Stray Dogs: intervista al regista Tsai Ming-liang
Intervista a Tsai Ming-Liang, che a Venezia 70 presenta il suo ultimo film 'Jiaoyou (Stray Dogs)'.
di Redazione / 05.09.2013
Vi presentiamo l'intervista fatta a Tsai Ming-Liang a cura di Charles Tesson, Direttore Artistico della Semaine de la Critique. Ming-Liang ha presentato a Venezia 70 Jiaoyou (Stray Dogs), il suo ultimo film. Protagonista è un uomo buono a nulla che si guadagna da vivere reggendo cartelloni pubblicitari e che, con i suoi due figli, vaga ai margini della moderna Taipei.
In Stray Dogs, ritorna a Taipei, città che appariva molto nei suoi primi lavori (compresi i film Rebels of the Neon God, Vive l'Amour, Il fiume e The Hole – Il buco), ma questa volta il tema che presenta è ancora più avvilente. Il film narra le vicissitudini di un uomo per procurarsi il sostentamento (cibo e riparo) e affronta il problema della disgregazione della famiglia. Significa che ha cambiat o opinione sulla situazione a Taiwan?
Il mondo sembra cambiare costantemente e tuttavia sembra restare immutato. Tutti i problemi restano sempre e anzi peggiorano: la povertà, la fame, la guerra, il potere, il desiderio, l'avarizia, l'odio⋯ Forse ora sto invecchiando. Mentre giravo questo film, pensavo spesso a un'espressione di Lao Tze: "Il cielo e la Terra non agiscono per benevolenza; trattano tutte le cose come cani di paglia" [Tao Te Ching, Cap. 5]. Questi poveracci e i loro figli sembrano essere stati abbandonati dal mondo, eppure devono comunque vivere. D'altro canto, ho la sensazione che coloro che detengono potere e influenza si siano dimenticati di questo mondo. Lavorano incessantemente a interminabili costruzioni, ma non sanno quando arriverà la distruzione.
In genere, nel cinema le immagini sono costruite in funzione dello sviluppo di un racconto. Invece, all'inizio di Stray Dogs, lei utilizza una serie di piani sequenza che spezzano la struttura del film e creano un senso di discontinuità. In un film, la fotografia è l'elemento principale (la luce, il colore, l'angolazione e la tessitura di un'immagine, la durata di un'inquadratura). Mentre esaminiamo i dettagli di ogni sce na, la storia inizia a svolgersi nella nostra mente. Come le è venuta in mente l'idea di usare la forma come struttura, di adottare i piani sequenza e poche inquadrature di racconto per strutturare la narrazione? Questa combinazione rende Stray Dogs intenso e particolare.
In sostanza, i miei lavori recenti si sono allontanati sempre di più dalla struttura narrativa e a maggior ragione dal racconto. Ho esaurito il mio desiderio di usare il cinema come puro strumento narrativo.
In Stray Dogs, l'obiettivo più importante, dalla sceneggiatura alle riprese e al montaggio, è stato limare il racconto, abbandonare la cosiddetta "trama". Non c'è alcun nesso diretto tra una scena e la scena successiva, quindi si ha la sensazione che non ci sia un inizio né una fine, ma al tempo stesso si percepisce una rottura nell'immediatezza che è molto vitale. Ogni scena è un'azione completa dell'attore e avviene in tempo reale, cogliendo la naturale alternanza di luce e ombra e i cambiamenti dei rumori in sottofondo. Mi piace molto. La struttura dell'intero film non ha né un inizio né una fine.
Il film comincia con esperienze del mondo reale in forte contrasto: il pulito (un supermarket immacolato e perfettamente rifornito) e lo sporco; una residenza e una casa abbandonata; le rovine e la città o la natura selvaggia. L'ambientazione della scena con la barca nella notte piovosa mi ha ricordato la sequenza di La morte corre sul fiume di Charles Laughton in cui i bambini spingono una barca a remi per fuggire. Nel suo film, per contrasto, è il padre che si allontana da solo su una barca e i bambini sono protetti da una figura materna sulla sponda del fiume. Poi all'improvviso, il film vira verso una intramontabile storia di destino: a letto, la figlia racconta una fiaba crudele (un principe rospo oppresso spera in un re) che io associo con la poesia che recita il padre. Di solito, nei suoi film, quando i personaggi iniziano a pensare alla fuga, compaiono sequenze fantastiche o scene di canto e ballo, ma questo film fa eccezione. Perché ha scelto una direzione più cupa?
La morte corre sul fiume è uno dei miei film preferiti. Il fratello e la sorella sfuggono dalle grinfie di Robert Mitchum, salgono su una barca e si lasciano trasportare dalla corrente del fiume: tutte immagini che ci rimandano a remoti e misteriosi sogni d'infanzia⋯ È un film che ha una cinematografia così pura che non potrà mai essere superata né migliorata. Spero che nessuno si sogni mai di rifarlo. Nei miei film recenti, ho avuto la tendenza a utilizzare canzoni classiche cinesi che mi piacciono o qualche brano o numero di danza leggero e gioviale per spezzare un'atmosfera tediosa e pesante. Tuttavia, non c'è nulla di questo in Stray Dogs, c'è solo il volto di Lee Kang-Sheng, che inizia a gonfiarsi quando passa la quarantina, e il suo corpo che man mano sfugge al controllo. Io sono come lo spaventoso e deforme personaggio di Robert Mitchum. Nel 1991 ho teso una trappola a I Kang e ho atteso giudiziosamente per 20 anni e finalmente mi ha dato un'interpretazione unica e straordinaria. Sono o non sono oscuro?
Possiamo dire che Stray Dogs indugia in una profonda malinconia e che l'incarnazione di questa malinconia sta tutta nel murale (un paesaggio di montagne e fiumi, torrenti e greti di corsi d'acqua), che rende i personaggi del film incantati, disperati, ma anche addolorati e sconfortati?
Ho scoperto il murale tra le rovine durante i sopralluoghi per le location e sono rimasto profondamente colpito quando l'ho visto la prima volta. Su un'intera parete di una casa fatiscente, quel paesaggio familiare a Taiwan è ritratto a carboncino. È come stare davanti a uno specchio e guardare la sponda più lontana allo specchio. È al tempo stesso reale e surreale, a portata di mano e remoto all'orizzonte. Se uno ha un mondo ideale nel cuore, una perfetta sponda lontana, un luogo nel profondo dell'anima, non è forse proprio lì?
Ho girato due scene davanti a questo murale, entrambe più lunghe di tutte le altre scene. Quante riflessioni sulla vita possono essere suscitate in noi da un muro così o da uno specchio?
È insolito vedere dei bambini nei suoi film. Come ha lavorato con i bambini questa volta? Nel suo film gli adulti piangono (il padre recita poesie tra le lacrime e alla fine la donna piange), ma i bambini no. Se venissero abbandonati, sopravvivrebbero da soli. Ha uno sguardo ottimista in merito, visto che non cadono nella depressione degli adulti, né nello sconforto nel murale?
I due bambini sono i nipoti di Kang. Sono molto uniti. La bambina non aveva mai recitato prima e all'inizio opponeva molta resistenza, ma si comportava in modo vibrante davanti alla macchina da presa e non aveva bisogno di lezioni di recitazione, quindi la lasciavo giocare con il fratello. Erano come due piccoli fantasmi, che non conoscono le pene del mondo e si divertono da soli. Anch'io ero così da piccolo.
Questa volta ho anche allentato le briglia con gli adulti, lasciando che gestissero quasi da soli la durata del tempo. Mi piacciono in particolare alcuni momenti vuoti e insignificanti quando sono in piedi in qualche luogo con lo sguardo perso.
Gli effetti sonori che Tu Duu Chih ha creato per Stray Dogs sono eccezionali. All'inizio del film, quando Lee Kang-Sheng spinge la barca a remi nel boschetto di erba alta, il rumore del traffico in sottofondo viene usato per indicare che la scena si svolge al limitare di una città. Di solito, le scene ambientate dove risiedono i due personaggi principali sono mute, come alla fine. Sentiamo solo un rimbombo in lontananza o fuori campo. Come ha ideato e progettato effetti del genere?
Gli effetti sonori in Stray Dogs sono stati tutti registrati sul posto. Quando siamo andati nello studio per le riprese sonore, ho chiesto ai tecnici di
recuperare tutti i suoni di sottofondo, compresi i respiri degli attori e questo aggiunge una sensazione sgradevole e brutale al film.
Una scena importante è quando il padre torna a casa e scopre che i bambini sono spariti e che nel letto resta solo il cavolo a forma di testa di bambola. La scena implica che la disperazione e l'amour fou possono condurre all'infanticidio (al cannibalismo, al divorare l'altro). Come ha diretto questa scena, la recitazione dell'attore e gli altri elementi (le luci, le inquadrature, ecc.)? Avete provato molto? Ha girato molti ciak o no?
Ho dato all'attore un cavolo e gli ho detto di mangiarlo. La prima ripresa è andata bene, altrimenti avrebbe mangiato un altro cavolo.
In questo film lavora di nuovo con quattro attori amati, che hanno collaborato con lei molte volte in passato, vincendo numerosi premi cinematografici internazionali. Che effetto le fa la lealtà di un attore e la sua disponibilità ad accettare i ruoli più disparati e a modificare costantemente il suo aspetto fisico? In questa occasione particolare, la sfida per Lee Kang-Sheng è stata interpretare un padre, ruolo che non aveva mai incarnato prima d'ora.
I quattro attori che recitano in St ray Dogs fanno parte della mia compagnia da oltre 20 anni . Voglio loro molto bene e devono volermene anche loro visto che ogni volta che inizio un nuovo film tornano da me. Questa è anche la mia principale motivazione nel fare un film. Forse non mi hanno mai aperto le porte alla ricchezza e io non ho mai potuto farli diventare ricchi, ma ogni volta facciamo un buon film e ci ritroviamo più maturi rispetto al film precedente. Se Stray Dogs fosse il mio ultimo film, nessuno di noi avrebbe alcun rimpianto.
Perché ha intitolato il film ispirandosi all'episodio del dipendente del supermarket che dà da mangiare ai cani randagi tra le rovine?
Le rovine fanno da sfondo a tutto il film e sono popolate di cani e di persone. Le persone si comportano come cani e i cani come persone. Sono cani liberi e anche le persone sono libere. Non hanno nulla. E noi allora? Cosa possediamo? Siamo certi di possedere qualcosa? Forse tutti noi non siamo altro che cani randagi.
Come vede il cinema taiwanese in questo momento? L'industria cinematografica cinese è in ascesa ed è fiorente e piuttosto interessante. Però sta anche gradualmente schiacciando e distruggendo le cinematografie originali di Hong Kong e Taiwan. Lei cosa ne pensa? E come trova il suo posto in questa realtà?
Sono la persona meno qualificata per parlare del cinema di Taiwan, della Cina, di Hong Kong, dell'Asia e del mondo, perché ho un punto di osservazione diverso. I film di cui parla la gente si orientano verso il mercato, i miei non mirano ad ampliare il mercato. Molte persone mi chiedono per chi faccio i miei film e non so nemmeno questo. Ma ho vissuto abbastanza a lungo, così a lungo che mi sento stanco e non ho più voglia di fare film. Forse tutte le cose che voglio filmare sono già state filmate.