Non solo Barbie: le grandi interpretazioni di Ryan Gosling

Ryan Gosling debutta oggi al cinema con Barbie (RECENSIONE), in cui interpreta un Ken sui generis, un personaggio comico, buffo ma che, grazie all’ottima sceneggiatura della pellicola, apre anche le porte a numerosi riflessioni. Proprio l’uscita di Barbie potrebbe attrarre di nuovo l’attenzione su questo interprete che, sebbene abbia una certa dose di haters che tendono a sminuire il suo lavoro, ha dimostrato come la recitazione non abbia sempre bisogno di grandi monologhi, ma che può essere convincente e affascinante anche attraverso le espressioni e la capacità di parlare attraverso uno sguardo o un sorriso appena accennato. La filmografia di Ryan Gosling dimostra non solo quanto sia prolifico, ma anche con quanta serenità l’attore si dedichi a progetti tanto diversi tra loro: dalla storia vera dietro Il sapore della vittoria – Uniti si nasce alle commedie romantiche come Crazy, Stupid, Love, passando per il melodramma de Le pagine della nostra vita o i film meramente d’azione come il recente The Gray Man, disponibile su Netflix. Di seguito, allora, vi lasciamo con la lista di quelle che secondo noi sono le migliori interpretazioni in assoluto della carriera di Gosling, con la certezza che il meglio deve ancora venire.

I film di Ryan Gosling da non perdere

Drive

Non si può pensare di fare una lista delle migliori interpretazioni di Ryan Gosling senza partire da uno dei film più belli della sua filmografia. Diretto da Nicolas Winding Refn e presentato al Festival di Cannes, Drive racconta la storia del Pilota, un uomo che lavora come stunt cinematografico e nel tempo libero guida veicoli per effettuare delle rapine. Col sogno di gareggiare in circuito, il protagonista interpretato da Gosling è un uomo che parla poco e osserva molto, una creatura che sembra in qualche modo non riuscire a trovare un posto per sistemarsi, perché la sua vita è su quattro ruote. Violento e struggente al tempo stesso, con una colonna sonora bellissima, Drive è senza dubbio uno dei film da vedere almeno una volta nella vita.

La La Land

Discorso analogo è quello di La La Land, il musical postmoderno di Damien Chazelle (presidente alla prossima edizione del Festival di Venezia), in cui Ryan Gosling interpreta Sebastian. Ballando, cantando e rappresentando un uomo che antepone i suoi sentimenti alla propria carriera, Ryan Gosling confeziona un’interpretazione che lo avrebbe potuto tranquillamente portare a vincere un Premio Oscar. Sebbene meno taciturno e cupo del personaggio di Drive, Sebastian è comunque un uomo in qualche modo d’altri tempi, su cui troneggia un costante senso di nostalgia, quella nostalgia che a volte si prova per qualcosa che non si è mai vissuto.

Blue Valentine

Altro film dalle venature struggenti che parla di ciò che era e non può più essere, Blue Valentine racconta la storia d’amore tra due persone (Ryan Gosling e Michelle Williams), che si sono innamorate perdutamente da giovani ma che ora, dopo il matrimonio, la vita reale e la genitorialità, sembrano non avere più nulla da dirsi. Quello che li legava un tempo non è più nemmeno un ricordo piacevole, ma solo la traccia di un errore di gioventù. Dipanandosi su due piani temporali, Blue Valentine offre a Ryan Gosling la possibilità di dimostrare ancora una volta (qualora ce ne fosse ancora bisogno) il suo talento.

Blade Runner 2049

In linea generale a Hollywood vige sempre la regola che certi film cult non andrebbero toccati, proprio per la capacità che hanno avuto di fare la storia del cinema. Blade Runner sembrava destinato a essere uno dei film di questo macroinsieme. Perciò quando Denis Villeneuve ha annunciato il sequel Blade Runner 2049, non sorprende che in molti hanno cominciato a sospettare e sentire puzza di bruciato. In realtà il regista di Dune ha realizzato un film splendido, capace sia di rimanere coerente con l’universo creato dal primo film con Harrison Ford, sia di costruire una storia nuova che fosse comunque convincente. Ancora una volta Ryan Gosling si trova a interpretare un personaggio tormentato e silenzioso, una sorta di eroe del western postmoderno che comunica soprattutto attraverso la sua grande espressività.