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Sky Arte presenta L’Enigma di Jean Rouch a Torino. Cronaca di un film raté

A cento anni dalla sua nascita, questo documento costituisce un omaggio a Jean Rouch e un inedito racconto della sua sconosciuta 'avventura' italiana.

L'Enigma di Jean Rouch a Torino. Cronaca di un film raté, diretto da Marco di Castri, Paolo Favaro e Daniele Pianciola, presentato in anteprima alla Biennale di Venezia, per la 74a Mostra Internazionale d'Arte cinematografica nella sezione Venezia Classici – Documentari , va in onda venerdì 15 settembre alle 21.15 su Sky Arte HD in prima TV.

All'inizio degli anni ottanta, l'etnografo e cineasta francese Jean Rouch, uno dei principali animatori della Nouvelle Vague, lascia il fiume Niger e le popolazioni Dogon e approda a Torino per realizzare un film con tre giovani autori torinesi. Il documentario racconta la storia di quello che fu un vero "laboratorio d'idee", e la nascita del film che ne è derivato (Enigma, di Jean Rouch e Alberto Chiantaretto, Marco di Castri, Daniele Pianciola), ricostruendo i due anni che intercorsero tra l'arrivo di Rouch e la conclusione del progetto, attraverso la voce dei suoi principali protagonisti in dialogo con un materiale straordinario: oltre venti ore di making of, forse la documentazione più completa su un processo di creazione cinematografica e la più completa documentazione di come lavorava Jean Rouch, di come animava il set e quel luogo indefinito al di là del set, dove gli aspetti umani e quelli tecnici e creativi si mescolano diventando parte stessa del film, alla maniera del cinéma verité.

A cento anni dalla sua nascita, questo documento costituisce un omaggio a Jean Rouch e un inedito racconto della sua sconosciuta "avventura" italiana.

Il documentario è prodotto da Atacama Film, in co-produzione con Les Films du Jeudi e Les Films de la Pléiade, con la collaborazione dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa di Ivrea, con il contributo di Film Commission Torino Piemonte – Doc Film Fund e in collaborazione con Sky Arte, CNRS e CNC.

Il progetto nasce in collaborazione tra Italia e Francia e coinvolge istituzioni pubbliche, Comune di Torino, Regione Piemonte, Centre Culturel Français, il Centre National de Recherches e, per la prima volta nella sua storia, la FIAT, trasformando Enigma in un'operazione di prospettiva internazionale.

Raccontano i registi:

Come poteva un signore francese di settant'anni che vestiva sempre allo stesso modo, che non portava né orologio né occhiali (sebbene fosse miope) ma ti riconosceva senza esitazioni e sapeva sempre dire dove si trovava senza bisogno di navigatore, come poteva affascinare dei cineasti italiani fino a trascinarli in un'esplorazione non dell'Africa, ma del proprio territorio alla scoperta di tracce che solo lui riusciva a leggere? Facciamo anche noi parte della schiera dei suoi "figli", di coloro che lo ricordano e lo tramandano. E come tali rendiamo omaggio al nostro antenato, come lui faceva con i propri quando prima di bere versava a terra il suo vino brindando "aux ancêtres".  

Attorno al film viene organizzato il progetto L'Occhio, La Macchina, La Città: memorabili "lezioni di cinema verité" di Jean Rouch, vissute in prima persona da dieci videomaker torinesi under 30 che si confrontano con la realtà produttiva e i problemi di gestione di un vero film. Tra questi anche i futuri registi Mimmo Calopresti, Alberto Signetto, Pierfranco Milanese, Tina Castrovilli, Mario Miyakawa, Stefano Tealdi.  Per il film vengono inoltre interpellati intellettuali come Primo Levi, che suggerisce di introdurre una "tribù di bambini", e Oddone Camerana, allora responsabile delle Relazioni Esterne della Fiat.

L'Enigma di Jean Rouch a Torino. Cronaca di un film raté, restituisce una città oggi cambiata: la Mole Antonelliana, non ancora destinata a ospitare il Museo del Cinema; le rive del fiume Po trasformate in una giungla salgariana; il Castello di Rivoli appena ristrutturato. E ancora Villa Gualino, residenza dell'industriale mecenate Riccardo Gualino, che s'innamora del cinema fondando la Lux Film. Ma, al di là del cinema, queste immagini raccontano la volontà della Torino anni '80 di guardare al futuro, con l'ambizione di trasformarsi in un "laboratorio di idee", un incubatore di scienza e di tecnica, di arte e di produzione dell'immaginario.

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