Gomorra – La Serie (stagione 2)

Gomorra – La Serie (stagione 2)

Scheda Stagione 2 di Gomorra – La Serie
Locandina Gomorra – La Serie (stagione 2)
Stagione numero 2 della serie televisiva Gomorra – La Serie composta da 12 episodi.
Prima visione in Italia da martedì 10 Maggio 2016 a martedì 10 Maggio 2016 su Sky Atlantic.
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Secondo capitolo della serie evento che tratta le vicende del clan camorrista della famiglia Savastano. Il duello tra Gennaro Savastano e Ciro di Marzio ha chiuso la prima stagione lasciando il primo in fin di vita. Don Pietro e' fuggito dal carcere e Conte espande il suo controllo accordandosi con Ciro. Nuovi equilibri si profilano all'orizzonte.

Elenco Episodi

Episodio 2.01
St2, Ep1

Episodio 2.01

Episodio 2.01
Prima Visione Assoluta: martedì 10 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 10 Maggio 2016
Logline: L'era del clan Savastano sembra giunta al termine spalancando un vuoto di potere che Ciro e Salvatore Conte vogliono riempire stringendo nuove alleanze.
Episodio 2.02
St2, Ep2

Episodio 2.02

Episodio 2.02
Prima Visione Assoluta: martedì 10 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 10 Maggio 2016
Logline: Tornato dall'Honduras, Genny Savastano si prepara a un incontro tanto importante quanto misterioso a Roma, dove lo attende anche Giuseppe Avitabile, un boss camorrista che vorrebbe stringere con lui un sodalizio criminale. Regia di Stefano Sollima.
Episodio 2.03
St2, Ep3

Episodio 2.03

Episodio 2.03
Prima Visione Assoluta: martedì 17 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 17 Maggio 2016
Logline: Dopo la cacciata dei Savastano, Conte guida l'alleanza degli scissionisti ma la sua tracotanza fa scaldare gli animi degli alleati.
Episodio 2.04
St2, Ep4

Episodio 2.04

Episodio 2.04
Prima Visione Assoluta: martedì 17 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 17 Maggio 2016
Logline: Un'imprevista ventata di anarchia regna su Napoli e chiunque puo' approfittarne. Sara' una rapina a cambiare di nuovo le carte in tavola: tutti capiranno che un nemico agguerrito e senza scrupoli e' pronto a sedersi sul trono e prendersi il potere.
Episodio 2.05
St2, Ep5

Episodio 2.05

Episodio 2.05
Prima Visione Assoluta: martedì 24 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 24 Maggio 2016
Logline: Con il pericolo sempre piu' incombente, Ciro spinge al limite le sue macchinazioni ma Genny non stara' a guardare: la guerra in atto non ammette scrupoli. Regia di Claudio Cupellini.
Episodio 2.06
St2, Ep6

Episodio 2.06

Episodio 2.06
Prima Visione Assoluta: martedì 24 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 24 Maggio 2016
Logline: Ciro vuole approfittare del caos che regna all'interno del clan Savastano, lacerato da divisioni e rancori, per sferrare un colpo che possa indebolire ulteriormente il vecchio Re. La sua strategia passa per le piazze dello spaccio. Regia di Claudio Cupellini.
Episodio 2.07
St2, Ep7

Episodio 2.07

Episodio 2.07
Prima Visione Assoluta: martedì 31 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 31 Maggio 2016
Logline: Ciro e' costretto ad appianare continuamente i dissidi interni che stanno indebolendo l'alleanza. I nemici sono in agguato, pronti ad approfittarne.
Episodio 2.08
St2, Ep8

Episodio 2.08

Episodio 2.08
Prima Visione Assoluta: martedì 31 Maggio 2016
Prima Visione Italia: martedì 31 Maggio 2016
Logline: Ciro e' consapevole che i suoi alleati sono pronti a divorarsi tra loro per prendersi una piazza rimasta vacante e deve fare il possibile per evitarlo. Ma un nuovo episodio all'interno del clan incendia ancora di piu' dispute e dissapori: la guerra e' nell'aria.
Episodio 2.09
St2, Ep9

Episodio 2.09

Episodio 2.09
Prima Visione Assoluta: martedì 7 Giugno 2016
Prima Visione Italia: martedì 7 Giugno 2016
Logline: Le rivalita' fanno saltare i cardini dell'Alleanza e qualcuno cerca l'appoggio di vecchi compagni. Ciro si gioca l'ultima carta per non perdere le redini del comando. Regia di Francesca Comencini.
Episodio 2.10
St2, Ep10

Episodio 2.10

Episodio 2.10
Prima Visione Assoluta: martedì 7 Giugno 2016
Prima Visione Italia: martedì 7 Giugno 2016
Logline: Ciro e' sempre piu' solo. Scianel e' tornata da Don Pietro e mentre i Savastaniani si fortificano, l'Alleanza vacilla. Il vecchio Re e' tornato e Ciro sa che per sconfiggerlo non puo' essere solo. Deve trovare nuovi alleati e farlo in fretta.
Episodio 2.11
St2, Ep11

Episodio 2.11

Episodio 2.11
Prima Visione Assoluta: martedì 14 Giugno 2016
Prima Visione Italia: martedì 14 Giugno 2016
Logline: Pietro ha ripreso il comando ma la guerra in atto ostacola il Sistema. E mentre gli omicidi si susseguono, fervono i preparativi per un matrimonio di amore e di potere. Regia di Claudio Cupellini.
Episodio 2.12
St2, Ep12

Episodio 2.12

Episodio 2.12
Prima Visione Assoluta: martedì 14 Giugno 2016
Prima Visione Italia: martedì 14 Giugno 2016
Logline: Don Pietro e' tornato padrone di gran parte delle piazze di spaccio e la sua avanzata e' inarrestabile. Ciro, messo alle strette, tenta il possibile per combattere i Savastano, ma la guerra non si ferma davanti a nulla.

NOTE DI ROBERTO SAVIANO

Ha vinto l'ostinazione. Questo quello che penso ora che vedo realizzata la seconda stagione di Gomorra – La serie. Ricordo quando progettai di realizzare una serie da Gomorra. Mi avevano scoraggiato tutti gli amici, o almeno i pochi rimasti. In Italia si associava una serie tv ad una sorta di banalizzazione del film, annacquamento del libro, utilizzo di un brand. Non era una cosa scontata realizzare una serie televisiva con qualità, complessità, rigore. C'erano anche una serie di problemi di tipo produttivo: il progetto che avevo in mente, e che poi condividemmo con tutta la squadra di sceneggiatori, era che non doveva esserci "il bene". Dal primo momento avevo in mente una storia che costringesse a misurarsi con il male, non ad evitarlo parteggiando per la figura positiva. Questo creava un ulteriore problema produttivo perché con queste dinamiche non si era realizzato nulla in Italia. Non avevo precedenti. A quel punto l'incontro con Cattleya e Sky è stato fondamentale, perché hanno creduto nella mia idea e hanno dato il via al progetto. L'arrivo di una straordinaria squadra con cui scrivere la sceneggiatura e una squadra di registi ha reso l'esperimento un'officina esaltante. La questione fondamentale dietro ogni buona serie è capire perché questa debba avere una necessità. Quando scende a fondo delle dinamiche che ci paiono le più ovvie, una serie riesce ad avere risonanza nel pubblico e quindi si fa necessaria. Dietro alla storia di una famiglia, dunque, c'è il racconto di un paese, di un'economia, di relazioni tra gli uomini e del rapporto tra gli uomini e la loro vita e morte. Gomorra – La serie diventa il racconto di come la morte sia la vera differenza nelle dinamiche di potere: se sei disposto a vivere per la tua famiglia, se sei disposto a vivere per il tuo lavoro, se sei disposto a vivere per i tuoi soldi, se sei disposto a vivere per il potere, se sei disposto a vivere per le donne non vali. Devi essere disposto a morire in ogni momento e a uccidere in ogni momento. Questo ti rende un uomo (o una donna) capace di comandare. La predisposizione alla morte. È questo che abbiamo cercato, fin dal primo momento, di raccontare. La ferocia è semplicemente un capitolo, una sfumatura. L'alchimia che aggancia lo spettatore a una serie scatta quando, pur osservando una storia diametralmente lontana dalla propria quotidianità, ne percepisce in maniera nitida la continuità. Come può farlo raccontando crimini o massacri così distanti dalla vita dello spettatore? Mostrando che la testa di un boss ragiona esattamente come quella di un amministratore delegato o del direttore di un supermercato o di un Primo Ministro: il potere ha un'unica dimensione e ha sempre la stessa logica. Il crime diventa così un potentissimo mezzo per velocizzare i meccanismi umani e predatori, liberandoli da ogni patina di mediazione. Il crime sintetizza meccanismi che sono tipici dei rapporti umani in qualsiasi contesto, da un ufficio a una qualsiasi famiglia di provincia, meccanismi liberati dai filtri sociali, morali e che possono rendere un'immagine fedele del proprio tempo. Dietro un'esecuzione, dietro una scelta di potere ci si riconosce e questo eccita e dispera al contempo. Foucault diceva che per capire una società bisogna visitarne le carceri, gli ospedali e le caserme: quei luoghi dove il potere non si può camuffare, quei contesti nei quali non è più in grado di fingere di agire in quanto legittimato. Allo stesso modo il racconto criminale rende in fiction la vita nuda, lo schifo umano così com'è. Senza filtri. La follia irrazionale umana così come la strategia più puntuale e analitica. Ecco perché piace il crime, è la verità sulla vita, la vita nuda. Nient'altro. Il crimine rappresentato e raccontato può diventare una sorta di scuola criminale per chi lo osserva? Questo è senza dubbio un tema molto delicato e rischioso, perché se utilizzato come sofismo può essere molto convincente, sì, ma per una mente che non vuole approfondire. E' molto semplice dire: un ragazzo spara in televisione e quindi un ragazzo simile farà lo stesso, ma è tutto molto più complesso. Innanzitutto dovremmo vietare Shakespeare per non incentivare al complotto, alla pazzia, al suicidio, vietare l'Iliade e le sue passioni forti, pericolose e violente. Vietare Ariosto, perché di tradimenti, scuoiamenti, massacri, o concezione dell'onore fondata sulla lama e sulla sfida i classici dell'umanità sono ricolmi. Ma tralasciando questo argomento che, benché convincente, finisce per brandire la storia letteraria come mezzo di difesa, in questi anni ho ascoltato, e chissà per quanti continueranno a dirlo, l'adagio "un film che racconta il crimine trasforma una mente semplice che lo osserva in una mente criminale". È un sofisma. Così come nessun film che racconta il bene trasfigura le periferie o le realtà criminali, allo stesso modo la complessità dell'arte è troppo molteplice e colma di sfumature per affrontare la realtà in modo così meccanicistico e furbesco. Mi permetto di dire furbesco perché si è spesso accusato Gomorra di essere un racconto negativo del territorio. Per la seconda stagione c'è stato un grado maggiore di collaborazione col territorio, ci si è resi conto che la narrazione va al di là dei paradigmi del Bene e Male. Il peggior modo per omaggiare il bene è renderlo scontato, il più importante favore che si può fare al male è renderlo prevedibile, irreale, facile. La narrazione è già di per sé una forma d'arte, e che una forma d'arte si realizzi sul territorio è un bene. Gli attentati di camorra degli ultimi mesi superano non solo il racconto di Gomorra ma anche l'ipocrisia che in tutti questi anni ha travolto il progetto. Raccontare significa conoscere, conoscere significa trasformare. Possono esistere soltanto racconti fatti male e racconti fatti bene. Si commette un grande errore quando si mettono in conflitto il racconto della bellezza e del talento con il racconto delle contraddizioni e della ferocia: sono racconti paralleli, che devono coesistere e non essere messi in conflitto l'uno con l'altro. Raccontare il male pretende talento, conoscenza della bellezza, capacità. Come non capirlo. Non aver paura della complessità, questo è ciò che chiedo a me stesso quando ideo una serie, un film, un libro. Essere complessi è l'unico modo – ne sono persuaso – per creare una serie capace di attrarre pubblico che non vuole solo intrattenersi ma capire, sentire, cambiare. 

NOTE DI REGIA DI STEFANO SOLLIMA

Al momento di accingerci a realizzare Gomorra – La serie, l'ambizione di noi registi, e di tutti coloro che ci hanno creduto e lavorato, era quella di realizzare un prodotto che, per contenuti e confezione, potesse competere con la nuova serialità internazionale, mantenendo però una cifra e uno stile che corrispondesse alla nostra specificità italiana. Un proposito che oggi, a due anni dalla messa in onda della serie, mi sento di poter dire che abbiamo saputo rispettare. È ovvio che, al momento di approcciarmi alla seconda serie, abbia sentito che la sfida stavolta, era per certi versi diversa e implicasse in qualche modo l'obbligo di fare i conti con le aspettative suscitate dalla prima. Una situazione in cui, personalmente, mi ero già trovato ai tempi di Romanzo Criminale – La serie. Al netto delle difficoltà e dell'impegno che una serie di questo tipo comunque richiede, in quell'occasione fu la natura stessa del racconto a rendere il passaggio dalla prima alla seconda stagione faticoso, ma molto naturale: il fatto cioè che le due stagioni fossero concepite sin dall'inizio come due capitoli di un affresco epico autoconclusivo, uno naturale complemento dell'altro. La prima stagione di Gomorra – La serie, invece, ha in sé qualcosa di intrinsecamente diverso, un insieme complesso e inestricabile di elementi – umani, narrativi, ambientali, antropologici, culturali – con cui mi sono, anzi ci siamo trovati tutti noi registi (tanto Francesca Comencini e Claudio Cupellini, che hanno condiviso con me l'esperienza della prima stagione, che Claudio Giovannesi, che è entrato a far parte della squadra in questa) a doverci misurare nuovamente. Ci siamo resi conto che, per affrontare una seconda stagione in cui l'asticella era naturalmente posta un gradino più in alto, gli ingredienti di cui avevamo bisogno erano gli stessi che avevamo usato nella prima, ma con in più la consapevolezza che le nostre scelte, il nostro approccio, si erano rivelati quelli giusti per affrontare il mondo che avevamo scelto di raccontare. Andando all'essenza: la cura assoluta nel dare verità e profondità psicologica ai personaggi; lo studio meticoloso del contesto in cui questi si muovono; la ricerca e la messa a punto di uno stile delle immagini che ci permettesse di vedere i personaggi immersi nel loro ambiente e quindi raccontarli insieme ad esso; la scelta di raccontare il nostro mondo privilegiando un punto di vista interno e, al contempo, quello di farlo senza giudizi, ma mantenendo un approccio etico rigoroso. E, infine, un elemento che nella seconda stagione abbiamo provato a sviluppare in modo ancora più approfondito e puntuale attraverso la scelta di location internazionali (abbiamo girato in Germania e in Costa Rica) e nazionali (Roma, Trieste). La scelta di queste location infatti, ampliando l'universo narrativo di Gomorra – La serie, cerca di rendere l'idea di un sistema criminale che, pur mantenendo salde le sue radici in un territorio ben definito e riconoscibile, si ramifica, si espande, si internazionalizza. La bussola che ci ha guidato in questa seconda stagione è la stessa, a tutti i livelli. Il punto di vista dei criminali resta, ma non lo esaltiamo. Perché il male c'è, e c'è ovviamente il fascino che esso inevitabilmente suscita, ma non c'è mai empatia con chi lo esercita. Una scelta, questa, che crediamo ci abbia aiutato a perseguire e raggiungere un livello di estrema umanizzazione dei personaggi. Nonostante quello di Gomorra – La serie sia un mondo lontano dal suo, infatti, lo spettatore, grazie all'approccio realistico e al linguaggio crudo, vero, immediato, è invitato a confrontarsi criticamente con la realtà che raccontiamo. A farsi domande sulle cause e sulle possibili soluzioni, a capire le ragioni e a vederla per quella che è: un'anomalia. Questi sono, infatti, i territori, i quartieri, i palazzi governati o comunque "abitati" dal Sistema. Ma anche che la Campania, Napoli, Scampia sono composte da gente perbene che il Sistema lo subisce, perché, come altre parti del nostro Paese, sono abbandonate a loro stesse senza che venga loro proposta un'alternativa culturale a una violenza che diviene giocoforza l'unica possibilità di sopravvivenza. Ritornare a Scampia e Secondigliano a un anno di distanza è stata un'esperienza emozionante. Un po' perché ci siamo subito resi conto che la comprensibile diffidenza incontrata l'anno precedente sul set, era in realtà destinata a sciogliersi in una partecipazione magari critica, ma sempre generosa ed entusiasta. Un po' perché abbiamo avuto la sensazione di ritrovarci in un territorio meno emarginato e in qualche modo più consapevole delle proprie possibilità di riscatto e di crescita. Ma, soprattutto, perché abbiamo potuto misurare l'onestà del nostro approccio e scoprire che, grazie al nostro lavoro, ci era stata riconosciuta una patente di verità che abbiamo raggiunto senza edulcorare la realtà, senza cedere alla tentazione di adottare un tono o un punto di vista ideologico o moralista, senza risparmiare nulla a nessuno. Esattamente quello che ci eravamo proposti di fare.

NOTE DI SCENEGGIATURA DI STEFANO BISES E LEONARDO FASOLI

Come la prima, anche la seconda stagione di Gomorra – La serie si ispira a fatti realmente accaduti, restando nel solco della storia recente delle faide che hanno insanguinato il territorio di Scampia-Secondigliano. Nella prima stagione la serie prendeva spunto dalla scissione interna al clan dominante a Napoli Nord, nel territorio di Scampia-Secondigliano, e la faida che ne scaturì nel 2004 con la vittoria dei cosiddetti "Spagnoli" o "Scissionisti". Nella nostra storia i vincitori di quella faida del 2004 prendono il potere mettendo fine al Regno dei Savastano. I vincitori sono Ciro Di Marzio, Salvatore Conte e gli eredi delle famiglie che hanno accettato di schierarsi contro i Savastano. I vincitori sono i cosiddetti "Scissionisti" e la seconda stagione racconta il loro dominio. Il dominio degli Scissionisti è, innanzitutto, la fine della monarchia assoluta dei Savastano e la creazione di una sorta di federazione di stati, alleati e con regole comuni e condivise ma sostanzialmente indipendenti, ognuno con un proprio capo, un proprio esercito e un proprio territorio all'interno dell'area di Scampia-Secondigliano. E così Ciro Di Marzio, "l'Immortale", e gli eredi dei capi piazza dei Savastano che hanno contribuito ad abbattere Genny, alleati con Salvatore Conte, lo Spagnolo, da servi diventano principi, padroni dei loro quartieri e delle loro piazze di spaccio, trovandosi tra le mani un potere e una ricchezza sconosciuti e inebrianti. Cambiano completamente i meccanismi di acquisto e spaccio della droga, cambia il sistema di controllo del territorio, di governo e di decisione. Fatalmente, in assenza di un monarca assoluto, di una figura col privilegio dell'ultima decisiva parola, si moltiplicano gli interessi e le occasioni di tensione e di conflitto. È una trasformazione profonda che ha schiuso nuove, grandi possibilità narrative, che abbiamo cercato di affrontare con lo stesso realismo e fedeltà a quanto accaduto veramente che abbiamo applicato nella scrittura della prima stagione. Perché se da una parte ci sono i vincitori – gli Scissionisti – che costruiscono il loro nuovo mondo, dall'altra ci sono gli sconfitti e cioè l'ex monarca, Pietro Savastano, suo figlio Gennaro e i suoi amici, i ragazzi del Vico che quel mondo lo vogliono fare a pezzi. Saranno proprio i ragazzi del Vico ad avere un ruolo determinante nella nostra storia come lo hanno avuto nella storia reale, dove presero il nome, tristemente celebre, di "Girati". La seconda stagione di Gomorra – La serie si ispira ad una nuova faida, quella dei Girati appunto, che nel 2012 infiammò e insanguinò nuovamente le strade e i vicoli di Napoli Nord. Ha nutrito chiaramente la nostra immaginazione il materiale narrativo ereditato dalla prima stagione che poggia sulle relazioni e sulle motivazioni di quattro figure dominanti, ingombranti l'una per l'altra: Salvatore Conte e Ciro Di Marzio nel campo degli Scissionisti, Pietro Savastano e suo figlio Genny in quello dei sovrani cacciati. Ed è pertanto sullo sfondo del dominio degli Scissionisti, della parabola dei Girati e della Faida del 2012, che assistiamo alla lotta feroce per il potere che scaturisce tra i nostri personaggi. 

NOTE SULLA COLONNA ORIGINALE DEI MOKADELIC

Ci siamo immersi nella composizione della colonna sonora di Gomorra – La serie subito dopo la visione, insieme a Stefano Sollima, di una versione non definitiva dell'episodio di apertura della prima stagione, da cui già traspariva la potenza, l'innovazione e la carica emotiva della serie. L'intesa su caratteristiche e mood del mondo musicale della OST è stata immediata. È iniziata così la ricerca di sonorità acide e distorte, minimali ed eteree, che potessero contribuire alla caratterizzazione del complesso universo dei personaggi e della loro controversa evoluzione all'interno del racconto, funzionali a rafforzare l'azione e i momenti più delicati. Sono nati così una moltitudine di temi utilizzati dai registi a volte sfruttando il contrasto a volte enfatizzando l'emotività evocata dalle scene. Gomorra – La serie ha rappresentato per i Mokadelic una sfida, un lavoro non convenzionale che si muove in equilibrio tra noise, minimalismo, psichedelia ed elettronica che si allontana dagli schemi della composizione per immagini. I Mokadelic sono: ALBERTO BROCCATELLI batteria, percussioni, synths CRISTIAN MARRAS basso,chitarra, piano, synths, programmazioni MAURIZIO MAZZENGA chitarra, basso, piano, synths, programmazioni ALESSIO MECOZZI chitarre, synths, piano, programmazioni LUCA NOVELLI chitarra, piano, synths, programmazioni 

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