Giorgio Porra' racconta Agostino Di Bartolomei, il 'capitano silenzioso', a 40 anni dallo scudetto romanista. Il viaggio romantico e sofferto del campione atipico e amatissimo.
La puntata speciale "Agostino Di Bartolomei – Dritto al cuore" della produzione originale Sky Sport "L'uomo della domenica" vede Giorgio Porrà raccontare la vicenda umana e sportiva del capitano della Roma che vince lo scudetto nel 1983, Agostino Di Bartolomei, quaranta anni dopo. Disponibile dal 9 marzo 2023 on demand, e in tv alle ore 17 e alle ore 00.30 su Sky Sport Uno, alle 23 su Sky Sport Football, oltre che in streaming su NOW.
"Aveva un nome lungo, complicato per i titolisti, per i cori da stadio" scrive Porrà di Agostino Di Bartolomei. "Inevitabile accorciarlo. Agostino Di Bartolomei diventò Ago o Diba, in fondo più in linea con la sua indole, lo stile asciutto, con quel modo ermetico di relazionarsi col mondo".
Il giocatore romano e romanista sapeva giocare e guidare un team. È stato, con Liedholm e Falcao, il cervello, il capitano della Roma scudettata dell'83, che l'anno seguente sarebbe inciampata nella malasorte in finale di Coppa Campioni con il Liverpool all'Olimpico.
"Ma era uomo, Di Bartolomei, anche di rara sensibilità", prosegue il percorso narrativo del 'L'uomo della domenica'. "Il profilo basso, l'anima blindata in un pugno, lo sguardo sempre oltre, oppure rivolto su di sé, dentro di sé, ad investigare di continuo attorno alle proprie tante inquietudini". Un'avventura umana e sportiva avvincente, tormentata, istruttiva come poche altre. Come la missione di Ago, la difesa sentimentale del gioco, della sua essenza. E con quel drammatico capolinea del 30 maggio 1994 – a 10 anni dalla finale persa – ad imporre tante riflessioni anche a decenni di distanza dal suo distacco.
Una puntata che va oltre lo sport, per raccontare la biografia della persona, senza tralasciare accenni a personaggi legati alla parabola di Ago. Tra questi Nils Liedholm. Fu proprio il "Barone" a cambiargli la vita, a trasformare quella supposta lentezza del giocatore Di Bartolomei in arma letale. Gli bastò spostare qualche pedina nel suo schieramento, convinto com'era che far girare spesso i suoi li avrebbe aiutati a "vedere il mondo da altre prospettive", come diceva l'allenatore con la sua affilatissima ironia. Rientrano nel racconto della puntata anche Cerezo e Falcao, la quota verdeoro, e altri protagonisti di quella stagione. Vi rientrano anche le armi da fuoco e quella preoccupazione di autodifesa che si stratificarono nella vita privata di Di Bartolomei (come di altri giocatori in quel periodo), accendendo la lunga miccia silenziosa che molti anni dopo avrebbe fatto deflagrare la sua vita.
"Quel giorno, a San Marco di Castellabate, nel Cilento, il suo rifugio, il suo esilio" scrive Porrà, "Agostino Di Bartolomei, a 39 anni, scelse di aprire, da solo, l'ultima porta, scivolando nel buio. E lasciando dietro di sé una ininterrotta scia di dolore. Assieme ai troppi interrogativi irrisolti." Ma prima dell'epilogo, la storia passa per quell'amaro 30 Maggio '84: la finale col Liverpool all'Olimpico, con l'infausto auspicio di una eclissi di sole e la graticola conclusiva della sequenza dal dischetto, dopo i gol di Neal e Pruzzo nei tempi regolamentari, "con le danze ubriache del portiere Grobbelaar, a ipnotizzare Conti, Graziani, l'intero stadio. A farlo crollare tra i singhiozzi, come il Maracanà nel Mondiale '50."
Contribuiscono al ritratto di Diba le interviste inedite rilasciate a 'L'uomo della domenica' dagli ex compagni di squadra Franco Tancredi, Sebino Nela, Odoacre Chierico, che ancora una volta analizzano i retroscena di quella sequenza di rigori, con la pesante assenza di Falcao di cui molto si è discusso. Poi i commenti di chi ci aiuta a scavare soprattutto nel mistero umano del protagonista: l'attore Claudio Amendola, che ha il tatuaggio di Di Bartolomei su un polpaccio, lo scrittore e giornalista Giancarlo Dotto, lo scrittore-tifoso Sandro Bonvissuto, il giornalista Michele Plastino, direttore di Radio Sportiva.
Segue una clip dalla puntata de L'uomo della domenica dedicata ad Agostino Di Bartolomei, per gentile concessione di Sky.
"Agostino era il Capitano perfetto di una squadra di calcio: i capitani di una volta erano grandi uomini e grandi giocatori. Lui rappresentava tutto quello che si chiede a un grande capitano: senso di appartenenza, bravura tecnica, tattica e tutte queste cose." — Sebino Nela
"Era quello che guidava la squadra perché aveva una mentalità da centrocampista, ma Agostino era soprattutto una guida umana". — Michele Plastino
"Dentro lo spogliatoio c'erano personalità forti, ma quando parlava Agostino stavamo tutti zitti e ascoltavamo. Lui pensava prima a noi e poi a se stesso." — Franco Tancredi
"Lui aveva questa voce implosa, da ventriloquo, che gli rimaneva dentro, che non riusciva mai ad emergere… Con quel colpo di pistola per la prima volta la sua voce arrivò a tutti chiara e definitiva." — Giancarlo Dotto
"Io Agostino ce l'ho tatuato su un polpaccio, è il capitano della mia generazione, era quello che ci dava 'forza e dignità', col suo essere romano e romanista, col suo aplomb che lo metteva al di sopra degli altri, per questo era il capitano." — Claudio Amendola
"Dopo il suo ritiro dal calcio pensavo che Agostino aveva fatto una scelta che sarebbe piaciuta anche a me, andarsene in un altro posto per stare tranquillo, credevo che fosse felice, che stesse bene, e invece non era così." — Odoacre Chierico
"Oggi siamo abituati a vedere calciatori che mettono le mani in faccia, minacciano… il nostro capitano no, il suo carattere lo portava a questa forma di rispetto, che non era vassallaggio, perché poi le cose che doveva dire le diceva, ma con le mani dietro la schiena." — Sandro Bonvissuto
L'UOMO DELLA DOMENICA – DISCORSO SU DUE PIEDI
"AGOSTINO DI BARTOLOMEI – DRITTO AL CUORE"
Appuntamento giovedì 9 marzo su Sky e su NOW. Disponibile on demand
Sky Sport Uno ore 17 e 00.30
Sky Sport Football ore 23
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