Sly, scena da teaser trailer del docufilm Netflix su Sylvester Stallone
Sly, scena da teaser trailer del docufilm Netflix su Sylvester Stallone

Sylvester Stallone si definisce ‘l’ultimo dei dinosauri’: ecco perché


Sylvester Stallone ha parlato della sua lunga carriera, arrivando a definirsi l'ultimo dei dinosauri: ecco cosa intende

Dopo Arnold – dedicato alla vita e alla carriera di Arnold Schwarzenegger – su Netflix sta per arrivare un documentario dedicato a un altro grande eroe del cinema action e vera e propria icona degli anni Ottanta e Novanta: Sylvester Stallone. Ed è proprio in occasione della prima mondiale di Sly – questo il titolo del documentario – che Stallone, in un’intervista con Entertainment Tonight Canada ha parlato di sé stesso definendosi “l’ultimo dei dinosauri”ma a cosa si riferisce questa espressione tanto particolare?

Sylvester Stallone e una carriera infinita

Rocky - Silvester Stallone
Rocky - Silvester Stallone

Stallone ha risposto alle domande della testata appena citata affermando, appunto, di essere “l’ultimo dei dinosauri”, spiegando con questa espressione di essere una delle ultime star del cinema iconico degli anni Ottanta ad essere ancora sulla cresta dell’onda, a recitare ancora in progetti e lungometraggi che riescono ad ottenere buoni risultati: come la saga de I mercenari (giunta al quarto capitolo) o la serie tv Tulsa King, disponibile su Paramount+, in cui recita al fianco di Garrett Hedlund, e che è già stata confermata per una seconda stagione.

In effetti, all’inizio della carriera, Sylvester Stallone non sembrava destinato a diventare chissà quale attore. È ormai diventata leggenda il fatto che l’uomo era sulla soglia della bancarotta, valutando se vendere o no il suo cane per poter sopravvivere, quando riuscii a vendere i diritti per la sceneggiatura del primo capitolo di Rocky, ottenendo anche di essere il protagonista di un film destinato poi a diventare iconico, una di quelle pietre miliari della settima arte che bisogna vedere almeno una volta se si vuole avere l’ardire di definirsi cinefilo. Rocky, diventato poi il capostipite di una saga arrivata fino al primo capitolo di Creed, è il lungometraggio che ha cambiato le sorti della carriera di Stallone e che lo ha reso un volto iconico della settima arte, una di quelle pietre grezze a cui oggi vengono dedicati documentari e monografie. E proprio sulla longevità della sua carriera, l’attore ha detto:

“Non sei mai davvero preparato per una cosa del genere… la longevità di questa carriera è una cosa da far esplodere il cervello. Ed è strabiliante perché non so quanto a lungo sapete aspettare. La società sta cambiando, il lato commerciale nel cinema è più veloce. Perciò la longevità dovrebbe essere un più. Considero me stesso come l’ultimo dei dinosauri: sai cosa intendo, no? E sono davvero orgoglioso di tutto ciò. Ma, sì, devi davvero fermarti a pensarci. È incredibile. Voglio dire, sono quasi cinquant’anni… Perciò non do niente per scontato, ma davvero voglio passare il mio tempo con le persone che amo e la maggior parte se ne è già andata.”

Poi Sylvester Stallone ha continuato la sua intervista parlando del cinema negli anni Ottanta, che è poi il cinema che ha lanciato e forse salvato la sua carriera. Ha detto:

“Gli anni Ottanta erano anni davvero interessanti perché il “tizio action” non era ancora definitivamente formato. Fino a quel momento, l’azione nei film era la corsa in auto di Bullitt, oppure Il braccio violento della legge. Un film tutto sull’intelletto e l’allusione e verbalizza questo e verbalizza quello.”

Sly
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