Terence Hill, perché veniva doppiato nei suoi film?
Il suo volto è quello dei più bei western degli anni Settanta. Sapete però perché Terence Hill veniva doppiato nei film?
di Manuela Blonna / 11.10.2023
Negli ultimi anni è stato Don Matteo, e l’amatissima guardia forestale Pietro Thiene, entrambe fiction di grande successo della Rai. Eppure Terence Hill deve gran parte della sua fama ai film western girati in tandem con l’amico Bud Spencer. In queste pellicole però era spesso doppiato, sapete perché?
Terence Hill, il doppiaggio nei film anni Settanta
Se negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscerlo con la sua voce, spesso riconoscendovi anche un leggero accento americano, il Terence Hill della gioventù è spesso stato doppiato nelle produzioni risalenti soprattutto agli anni Settanta.
Curioso se pensiamo che Mario Girotti, vero nome dell’attore nato a Venezia, è originario di Amelia in Umbria, ed ha vissuto appunto tra la Germania e l’Umbria. Gran parte della sua fama Terence Hill la deve ai film western nei Settanta del ‘900. In questo periodo sono diverse le produzioni girate a fianco dell’amico Bud Spencer. Il genere è quello noto come Spaghetti Western. Certamente ricorderete Lo Chiamavano Trinità, del 1970 ed il suo sequel Continuavano a chiamarlo Trinità, del 1971. Hill subentrò in queste pellicole a Franco Nero, altro volto iconico del genere, che però dovette dare forfait, regalando in questo modo al collega la fama mondiale.
Il successo delle pellicole fecero si che Bud Spencer e Terence girarono poi insieme ben 18 lungometraggi, di questi 16 come coppia protagonista. In alcuni come Annibale (dove sono però chiamati con i loro nomi Mario Girotti e Carlo Pedersoli), non girarono mai insieme. Hill grazie a queste produzioni potè poi trasferirsi ad Hollywood, per partecipare a produzioni come La bandera – Marcia o muori, accanto a Gene Hackman e Catherine Deneuve, e Mister Miliardo.
Curiosamente una volta arrivate in Italia, queste produzioni vedevano però Hill, così come Bud Spencer, doppiati da altri professionisti. Come mai?
Le ragioni dietro il doppiaggio italiano
Non avrebbero forse potuto doppiarsi da soli? D’altra parte l’italiano era la loro lingua madre.
Dovete pensare però che in queste pellicole Hill e Spencer giravano in lingua inglese, perché appunto produzioni straniere pensate per il mercato estero e dunque girate così per ragioni commerciali. Una volta arrivati in Italia, era però necessario che tutto fosse perfetto da un punto di vista di dizione.
Purtroppo molti attori, seppur bravissimi, non riuscivano ad avere una dizione completamente pulita, soprattutto per quel che riguardava eventuali accenti o leggere inflessioni dialettali. Per questo si preferiva affidarsi a doppiatori esperti, dalla dizione perfetta.
E questo valeva non solo per Terence Hill, ma per moltissimi attori di quel periodo, che magari non avevano semplicemente studiato l’impostazione vocale, seppur bravissimi a comunicare col linguaggio del corpo. Stesso ‘problema’ si riscontrava infatti in Franco Nero, Sophia Loren, Renzo Montagnani, doppiati per moltissimi anni.
Nel caso di Terence Hill, ad occuparsi delle sue pellicole, fu il bravissimo Pino Locchi. Lui eliminò qualsiasi accento da ogni sua scena. C’è da dire che diversi doppiatori si sono alternati nel dargli la voce, da Corrado Pani, Michele Gammino, Pino Colizzi. Locchi è però il più celebre per aver prestato la voce anche a Sean Connery, Charles Bronson, Sidney Poitier, Giuliano Gemma.
In molti pensano che tale pratica andrebbe addirittura ripresa per diversi attori della nuova generazione, che sono davvero negati in quanto a giuste inflessioni!