Stan Lee: Neil Gaiman si scaglia contro Bill Maher


Neil Gaiman, autore di romanzi come 'American Gods' e 'Coraline', ha risposto duramente alle parole che il presentatore Bill Maher ha usato sul suo blog per lamentarsi delle "reazioni esagerate" alla morte di Stan Lee.

A poco più di una settimana di distanza dalla morte di Stan Lee – il padre di casa Marvel che ci ha lasciato all'età di 95 anni -, la dipartita dell'autore visionario continua a riempire i tabloid di tutto il mondo. Dopo le infelici parole di Armie Hammer, che giudicava superficialmente il modo in cui la gente affrontava il lutto postando selfie e immagini con Stan Lee, sono arrivate le parole di Bill Maher ad aggiungere benzina sul fuoco.

Il presentatore di casa HBO ha scritto un lungo post sul suo blog, dal titolo "Adulting", che sembra voler sottolineare l'insensatezza e l'esagerazione di tutte le reazioni avute per la morte di Stan Lee.

"Il tipo che ha creato Spider-Man e Hulk è morto. E l'America sta piangendo". Sono queste le parole che il presentatore utilizza per aprire il suo intervento sul blog (www.real-time-with-bill-maher-blog.com). Un intervento che sembra voler prendere in  giro la sofferenza di coloro che avevano palesato il loro dispiacere per la perdita di un uomo che, volenti o nolenti, ha lasciato un'impronta profondissima sull'immaginario collettivo e non solo cinematografico.

"Non ho niente contro i fumetti," continua Maher. "Li leggo ora come quando ero ragazzino e andavo fuori testa per gli Hardy Boys. Ma il presupposto alla base, allora, era che sia adulti che bambini sapevano che i fumetti erano per bambini e che poi si finiva col crescere, avvicinandosi a grandi libri senza figure".

Il giudizio di valore sulla lettura e sul valore delle opere che Maher fa nel suo intervento – e che, di fatto, rappresenta la problematica di un certo tipo di editoria che non riesce a vendere prodotti a meno di inserirli in target generazionali che ne limitano il successo – continua quando l'autore sottolinea che ora le cose sono diverse, perché gli adulti non sono in grado di abbandonare i giochi da bambini, fingendo così che i fumetti siano alta letteratura, quando invece non sono altro che intrattenimento per i più piccoli. Maher continua la sua invettiva deridendo coloro che cercano significati in un tipo di intrattenimento che, chiaramente, non incontra il suo gusto e che, altrettanto palesemente, il presentatore non capisce. Sottintende che il popolo americano sia abitato da gente stupida e che non sa crescere e Maher non rinuncia neanche ad un'arroganza di fondo quando sbeffeggia utenti che scrivono "Sono felice di aver vissuto in un mondo dove c'era Stan Lee". La risposta del presentatore, piena di snob e di un umorismo che sembra grigio per quanto è macchinoso, è: "Io sono più felice di vivere in un mondo dove ci sono ossigeno e alberi. Ma a ognuno il suo".

Chi, invece, ne capisce di letteratura per ragazzi e di forme di intrattenimento in grado di navigare oltre i limiti del genere e del target di riferimento è Neil Gaiman. L'autore – che ha regalato al mondo titoli come American Gods, Nessun Dove e Coraline, oltre ad essere l'artefice della serie a fumetti Sandman – non ha certo perso tempo e ne ha approfittato per dire la sua riguardo l'intera vicenda.

"Maher sta facendo il troll" ha scritto, con una vena di nero sarcasmo. "Julie Burchill lo aveva fatto meglio di lui, circa 30 anni fa, con la frase – Non esistono fumetti per adulti perché gli adulti non leggono fumetti -. Di fatto alla gente importa più della morte di Stan Lee di quanto potrebbe mai importargli della vita di Bill Maher"

Se non altro il presentatore, ora, è riuscito a far parlare di sé. Che fosse stato questo il suo obiettivo fin dall'inizio?

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