The Bear, cosa aspettarsi dalla seconda stagione
'The Bear' torna con la seconda stagione a partire dal 16 agosto: ecco quello che c'è da aspettarsi dalla serie con Jeremy Allen White
di Erika Pomella / 15.08.2023
La seconda stagione di The Bear è pronta a fare il suo debutto su Disney+ a partire dal prossimo e imminente 16 agosto. La serie, che è candidata agli Emmy, è stata un successo della passata stagione televisiva e ha ottenuto un ottimo successo. Questo ha fatto sì che la seconda stagione fosse uno dei titoli più attesi dell’estate, con il pubblico in fibrillazione per vedere come avanza la storia dello chef Carmy interpretato dal Jeremy Allen White che si era fatto già amare sul piccolo schermo grazie al personaggio Lip di Shameless.
La prima stagione di The Bear si era chiusa in un momento di trasformazione. Carmy aveva in qualche modo affrontato il suicidio del fratello (Jon Bernthal) e aveva accettato di essere il nuovo leader culinario della “paninoteca” di famiglia nel momento esatto in cui il locale veniva chiuso per le pessime condizioni sanitarie in cui imperversava. Ed è proprio da qui che inizia la seconda stagione che, grazie a Disney+, abbiamo potuto vedere in anteprima.
Cosa aspettarsi dalla seconda stagione di The Bear?
Una squadra alle prese con una sfida
La seconda stagione di The Bear, soprattutto in superficie, ruota intorno all’apertura del nuovo ristorante da parte di Carmy e del suo team. Un obiettivo che catalizza l’attenzione di tutti. Dopo aver accettato in qualche modo la morte del fratello maggiore, Carmy ha deciso di prendere il suo ristorante, ereditarlo e trasformarlo in qualcosa che gli somigli di più. Un ristorante che, addirittura, vuole avere l’ambizione di concorrere per una stella Michelin e avere così una reputazione tale da far decollare gli affari. E la serie si concentra sui lavori, le sfide e i problemi legati all’idea di voler aprire questo ristorante in un breve periodo. L’aspetto più interessante di questa scelta narrativa è che The Bear 2 è che sullo schermo appare la costruzione di una squadra: ognuno con le proprie sfide e le proprie ambizioni, ma anche con le proprie specialità, concorreranno alla costruzione di un team che è tanto umano quanto culinario.
The Bear, una sceneggiatura che corre
Chi temeva che la seconda stagione di The Bear potesse non essere all’altezza della prima può tirare un sospiro di sollievo. Il nuovo arco di episodi ha percorso la strada saggia di non voler essere una noiosa e pedissequa riproposizione di quanto visto nella prima stagione. The Bear 2 è un’altra cosa, eppure riesce lo stesso a rimanere coerente a se stessa. E lo fa soprattutto con una sceneggiatura che simula il disordine laddove, al contrario, c’è un controllo maniacale. Tutti si parlano l’uno sull’altro, le scene si intrecciano in una narrativa quasi febbrile e i dialoghi sono così serrati da richiedere tutta l’attenzione del pubblico. È tutto caotico, come è caotica la squadra al centro del racconto; ma niente è davvero disordinato, perché tutti viene realizzato con una disciplina che permette allo spettatore di “godere” di quel disordine senza esserne sopraffatto, senza perdersi in esso.
Drammi familiari (e non solo)
La grandezza di The Bear sta nel fatto che il suo scopo non è raccontare una storia, ma raccontare le storie dei suoi personaggi. Un elemento che, in questa seconda stagione, appare più evidente che mai, perché la macchina da presa insiste su tutti i personaggi principali in scena. Non solo Carmy, che in qualche modo sta ancora cercando di elaborare il lutto per la sua perdita, ma anche il suo braccio destro Sydney, che continua ad essere un personaggio ambiguo, empatico ma spiacevole al tempo stesso. Ma anche gli chef della “paninoteca” entrano nel quadro, così come Richie finisce per prendersi lo spazio che il suo personaggio merita. L’attenzione sull’intimità e le aspirazioni dei protagonisti porta a degli intervalli dalla febbre dell’apertura: perciò mentre tutto ruota intorno alla trasformazione del vecchio locale, vengono a galla drammi, rimpianti e rabbie represse che sono il vero fulcro dello show.
Tante guest star
Molto più di quanto avveniva nella prima stagione, la seconda stagione di The Bear è piena zeppa di guest star che arricchiscono il parterre di istrioni chiamati ad arricchire la narrativa della serie. Tra questi (senza svelarvi immediatamente i ruoli) citiamo soprattutto Olivia Colman e Jamie Lee Curtis. Alla prima, soprattutto, bastano cinque minuti in schermo per costruire un personaggio il cui ruolo, seppur passeggero, è fondamentale per uno dei protagonisti. Torna anche Jon Bernthal nei panni di Mickey, in uno degli episodi più belli di questa splendida seconda stagione.