The Leftlovers
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The Leftlovers: ecco perchè non è Lost


Tom Perrotta e Damon Lindelof spiegano perchè il tanto atteso 'The Leftlovers' non è il nuovo 'Lost'.

Ammettiamo. Vedendo i primi trailer della nuova serie HBO The Leftlovers abbiamo avvertito un po' tutto il timore sotterraneo che potesse trattarsi di un nuovo Lost. Un telefilm affascinante,  ben studiato e scritto, incapace però di tenere in equilibrio tutti i misteri e gli intrecci creati in fase di sceneggiatura. Vuoti e dimenticanze che, con il senno di poi, abbiamo potuto associare a scrittori come Edward Kitsis Adam Horowitz, che stanno intraprendendo lo stesso sentiero accidentato in Once Upon a Time, che dopo essere partito con due stagioni molto interessanti, ha già cominciato ad accortacciarsi su se stesso, con scelte incoerenti, sceneggiatura completamente fanservice, e snodi discutibili.

E' indubbio, però, che tra The Leftlovers Lost ci siano elementi in comune. Innanzitutto entrambi devono la paternità a Damon Lindelof, ed infatti in entrambi i telefilm è possibile ritrovare una riflessione sul rapporto tra scienza e fede. Ovviamente la cosa che le due serie hanno più in comune è quella di seguire un gruppo (più o meno numeroso) di personaggi che sono costretti a cercare di andare avanti dopo un evento inaspettato. In Lost era l'atterraggio di fortuna su un'isola strana e piena di segreti; in The Leftlovers i protagonisti si trovano a camminare in un mondo dove il 2% della popolazione è sparita, senza motivo.

Ma più importante delle cose in comune è l'elemento che, più degli altri, separa i due show. Lost, infatti, avrebbe dovuto (con il senno di poi il condizionale è d'obbligo!) incentrarsi sul concedere rispose ai numerosi (troppi!) misteri messi in scena. Cosa che, alla fine, non è avvenuta, spingendo molti non solo a deridere il lavoro di sceneggiatori una volta osannata, ma anche a rinnegare quegli ignobili dieci minuti finale che hanno mandato in rovina una serie che avrebbe potuto essere un capolavoro fino in fondo. The Leftlovers, invece, annuncia sin da subito di non essere per nulla interessato a dare una spiegazione al mistero centrale. E' come, piuttosto, se si trattasse di un macguffin di hitchcockiana memoria; un mero pretesto per permettere alla storia di avanzare.

Tratto dal romanzo del 2011 di Tom PerrottaThe Leftlovers inizia con la già citata sparizione del 2% della popolazione mondiale. Subito dopo il racconto si sposta avanti di tre anni, con i 'sopravvissuti' che cercano di affrontare la confusione e il dolore per la scomparsa dei propri cari.

Perrotta, che ha anche co-creato e co-prodotto lo show, durante un'intervista con TVGuide.com, ha dichirato:

La mia speranza è che gli spettatori capiscano che il cuore dello show non ha niente a che fare con la domanda "dove sono andate a finire quelle persone?". Piuttosto si tratta di domandarsi:"Come fanno le persone rimaste ad andare avanti con le loro vite?"

Lidelof ha aggiunto:

The Leftlovers è la storia di un gruppo di persone che si trova a vivere un mistero irrisolto, con la frustrazione che ne deriva. Penso che sarebbe un tradimento al libro di Tom (Perrotta, ndr) se cominciassimo a dire "risponderemo a questo o a quello".  Tutti i personaggi dello show vivono l'esperienza proprio come fa il pubblico.

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