The Get Down, su Netflix l’ascesa dell’hip-hop
Su Netflix la prima parte di The Get Down, un dramma musicale dal creatore Baz Luhrmann ambientato nella New York degli anni '70 e ritrae l'ascesa dell'hip-hop e gli ultimi giorni della musica disco, raccontati attraverso le vite e la musica di alcuni ragazzi del South Bronx che avrebbero cambiato il mondo per sempre.
di Redazione / 18.08.2016
Dal 12 Agosto è disponibile su Netflix la prima parte, in sei episodi, di The Get Down, una serie originale Netflix presentata al CES 2016 a Las vegas. E' un dramma musicale dal creatore Baz Luhrmann ambientato nella New York degli anni '70 e ritrae l'ascesa dell'hip-hop e gli ultimi giorni della musica disco, raccontati attraverso le vite e la musica di alcuni ragazzi del South Bronx che avrebbero cambiato il mondo per sempre. La serie vede protagonisti Shameik Moore, Justice Smith, Herizen Guardiola, Jaden Smith, Skylan Brooks, Tremaine Browne, Jr., Yahya Abdul-Mateen II, Jimmy Smits e Giancarlo Esposito.
Il regista Baz Luhrmann ha lavorato per oltre un decennio al fine di mettere insieme un team in grado di proporre il racconto mitico di come una città degradata e sull'orlo della bancarotta sia stata la culla di una nuova forma d'arte. Luhrmann ha collaborato con la moglie, la produttrice esecutiva Catherine Martin vincitrice di quattro premi Oscar, il leggendario MC e produttore esecutivo Nas, il produttore associato Grandmaster Flash, il drammaturgo vincitore del Pulitzer, coideatore e produttore esecutivo Stephen Adly Guirgis e altri esperti, tra cui lo storico dell'hip-hop e produttore supervisore Nelson George, i coproduttori esecutivi e sceneggiatori Aaron Rahsaan Thomas e Seth Zvi Rosenfeld, i consulenti Kurtis Blow (anche produttore associato), DJ Kool Herc, Afrika Bambaataa e Rahiem dei Furious Five, le leggende della danza quali Jose Xtravaganza e Willie "Marine Boy" Estrada, i graffitisti CRASH e DAZE, la scenografa Karen Murphy, i coreografi/produttori associati Rich e Tone, il compositore Elliott Wheeler, la costumista Jeriana San Juan e un gruppo di attori al loro debutto sullo schermo.
La serie comincia nel 1977, quando il genere disco regna supremo. "Don't Leave Me This Way" di Thelma Houston è in cima alle classifiche e la disco music e il latin hustle impazzano nei club, ma nel South Bronx sta nascendo un nuovo stile che combina danza, arte, musica e linguaggio. Non ha un nome, ma i ragazzi del quartiere ne avvertono la presenza.
"La nostra storia nasce dal contrasto tra la sfavillante sofisticazione della musica disco e l'emergente forma artistica musicale dell'hip hop", afferma Martin, che ha lavorato come costumista e scenografo dei film di Luhrmann per quasi 30 anni. "È un movimento che nasce come necessità delle persone di esprimere un'identità personale e di appartenenza. È il suono e la poesia della strada."
"Nelle sfarzose discoteche di Midtown Manhattan nessuno avrebbe mai immaginato che stesse nascendo qualcosa del genere", ricorda George, uno dei primi giornalisti a parlare di hip-hop. "Ma nei quartieri più distanti e ad Harlem, qualcosa stava crescendo grazie ai passaparola, alle audiocassette e alle feste in strada. È il contrasto tra queste due idee musicali che sta alla base della nostra linea narrativa."
Fanno parte del cast di The Get Down Shameik Moore, Justice Smith, Herizen Guardiola, Yahya Abdul-Mateen II, Skylan Brooks, Tremaine Brown Jr., Mamoudou Athie, Jimmy Smits, Giancarlo Esposito e Jaden Smith. Oltre ai personaggi fittizi, questo racconto sull'ambizione, l'amore e le difficoltà da superare include anche protagonisti veri, importanti icone del periodo, molti dei quali hanno prestato consulenza al team creativo.
"La serie ritrae fedelmente gli albori dell'hip hop con tutti i protagonisti del periodo, oltre a nuovi personaggi", rivela il produttore esecutivo Nas. "È la prima volta che viene realizzata una serie incentrata sugli inizi dell'hip hop." Il programma intreccia fatti veri con filmati di repertorio e fittizi della New York degli anni '70 e affianca brani musicali originali alle riproposizioni dei classici del periodo.
"Sono un fautore del 'portare alla luce'", confida Luhrmann. "Non sono il classico che fa le sue ricerche tutto solo in una stanza, scrive una sceneggiatura e la dirige senza alzare gli occhi dal copione. Il mio modo di operare è un atto sociale che richiede di parlare con le persone, far affiorare i loro ricordi e collaborare con altri narratori. È la ricostruzione di una memoria collettiva che ricrea anche il feeling di uno spazio e un tempo specifici, quindi le esperienze reali vissute e le relazioni che instauri sono la modalità di lavoro. L'obiettivo è raccontare una storia che s'incroci con quelle dei personaggi reali, creare un mito radicato nell'esperienza."
"Crescendo in una cittadina isolata dell'Australia vedevo New York da lontano come un'incredibile capitale creativa e culla di sofisticate forme d'arte. Ma nel 1977 era anche una città pericolosa e in un certo senso spezzata. La mia prima domanda è stata: com'è possibile che un movimento così nuovo, profondo e creativo sia nato da un luogo simile, con una gioventù e una geografia così specifiche? Incredibile creatività sì, ma pochissimi mezzi. Abbiamo visto tutti le immagini del Bronx bruciato. Ma chi erano i "ragazzi del Bronx"? Chi era questa generazione di artisti? Quali grandi avventure, senso di curiosità e speranza sono passati inosservati agli adulti e ai media? In ultima analisi, questa serie non riguarda semplicemente le origini dell'hip-hop o la decadenza della disco music. Il tema definitivo è quell'autentico impulso all'azione della prima giovinezza, con i suoi momenti felici più puri e le scoperte casuali che hanno creato il mondo dell'hip-hop", continua Luhrmann.
La scena di uno dei primi documentari sull'hip-hop, Style Wars, ha aiutato Luhrmann a delineare la mentalità ambiziosa dei personaggi di The Get Down. "Nel documentario c'è una conversazione tra una madre e il figlio graffitista di carrozze della metropolitana. La madre alza le mani al cielo in segno di disperazione, 'Non si rende conto della sua stupidità. Vuole essere visibile in tutta la città. Ma a che scopo?' 'Lo faccio per me', risponde il figlio. 'Non è per gli altri, ogni volta che salgo su un treno quasi sempre vedo il mio nome e allora mi dico che esisto davvero…'" In una New York per certi versi disperata, i giovani di The Get Down lottano per far sentire le loro voci, per affermare la propria esistenza e ricreare il mondo che gli hanno lasciato gli adulti: mettendo dischi, creando rime, cantando, disegnando graffiti sui treni, ballando o dandosi un nome d'arte.
Noto per film inimitabili di grandissimo successo quali Romeo + Giulietta, Moulin Rouge! e Il grande Gatsby, Luhrmann funge da produttore esecutivo di The Get Down e anche da regista del primo episodio. Altri produttori esecutivi della serie sono Catherine Martin, Nas, Stephen Adly Guirgis, Thomas Kelly e Paul Watters.
Lo sceneggiatore e coproduttore esecutivo Aaron Rahsaan Thomas descrive la sua esperienza in The Get Down come "un'opera epica e urbana". 'Opera' per i toni accesi che spaziano da un universo visivo a tinte forti all'emozione drammatica interpretativa fino, letteralmente, al trionfo della musica in quanto tale, 'epica' per l'ambizione di raggiungere qualcosa di unico nell'ambito della narrazione e infine 'urbana' perché riferita a un luogo e a un tempo specifici, vale a dire la New York alla fine degli anni '70 vista con gli occhi di quelli che spesso vengono ignorati: sognatori e artisti neri e portoricani, giovani e poveri. Opera epica e urbana."
I sei episodi della prima parte di The Get Down sono disponibili in in streaming per gli abbonati di Netflix di tutto il mondo da venerdì 12 agosto 2016. Lo stesso giorno RCA Records ha fatto uscire la colonna sonora ufficiale della serie. I sei episodi della seconda parte arriveranno nel 2017.