Non Dirlo Al Mio Capo (2016)
Non Dirlo Al Mio Capo"Cosa ci faccio io, giovane madre, in uno studio legale, abitato da una fauna di single trentenni workaholic, diretto da un capo così spietato e cinico, da farti quasi dimenticare che è anche un gran figo? Più che un posto di lavoro mi sembra una gabbia di matti! Anzi no, "i veri matti sono in casa mia… dove dovrei stare anch'io". Ecco cosa pensa Lisa durante la prima riunione di lavoro. È solo il suo primo giorno e ha già capito che quella nuova vita non sarà affatto semplice. Mentre in studio si atteggia a praticante glamour ed efficiente, le incombenze da mamma e casalinga disperata la riportano alla realtà; quando a casa cerca di essere una madre impeccabile e presente, le mansioni extra del suo capo Enrico finiscono con l'allontanarla dai problemi dei suoi due figli. Lisa si guarda allo specchio e si vede sdoppiata: da una parte attacca Lisa-single, dall'altra si difende Lisa-mamma. Due anime difficili da far convivere! All'inizio è l'anima single a prevalere: lo studio legale diventa la sua seconda casa (o forse è la prima?), i colleghi sostituiscono la sua famiglia e i casi dei clienti, i problemi dei figli. Lisa riscopre i vantaggi di quella ritrovata "giovinezza", si lancia a capofitto nella nuova vita, barcamenandosi tra aperitivi, appuntamenti e incontri fugaci. Ma Lisa-mamma riappare presto in quel riflesso per ricordarle che la vita da single non fa più per lei, che è una mamma, che è responsabile, che è immune alle avances d'improbabili spasimanti, che… ha occhi solo per Enrico. Capo e praticante, infatti, saranno sempre più vicini, innegabilmente attratti l'uno dall'altra, legati da un'intesa unica, sul lavoro e non solo. Forse perché Enrico con lei riesce a lasciarsi andare, rivelando parte del suo doloroso passato. Forse perché Lisa riscopre grazie a lui la fiducia in se stessa e la voglia di mettersi in gioco. E comincerà a farlo dal lavoro, andando ben oltre il suo ruolo di praticante e mettendo in pratica le conoscenze acquisite quando era una studentessa di legge. Lisa-single gioisce, ma Lisa-mamma? Per fortuna c'è Perla, la vicina di casa eccentrica e divorziata che, seppur con metodi educativi discutibili, la aiuta a badare alla sua vera famiglia. Al piccolo Giuseppe, che soffre per la perdita del padre e per l'improvvisa distanza della mamma che non può più avere 24 ore su 24. Alla scorbutica e scostante Mia, che sfoga la sua rabbia colpevolizzando Lisa per ogni singolo problema della casa. Nonostante tutto, Lisa cerca di starle accanto, soprattutto quando si lega a Romeo, un adolescente malato in lotta tra la vita e la morte, che rappresenta per Mia una nuova sfida contro le sue più grandi paure. Quando finalmente Lisa-single e Lisa-mamma sembrano aver trovato un equilibrio stabile, quando persino Enrico riconosce il talento innato della sua praticante, la grossa bugia su cui Lisa ha fondato la sua nuova vita verrà a galla. Così Lisa rischia di perdere di nuovo tutto quello che ha costruito, nonché l'unico uomo che l'abbia guardata come una donna e non solo come una mamma.
INFO TECNICHE
Titolo Italiano: Non Dirlo Al Mio CapoTitolo Originale: Non Dirlo Al Mio Capo
Genere: Commedia
Stagioni: 1 - Episodi: 12 (durata media 50 minuti)
Nazionalità: Italia | 2016
Stagioni e Episodi
Stagioni - Episodi | Prima Visione Assoluta | Prima Visione Italia |
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Stagione 1 Episodi 12 | giovedì 28 Aprile 2016 su Rai 1 | giovedì 28 Aprile 2016 su Rai 1 |
Stagione 2 Episodi 12 | giovedì 13 Settembre 2018 su Rai 1 | giovedì 13 Settembre 2018 su Rai 1 |
Cast e personaggi
Regia: Giulio Manfredonia, Riccardo DonnaSceneggiatura: Elena Bucaccio, Francesco Arlanch, Umberto Gnoli, Valentina Capecci
Ideatori: Sabina Marabini, Silvia Leuzzi, Elena Santoro
Cast Artistico e Ruoli:
Produttori: Daniele Passani (Produttore | Produttore esecutivo), Alessandra Ottaviani (Produttore | Produttore RAI), Francesca Tura (Produttore | Produttore RAI), Luca Bernabei (Produttore), Sara Melodia (Produttore), Francesco Benvenuti (Produttore), Matilde Bernabei (Produttore)
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NOTE DI SCENEGGIATURA
Ha pensato a tutto. La macchina, una vecchia station wagon con l'adesivo "Bebè a bordo", l'ha parcheggiata a due isolati di distanza. Ha tolto la foto dei figli dallo schermo del cellulare, buttato nel secchio il portachiavi portafortuna con scritto "Mamma Ti Vogliamo Bene", cancellato dal computer ogni riferimento alla sua prole. Ha fatto tutto questo Lisa. Sì perché la prole è, viste le circostanze, il Nemico. La prole ti fa venir voglia di tornare a casa, e tu a casa non ci devi tornare mai. La prole vuole essere portata al parco la domenica. E invece la domenica si lavora. La prole qualche volta si ammala e pretende addirittura di essere curata. Stolta la prole. La prole, orrore degli orrori, va nutrita! E il cibo, nel nuovo ufficio di Lisa, è quasi più nemico della prole, perché mangiare ruba tempo al lavoro. Insomma, la prole va abbattuta. Non fisicamente, quello non si può. Ma se per caso ne sei dotata, la devi nascondere. Cosa che Lisa, oggi al suo primo giorno di lavoro nel prestigioso studio legale Vinci, è certa di aver fatto benissimo! Del resto quel lavoro le serve, il marito è morto lasciandola sul lastrico, oltre che spezzandole il cuore per la perdita e per la scoperta del prolungato tradimento con una certa Virginia. Lisa entra nell'ufficio e si sente a posto. Ha tolto gli stivaletti tacco zero con cui vive in simbiosi, ha indossato il tailleur comprato per la sua laurea. Tutta tronfia si dirige verso l'ufficio di Enrico Vinci, il nuovo affascinantissimo e misoginissimo capo dello studio… "Andiamo Simona", "Veramente mi chiamo Lisa". Lo sguardo che ne segue significa: per me potresti chiamarti pure Osvaldo. Non me ne frega niente. Voglio solo che mi segui e che lavori. E Lisa sul lavoro, sorprendentemente, è brava. Se le sue conoscenze in materia legale sono solo teoriche, con le persone ci sa fare. Quindici anni con la prole le hanno insegnato a capire al primo sguardo chi mente, chi bluffa, chi ha paura. Ed ecco che una battuta giusta di Lisa mette improvvisamente a loro agio le persone e svela sottotesti che ad un avvocato non sono comprensibili. "E brava Lucilla", "Lisa", "Chi è Lisa?". Niente, sul nome non c'è verso. Inizia così "Non dirlo al mio capo!", una serie che per me è stata particolarmente divertente da scrivere, perché parla di noi. Di tutte quelle donne che percorrono la quotidiana esistenza come fosse un percorso ad ostacoli, evitando con un salto carpiato le sfuriate del capo, mettendo le mani a scudo di fronte al "lo dico per te" delle mamme, sgusciando oltre i consigli sconclusionati delle amiche, facendosi crescere mille braccia per rispondere alle richieste dei figli. Cercando l'amore. Perché questo fa Lisa, si moltiplica. Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Due Lise le appaiono infatti negli specchi: Lisa/mamma (una versione di lei anni cinquanta, perfetta come una barbie) e Lisa/single (una supergnocca che odia i bambini e pensa solo a se stessa). Come scrivere tre personaggi in uno? Come modulare la stessa voce in tre frequenze? Ecco è stata la sfida di questa serie, almeno per me. Ho provato e riprovato. E la risposta è arrivata guardandomi allo specchio, guardando le mie amiche: dovevo amarle tutte e tre. Accettarle per quello che erano: insicure, goffe, a volte presupponenti. Alla ricerca impossibile di un equilibrio che non esiste. Ma anche molto simpatiche, buffe, sincere. Imperfette. Come tutte noi. Elena Bucaccio