Tratto dal famoso romanzo di Susan Hill, The Woman in Black è un?oscura storia di perdita, vendetta e lutto. L?acclamata sceneggiatrice Jane Goldman porta sullo schermo la storia della Hill adattandola per un pubblico del XXI secolo.
Quando, nel 1982, Susan Hill pubblicò il romanzo The Woman in Black, non avrebbe mai immaginato che avrebbe suscitato così tanto interesse nei media. Dice la Hill:
“Tu non scrivi per gli altri media. Tu scrivi soltanto un libro e poi gli altri se ne interessano”.
Hill è abituata a vedere i suoi lavori adattati, specialmente The Woman in Black, che è diventato un film per la TV, una serie radiofonica, un?opera teatrale ed ora anche un film per il grande schermo.
“Il punto è che il libro è rimasto integro. È l?arte dell?adattamento, che io non potrei mai fare. Con l?opera teatrale ed ora con il film, chiunque abbia preso il mio libro gli è rimasto fedele nello spirito, nonostante dovesse reinterpretarlo per il differente strumento mediatico.
È la prima volta che il romanzo della Hill – che risale a quasi trenta anni fa – è stato adattato per il grande schermo. Il progetto è partito dal produttore Richard Jackson, della Talisman Films, nel lontano 1997. A seguito del successo di Rob Roy della Talisman, l?agente della Hills contattò Jackson per valutarne la possibilità di un adattamento per il grande schermo.
“Confesso che mi era parsa una storia sorprendentemente complicata da adattare per il cinema. Nel corso degli anni facemmo numerosi tentativi con diversi sceneggiatori per adattare la storia, ma non ero mai pienamente soddisfatto dei copioni che riuscivamo ad ottenere”.
L?impulso iniziale che dette vita a questa produzione nacque durante una riunione con Simon Oakes, produttore e presidente e CEO della storica Hammer, che in quel periodo era in procinto di rilanciare. Jackson rivela:
“Penso sia riduttivo dire che ero titubante nel pensare dove ci avrebbe portato tutto ciò, anche perchè c?erano stati altri tentativi di riavviare la Hammer negli anni passati.
Ma Simon ci fece capire che erano molto determinati e che c?era un livello di ambizione tale da assicurarci che avremmo realizzato un film di alta qualità, nel rispetto dello stile narrativo di Susan, e che, al tempo stesso, avrebbe attratto un pubblico contemporaneo”.“Fin dall?inizio Simon fu sempre molto chiaro con me sul fatto che la rinascita della Hammer avrebbe puntato su film horror di un certo livello. Ed io sapevo che sarebbe stato qualcosa a cui anche Susan avrebbe risposto positivamente”.
Per Simon Oakes, The Woman in Black, era il lavoro di maggior interesse a cui ci si rivolgeva la rinata etichetta.
“Una delle cose di cui discutevamo quando all?inizio abbiamo dato nuova vita alla Hammer, era che l?horror è fatto di molti generi e sotto-generi ma che recentemente la tendenza andava verso il “body count horror” (numero delle vittime). Noi invece volevamo esplorare un tipo differente di horror, e nonostante fossero stati realizzati un film per la TV ed un?opera teatrale, vedevamo in The Woman in Black una grande opportunità di abbinare la ghost story di Susan Hill con un gusto moderno e realizzare un lungometraggio”.
La produzione si mise alla ricerca di uno sceneggiatore che fosse in grado di superare gli ostacoli incontrati da coloro i quali avevano intrapreso lo stesso compito negli anni precedenti.
“Ritenevamo che Jane Goldman fosse la persona adatta per questo lavoro. E lei fu entusiasta fin dall?inizio. Era in grado di superare e risolvere il nodo centrale nel modo di raccontare la storia per il cinema”.
Oakes dice, invece:
“Avevo letto di Jane e conoscevo il suo lavoro, e sapevo che sarebbe stata la persona giusta per questo. La sua sceneggiatura mise ogni cosa al suo posto. James Watkins, il regista, la lesse e gli piacque. Daniel Radcliffe la lesse proprio dopo aver ultimato Harry Potter e gli piacque. Jane svolse un ruolo importante nel coinvolgere le persone giuste”.
Susan Hill afferma di essere stata entusiasta del risultato.
“Quando Jane mi spedì il copione lo lessi e dissi: Si, va bene… ma…ma è spaventoso!! Jane penso credesse che avrei potuto sentirmi offesa per alcuni cambiamenti che aveva apportato alla mia storia, ma non era questo che avrebbe potuto crearmi preoccupazione. Mi sarei preoccupata se l?avesse trasformata in qualcosa di simile ad una commedia, ma non fu così. Era stata estremamente abile. Era riuscita a renderla sua pur continuando a farla essere mia”.
Goldman era preoccupato che lei trovasse il tono giusto nello scrivere la sceneggiatura.
“È difficile. È un magnifico romanzo, ed ha avuto un brillante adattamento, estremamente riuscito per il teatro. Penso sia sempre stato evidente che per funzionare al cinema avrebbe avuto bisogno di livelli aggiuntivi”.
“Per me si trattava di presentare The Woman in Black ad un pubblico interessato al cinema. In un certo senso stavo cercando di fare in un linguaggio cinematografico ciò che Stephen Mallatratt aveva fatto per il teatro”.
Casualmente, nello stesso momento, James Watkins, regista di Eden Lake, aveva letto sulla stampa specializzata che Jane Goldman stava scrivendo la sceneggiatura, e chiese al suo agente di informarsi sul progetto. Watkins ci spiega:
“Stavo lavorando su una mia storia di fantasmi, ma non riuscivo a farla funzionare. Quando lessi il copione di Jane parlava di tutto quello che io volevo ottenere con l?altro progetto: c?era una sensazione di terrore ma possedeva anche un elemento emozionale. Mi commosse veramente e non appena lo lessi mi resi conto che volevo realizzarlo”.
Watkins ha un atteggiamento rilassato sul set, secondo l?attrice Liz White, che interpreta la spettrale Donna in Nero.
” Ho provato la parte per circa due mesi prima di girare e da quel primo incontro James è stato davvero cordiale” dice. “Ed è rimasto tale per tutto il periodo delle riprese. Mi sono sempre sentita la benvenuta nella famiglia di The Woman in Black”.
Lavorando con Watkins, Jane Goldman ha cominciato un processo di perfezionamento del copione; un processo che lei ritiene abbia aiutato a conservare integro lo spirito del romanzo di Susan Hill.
“Nelle prime bozze c?erano numerosi flashbacks che riguardavano la Donna. ma noi siamo stati in grado di risolvere questo meccanismo di continuo richiamo al passato. E proprio per questo ritengo sia molto più efficace: non c?è un?origine letteraria americana su come The Woman in Black sia diventata The Woman in Black. Non è Freddy Krueger! È piuttosto l?esperienza di Arthur che scopre questi orrendi segreti e il nostro scoprire quello che è accaduto attraverso i suoi occhi”.
Per il produttore Richard Jackson era inoltre importante che The Woman in Black fosse accessibile ad un pubblico generalmente restio ad apprezzare questo genere.
“Noi stiamo cercando di assicurarci che il pubblico che vuole andarlo a vedere considererà The Woman in Black come un film di prima scelta perchè fatto bene al punto tale da attirarli, a prescindere dal fatto che essi siano generalmente interessati agli horror. E che un più vasto pubblico, invogliato dalla presenza della star Daniel Radcliffe, sia incoraggiato a comprare il biglietto e godersi il film”.
Diretto da James Watkins ed interpretato da Daniel Radcliffe, Ciarán Hinds, Janet McTeer e Liz White,The Woman in Black è una produzione Talisman in associazione con Exclusive Media Group e arriverà nelle sale italiane il prossimo 2 marzo.
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