Tim Burton e Johnny Depp
Tim Burton e Johnny Depp

Tim Burton difende Johnny Depp e lo paragona a Frankenstein


Tim Burton ha preso le difese dell'amico Johnny Depp utilizzando come esempio il 'Frankenstein' di Mary Shelley

Tim Burton Johnny Depp sono legati da anni non solo da un sodalizio artistico, ma anche da una profonda amicizia. Non sorprende, dunque, che in una recente intervista con la testata The Indipendent, il regista della recente serie Netflix Mercoledì abbia preso le parti del collega, commentando il percorso che ha fatto Johnny Depp dopo le accuse dell’ex moglie Amber Heard che lo hanno portato ad essere quasi cancellato da Hollywood.

Johnny Depp come Frankenstein: l’opinione di Tim Burton

Tim Burton - RomaFF16
Tim Burton - RomaFF16

Tim Burton – che il venticinque agosto ha compiuto 65 anni – è sempre stato un regista attratto da coloro che erano ai margini, da coloro che non rispondevano ad alcun canone di “normalità”. I mostri, i freaks, i diversi erano gli esseri umani che lo attiravano di più, che esercitavano una maggior seduzione tanto sulla sua fantasia di bambino quanto sulla creatività che avrebbe cercato di inseguire una volta diventato un professionista della settima arte. E tra le storie che sono rientrate tra le sue preferite c’è senza dubbio quella nata dalla penna di Mary Shelley, Frankenstein o il moderno Prometeo, diventato materiale per numerose e diverse trasposizioni sul piccolo e sul grande schermo. Ed è proprio alla storia di Frankenstein che Tim Burton ha fatto ricorso per parlare di quello che ha passato l’amico Johnny Depp nel corso degli ultimi anni, quando è passato dall’essere uno dei divi più amati di sempre a un paria con cui nessuno voleva lavorare per paura di essere associato a un uomo che l’opinione pubblica stava facendo a pezzi. Proprio come il personaggio principale di Edward Mani di Forbice (uno dei capolavori di Tim Burton), che prima viene accolto come una creatura straordinaria dal vicinato per poi essere rispedito indietro, così Johnny Depp ha visto la sua figura pubblica, prima acclamata e amata, venire calpestata ancor prima che si parlasse di andare in tribunale. Nell’arco di un paio di giorni Johnny Depp era diventato un’altra persona e il popolo inferocito della rete (compresi molti giornalisti) si sono gettati su di lui e sulla sua storia per farli a pezzi. Ed è proprio questo atteggiamento che il regista di Big Fish ha voluto analizzare nel corso della sua intervista, prendendo le difese dell’amico.

Nello specifico Tim Burton, nel corso dell’intervista, ha detto:

“Ecco come stanno le cose. Quando ero un bambino ho sempre avuto chiara in mente l’immagine degli abitanti arrabbiati in Frankenstein. E sono sempre stato abituato a pensare alla società in questo modo, come un villaggio arrabbiato. Lo vediamo sempre più spesso. È una dinamica umana davvero, davvero strana, un tratto umano che io non riesco a comprendere e che davvero non mi piace.”

Senza entrare nel merito della questione Johnny Depp contro Amber Heard, Tim Burton – che dovrebbe essere protagonista di una masterclass al museo del cinema di Torino il prossimo ottobre – è riuscito a regalare ai lettore di The Indipendent un’istantanea precisa e veritiera di come è stato gestito il caso di Johnny Depp e di Amber Heard, ma non solo. Ormai, infatti, assistiamo sempre più impotenti ai sommari tribunali online che rimbalzano sui social media quasi quotidianamente.

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