In seguito allo sciopero degli attori che sta coinvolgendo il mondo del cinema e delle serie tv, parte del cast di The Boys ha deciso di protestare fuori dagli studi di Amazon a New York.
Una delle produzioni Prime Video più redditizie e seguite dal pubblico degli abbonati è la serie tv The Boys che vede un gruppo di uomini cercare di far svelare tutti i segreti oscuri che fanno parte di alcuni supereroi intenti a salvare il mondo. Questo gruppo di persone prende per l’appunto il nome di The Boys. Della serie sono state distribuite tre stagioni ed è in arrivo uno spin-off, Gen-V, basato su dei ragazzi che vivono in un campus diretto dalla Vought e che sono dotati di superpoteri. La quarta stagione di The Boys è stata annunciata ma potrebbe slittare per via dei problemi legati allo sciopero degli attori e degli sceneggiatori che in questi giorni sta creando molti disagi nel mondo cinetelevisivo di Hollywood.
Nei giorni scorsi, abbiamo visto come alcuni attori hanno aderito a questo sciopero, il set di Deadpool 3 è momentaneamente sospeso per via di questo sciopero, così come gli attori di Oppenheimer hanno rinunciato ad entrare in sala durante l’anteprima londinese del film ma sfilando solo sul tappeto rosso.
Tra gli attori che hanno aderito allo sciopero c’è anche il cast di The Boys, che come si può notare da una foto condivisa sul profilo Instagram di Jack Quaid, interprete di Hughie Campbell, all’interno della serie tv, ha deciso di manifestare con dei cartelli fuori la sede di Amazon di New York. Con lui vediamo Aya Cash, interprete di Stormfront, Colby Minifie che nella serie è Ashley e Claudia Doumit che invece interpreta Victoria Neuman.
Tre mesi fa, gli sceneggiatori avevano cominciato il loro sciopero per via dei salari e dei trattamenti considerati non adatti al proprio lavoro da parte delle major cinematografiche e televisive e a questo è seguito lo sciopero degli attori presieduto dall’attrice Fran Drescher. Il problema principale è quello del mancato accordo di queste major con il sindacato e di come, alcuni attori vengono pagati molto poco, con queste aziende che tendono piuttosto a fornire un più che adeguato stipendio ai loro amministratori delegati.
Lo sciopero degli attori, unito a quello degli sceneggiatori, ha comportato lo stop delle riprese in molti set e quindi molte produzioni sono al momento sospese, con la ripresa prevista solo quando tutto questo sarà finito e verrà trovato un accordo tra le parti in conflitto. Il punto è che nessuno sa quando questo accadrà e quanto potrebbero prolungarsi questi scioperi. Di conseguenza, potrebbe tardare l’uscita di molte produzioni, sia film che serie tv, con tanto di possibili cancellazioni di progetti.
Ciò che sta succedendo a Hollywood non ha fatto altro che creare dei malumori tra il sindacato Screen Actors Guild e le grandi major cinematografiche, con gli attori che richiedono all’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) delle condizioni contrattuali che il sindacato al momento pretende. Si tratta del più grande sciopero lavorativo del mondo di Hollywood che si sia mai visto dagli anni ’60, quando, per interi mesi, attori e registi si unirono per una protesta causando danni non indifferenti a molti Studios. Tra le richieste degli attori ci sono quelli dell’aumento dei residuali e quindi delle royalty in particolar modo nei confronti dei servizi in streaming ma gli studi più importanti quali Disney, Netflix e Amazon non vogliono condividere questi numeri con loro. Similmente, la stessa cosa è accaduta tra la SIAE e Meta riguardo il pagamento dei diritti delle canzoni utilizzate sui social dell’azienda di comunicazione.
Tra le regole previste da SAG-AFTRA che ha indetto lo sciopero degli attori, questi non possono essere sul set, non possono presentarsi ad eventi di anteprime e promozione dei film già girati e a festival cinematografici o televisivi. Per questo si teme che nei prossimi eventi importanti legati al mondo del cinema, tra cui il Festival del Cinema di Venezia, molti attori, qualora non finisse lo sciopero in tempo, non potranno essere presenti. Se le cose non si dovessero risolvere, anche per i premi più importanti potrebbero sorgere dei problemi, con pochi titoli e attori a gareggiare nelle categorie principali, rischiando di far saltare edizioni intere.
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