento, ogni sindacato, ogni associazione, persino ogni studio legale è occupato proprio a riflettere e legiferare sull’intelligenza artificiale e sulle ramificazioni che può avere. Tom Hanks ha anche detto che, al giorno d’oggi, è possibile ancora riconoscere un prodotto realizzato con l’IA rispetto a quella “reale”, ma è preoccupato dal fatto che presto o tardi il pubblico smetterà di interessarsi su questa questione, accettando il fittizio al posto del reale. Rimane dunque acceso il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale riguardo il lavoro degli attori e la loro immagine. Una conversazione che ha già acceso i toni in passato, come ha dimostrato la provocazione fatta da Sean Penn solo qualche settimana fa, asserendo che se gli studios vogliono utilizzare liberamente l’immagine degli attori, allora gli attori dovrebbero avere libero accesso alle immagini delle figlie dei CEO. Una provocazione forte, che serve soprattutto a far ragionare sull’assurdità di determinate richieste.
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