Roberto Saviano a Giffoni 2013
Roberto Saviano ospite del Giffoni Film Festival 2013 per diffondere tra i giurati il significato della parola 'Coraggio'.
di Redazione / 27.07.2013
Roberto Saviano, giornalista e scrittore conosciuto al grande pubblico per aver denunciato la realtà della Camorra e della criminalità organizzata, ha incontrato i giovani del Giffoni Film Festival 2013 nella giornata del 27 Luglio, ricevendo anche il Premio Truffaut.
"Essere qui, per me che sono campano, è una doppia emozione Significa incontrare un miracolo. L'entusiasmo del direttore del Festival è il petrolio di questa iniziativa. Era da troppo tempo che impattavo con il senso di sfiducia. Voi siete la testimonianza che qualcosa è ancora possibile."
E sulla criminalità dice,
"le mafie, strutture militari economiche, fondano il loro potere sul senso di impotenza e disfattismo. Vogliono che ci si alzi al mattino con l'aria sconfitta perché, se istalli sfiducia, stai sussurrando che essere corrotti è normale".
Sul suo modo di scrivere la verità ha sottolineato:
"Bisogna trovare la forma di narrazione giusta per dire ai cittadini 'questa storia ti riguarda' la stessa notizia può essere data in modo semplice o complesso, l'importante è creare empatia con chi legge".
Sul segreto d'eterna giovinezza Saviano ha solo certezze:
"l'unico modo è non fermarsi mai. Continuare ad imparare dandosi tempo per conoscere e cambiare idea".
Una vita difficile quella dello scrittore campano che, dall'ottobre 2006, vive sotto scorta dopo le minacce ricevute dai clan da Saviano denunciati.
"Sono dentro, quasi mio malgrado, a una vita fuori dagli schemi. Non sono mai scappato anche se, a volte, vorrei. Il coraggio lo addestri dando spazio alla dignità e alla rabbia. Si alleva come una pianta sulla quale arrampicarsi quando le cose vanno male".
"Sui tuoi libri vorrei che ci fosse il nome di ognuno di noi, così non saresti l'unico bersaglio", dice una giurata allo scrittore, il quale risponde:
"Vivere una vita limitata ti tiene in gabbia mi dà fiducia il fatto che le mie parole arrivino alle persone scovando molte strade che nemmeno io vedo".
Un giurato chiede poi a Saviano un parere sul conflitto tra israeliani e palestinesi e una riflessione sul giornalismo:
"la speranza è che si possa trovare una strada per far dialogare le due parti.
Si preferisce il gossip alla cronaca, il pericolo è che diventi più importante del racconto. Il futuro del giornalismo è nella responsabilità del lettore".
Infine, una riflessione sul rapporto tra cinema e malavita:
"Per me non esistono film che aiutano la mafia descrivere sempre il boss come cattivo e non come affascinante è controproducente. Se io raccontassi un boss solo come ridicolo farei un errore, loro passano la vita a rendersi affascinanti perché vogliono sedurre. Quindi devo raccontare anche il fascino, per poi smontarlo. Anche se oggi non è il cinema che prende ispirazione dal crimine, ma il contrario".