The Last of Us, come vengono creati gli ‘infetti’
Barrie Gower, truccatore e artista degli effetti visivi di 'The Last of Us', in una video intervista mostra e spiega come vengono creati gli infetti della serie tv tratta dall'omonimo videogioco.
di Massimino de Febe / 29.08.2023
The Last of Us si è rivelata essere una delle serie tv di maggior successo del 2023 che vede come protagonista l’attore Pedro Pascal (interprete di Din Djarin in The Mandalorian) affiancato da Bella Ramsey. Rispettivamente interpretano Joel Miller ed Ellie Williams. I protagonisti della serie si ritrovano in un mondo in cui è scoppiata una pandemia diffusa a causa di un fungo di nome Cordyceps, che trasforma tutti gli umani in una sorta di zombie dall’aspetto simile a quello di alcuni funghi. Joel Miller è un contrabbandiere di mezza età che non ha nessuna aspettativa sul futuro e pensa che prima o poi farà la fine di tutti gli altri. Un giorno, si ritrova costretto a viaggiare per una semplice consegna insieme ad Ellie Williams, una ragazzina di 14 anni. Le loro vite da perfetti sconosciuti si legano formando tra di loro un legame speciale per via del fatto che mettendo piede fuori la zona della quarantena devono fare di tutto per salvarsi e non diventare parte degli infetti.
In Italia, la serie è andata in onda su Sky Atlantic tra gennaio e marzo di questo anno, in contemporanea con gli Stati Uniti. La serie è stata accolta positivamente sia dalla critica che dal pubblico che ha dato a The Last of Us una votazione che raggiunge il 96% su Rotten Tomatoes ed ha segnato il secondo miglior debutto sulla HBO dietro solo a House of the Dragon. La serie è tratta dall’omonimo videogioco per PlayStation ed è stata prodotta da Sony Pictures Television, PlayStation Productions e Naughty Dog. Proprio per via del fatto che la serie segue le vicende della storia videoludica, alcuni spettatori non sono stati felicissimi di vedere come nelle puntate non veniva seguita alla lettera la narrazione della storia del game. Nonostante questo, Craig Mazin, creatore della serie, ha affermato che il team di produzione non vede l’ora di cominciare a girare una seconda stagione, con la produzione che per ora è in fermo per via degli scioperi degli attori di Hollywood. Inoltre, in una recente intervista, lo showrunner ha affermato che c’è così tanto da esplorare nel mondo di The Last of Us che non nega la possibilità di creare degli spin-off e rimane aperto a qualsiasi possibilità futura dello show.
The Last of Us: vediamo come vengono creati gli infetti
Intanto, Vanity Fair (via ScreenRant) ha pubblicato online un video dove in un’intervista fatta a Barrie Gower, truccatore e artista degli effetti visivi di The Last of Us, viene mostrato il lungo e complesso lavoro che viene svolto per creare “gli infetti”, ossia i terrificanti mostri controllati dal fungo Cordyceps. Ironia della sorte, Gower ha confessato di odiare i funghi. Dall’ ispirazione presa dal videogioco originale creato da Neil Druckmann alle scansioni dei corpi, nel video vediamo Barrie spiegare l’intero processo necessario per creare ogni tipo di infetto.
“L’ironia è che odio i funghi. Non sopporto i funghi. Non mangio funghi. Non riesco a sopportarne l’odore o la consistenza.” dice Gower nell’incipit del video, prima di presentarsi: “Ciao, mi chiamo Barrie Gower e ti spiegherò come abbiamo progettato e creato gli infetti per The Last of Us“. Gower spiega che il Cordyceps è un parassita naturale che esiste realmente, quindi “l’idea e la scienza dietro The Last of Us è: cosa succederebbe se questo infettasse il mondo umano?“.
“Siamo stati incredibilmente ispirati dal videogioco originale, creato da Neil Druckmann e Naughty Dog. Siamo tornati da Neil e abbiamo detto: “Hai, in teoria, una delle tue illustrazioni preferite del videogioco originale?” Quindi ci ha inviato una cartella di circa 10-15 immagini e l’abbiamo usata con una combinazione di nostre opere d’arte e di veri funghi e vere muffe. Quando abbiamo osservato molto questi fungi, abbiamo notato uno schema molto ripetitivo. Ci sono molti buchi, gruppi di forme. Ed è qualcosa di cui io e mia figlia soffriamo, la fobia verso molti buchi o molti schemi ripetitivi.”
Gower ha quindi pensato alla fobia di cui lui e sua figlia soffrono, ossia alla ‘Tripofobia’ (un’avversione alla vista di motivi irregolari o gruppi di piccoli fori o protuberanze). Ha quindi pensato di provare a replicare questa sullo schermo, così da poter ottenere il risultato sperato: “Molto interessante da vedere, ma penso che sia anche qualcosa che scatenerebbe quella fobia. E se lo facessimo, sento che probabilmente avremo un discreto successo.”
“Abbiamo trascorso probabilmente la maggior parte di tre o quattro mesi a sviluppare tutte le diverse fasi per gli infetti, e iniziavamo inizialmente con quello che era un trucco semplice bidimensionale, per aggiungere elementi intorno agli occhi, alle narici e alla bocca, fino a quasi congiuntivite e qualche tipo di infezione agli occhi e agli orifizi. Il nostro primo stadio protesico, in quanto tale, era una rete di vene molto superficiale ma sollevata sul viso, che dava il suggerimento che questo parassita, il cordyceps all’interno del corpo umano, stesse effettivamente creando uno schema e una corsia verso il cervello per infettare l’ospite. Da lì iniziamo l’estensione con la fase due e la fase tre. Iniziamo a introdurre elementi in silicone, con dei piccoli funghi e piccoli germogli che escono dalla pelle. […] poi le fasi quattro e cinque, con elementi sempre più estesi […]. Sono incollati così bene alla pelle che se solo provassimo a strapparli dalla pelle, probabilmente porteremmo via uno strato di pelle. […] Avevamo un personaggio infetto interpretato da uno stuntman che era praticamente fuso con un muro. Lo abbiamo tenuto seduto lì per diverse ore mentre lo sistemavamo. Dobbiamo ricordarci che alla fine abbiamo a che fare con un essere umano.”
Vi lasciamo alla visione del video qui sopra per andare a scoprire, nel dettaglio, il lavoro che c’è stato dietro la creazione degli infetti di The Last of Us e di come sono stati realizzati per poter essere mostrati sul piccolo schermo.