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Rendez-vous 2017: Film e Protagonisti

Rendez-Vous festeggia la settima edizione ampliando i confini del suo viaggio di esplorazione del nuovo cinema francese con più di 35 titoli, 6 focus, incontri speciali e anteprime, con film e ospiti che percorreranno l'Italia per più di un mese.

Dal 5 al 9 aprile 2017, a Roma, la settima edizione di Rendez-vous, nuovo cinema francese, il festival dedicato alla scoperta del nuovo cinema d'Oltralpe.

Come ogni anno, il viaggio attraverso le storie e i volti del cinema francese contemporaneo parte dalla Capitale per poi toccare, con focus e artisti, le città di Napoli, Palermo, Bologna, Torino, Firenze, Milano. Iniziativa dell'Ambasciata di Francia in Italia, la manifestazione è realizzata dall'Institut français Italia, co-organizzata con UniFrance, in collaborazione con l'Institut français Centre Saint-Louis e l'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Il responsabile del progetto è Dragoslav Zachariev, la direzione artistica affidata a Vanessa Tonnini.  Rendez-Vous festeggia la settima edizione ampliando i confini del suo viaggio di esplorazione del nuovo cinema francese con più di 35 titoli, 6 focus, incontri speciali e anteprime, con film e ospiti che percorreranno l'Italia per più di un mese.

A Roma quattro le sedi che ospiteranno la manifestazione. Al Cinema Fiamma (dal 5 al 9 aprile) in programma la sezione Anteprime e Novità, in presenza di numerosi artisti, e il focus dedicato a Diane Kruger, presentato dall'attrice in un incontro con il pubblico romano. La panoramica sul nuovo cinema francese è arricchita da Grandir!: la sezione che esplora i temi dell'adolescenza e della famiglia all'Institut français Centre Saint-Louis (dal 5 al 7 aprile), che sarà anche teatro di un incontro con Clotilde Courau. L'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici accoglie la carte blanche dedicata a Louis Garrel (7 aprile) con una trilogia presentata dall'attore e regista. Alla Casa del Cinema spazio al dibattito con gli Incontri professionali (5 aprile).

Rendez-Vous sarà a Napoli – presso l'Institut Français – dal 4 al 7 aprile con un Focus Clotilde Courau, in presenza dell'attrice. Per Firenze due gli appuntamenti: il 6 aprile apre il film Sage Femme – Quello che so di lei, in presenza del regista Martin Provost, al Cinema Spazio Uno; mentre l'11 aprile anteprima di Victoria di Justine Triet. L'Institut Français di Palermo – presso il cinema Vittorio De Seta – dal 7 al 9 aprile ospita il Focus Mia Hansen-Løve, in presenza della regista. Presso il cinema Lumière della Cineteca di Bologna, dal 7 al 14 aprile, sono in programma: un focus dedicato a Rebecca Zlotowski e tante anteprime, a incontrare il pubblico bolognese sarà ancora Martin Provost che poi farà tappa a Torino, presso il Cinema Massimo, ad inaugurare uno speciale dedicato al festival dall'8 al 12 aprile. Il viaggio si chiude a Milano con il premio Reset consegnato nell'ambito del Festival dei diritti umani, alla Triennale, il 4 maggio.

rendez-vous 2017 | un'edizione al femminile, ma non solo…
La rilevante presenza femminile nella programmazione, così come nella delegazione degli artisti invitati al festival, è specchio di un dato importante della società francese che un recentissimo studio del CNC dettaglia con i numeri. Il 22% dei film francesi usciti in sala, tra il 2011 e il 2015, sono stati infatti realizzati o co-realizzati da donne, contro il 19% dei tedeschi, l'11% dei film britannici e spagnoli e il 10% degli italiani. In dieci anni il numero delle registe è aumentato del 71% con 567 film prodotti, ma non solo, la presenza femminile si rinforza anche nella filiera, in un decennio il numero delle donne impiegate nei mestieri del cinema è aumentato del 20% contro il 5% degli uomini. E, se è ancora inferiore la remunerazione per le donne e il budget destinato ai loro film, lo scarto tende a diminuire.

Il festival Rendez-Vous, nella sua istantanea del cinema francese, quest'anno racconta quindi la Nouvelle Vague al femminile del cinema d'Oltralpe, ma sempre fedele alla sua vocazione ecclettica, accoglie i grandi autori che fanno del loro cinema uno strumento di indagine nella contemporaneità. A completare il quadro il cinema del futuro quei giovani cineasti che innovano con consapevolezza e coraggio gli stilemi del cinema di genere, in particolare del polar e della commedia. Ed infine non possono mancare i volti più noti e amati dal pubblico italiano quegli attori e attrici che danno respiro e slancio a queste storie.

film d'apertura | sage femme – quello che so di lei di martin provost
Ad aprire la settima edizione del festival, il 5 aprile, sarà : Sage Femme – Quello che so di lei, ultimo lungometraggio a firma Martin Provost, presentato fuori concorso alla 67° Berlinale. Il regista che ha fatto prova di essere un raffinato ritrattista di personaggi femminili – ricordiamo tra i suoi titoli precedenti Séraphine vincitore di 7 César e il biopic letterario Violette – affida ad un duo inedito e strepitoso : Deneuve-Frot, il suo film più intenso e appassionato. A partire da una « storia semplice », l'incontro tra due donne forti e diametralmente opposte, Provost costruisce una commedia agrodolce ma attenta ad ascoltare quegli interrogativi che agitano il cuore della società. Il risultato: un film che celebra la vita, a dispetto di ogni precarietà, ed è un invito a godere il tempo presente e a credere nel potere catartico dei cambiamenti. Il film sarà distribuito in Italia dalla Bim.

anteprime, focus, incontri speciali
Sul fronte Nouvelle Vague al femminile, Mia Hansen-Løve presenterà a Roma, e poi nel focus speciale a lei dedicato a Palermo, L 'Avenir | Le cose che verranno, distribuito da Satine Film. Vincitore dell'Orso d'argento per la miglior regia al 66° Festival di Berlino, il quinto titolo della talentuosa regista, sceglie i toni tenui di una ballata per raccontare caduta e rinascita di una donna, incarnata da una strepitosa Isabelle Huppert. Focus speciale a Bologna per Rebecca Zlotowski che presenterà a Roma il suo terzo lungometraggio, Planetarium – distribuito da Officine Ubu – una riflessione sul cinema condotta attraverso una favola sensuale e impressionista, ambientata nella Parigi fine anni Trenta, dove approdano, in un Europa scossa dai fantasmi, le sorelle Fox, due medium, interpretate dalle magnifiche: Natalie Portman e Lily-Rose Depp. Famiglia, lavoro, patria, la storia piccola nella storia grande. Questi i temi forti di una delle giovani voci del cinema francese, Justine Triet, a lei è dedicato un focus speciale che include il suo ultimo lungometraggio Victoria, una commedia disperata sulla vita caotica di una donna moderna.

Arriva a Roma Olivier Assayas per presentare Personal Shopper, distribuito da Academy Two. Premio ex aequo per la miglior regia al Festival di Cannes 2016, ha conquistato la critica americana questo affascinante thriller parapsicologico che indaga realtà, identità e apparire, attraverso gli occhi e la solitudine di Maureen, la musa Kristen Stewart. Con Chez Nous, tra i titoli più discussi della stagione, torna a Roma il cinema sociale e politico di Lucas Belvaux. Alla sua attrice feticcio, la brava Emilie Dequenne (la grande Rosetta dei fratelli Dardenne), il regista belga affida il ruolo di una premurosa infermiera ingaggiata da un partito di estrema destra per la campagna elettorale. Un film sulle strategie dei partiti populisti per andare al cuore della gente. Distribuito da Movies Inspired.

Due cineaste puntano lo sguardo sull'adolescenza come delicata stagione di sogni e illusioni. Corniche Kennedy della documentarista militante Dominique Cabrera adatta il bel romanzo omonimo della scrittrice Maylis de Kerangal, per offire un atto d'amore potente e sensuale a Marsiglia e a quella stagione della vita in cui tutto è possibile: l'adolescenza. Distribuito da Kitchen Film. Marie-Castille Mention-Schaar, conosciuta per Una volta nella vita | Les héritiers, in Le ciel attendra affronta un soggetto difficile: il processo di seduzione e indottrinamento di alcune adolescenti attraverso internet da parte di gruppi fondamentalisti, ed il doloroso percorso contrario della de-radicalizzazione. Nella sezione Cinema del reale, tre opere d'eccezione. Direttamente da Venezia, dove ha vinto il premio come Miglior documentario sul cinema: Le Concours di Claire Simon. La documentarista dà prova di essere una sottile antropologa in quest'opera che, non è solo un'immersione nella vita quotidiana della scuola di cinema La Fémis a Parigi, ma anche un tributo all'ideale di meritocrazia repubblicana.

In anteprima assoluta: Les Habitants ultimo lungometraggio di Raymond Depardon, uno dei maggiori fotografi di reportage viventi, membro dell'Agenzia Magnum Photos, documentarista e premio Pulitzer nel 1977. Depardon ancora una volta si mette in marcia le strade di Francia per ascoltare il popolo e fotografare le sue "parole in libertà, impossibili da inventare". Nel documentario Robert Doisneau, le révolté du merveilleux – distribuito da Wanted Cinema – scopriamo un volto inedito del maestro francese della fotografia d'autore, un ritratto intimo raccontato con materiale d'archivio inedito della sua collezione privata, attraverso le testimonianze di amici e colleghi, filmato dallo sguardo tenero e attento della nipote la regista Clémentine Deroudille.

Sul fronte nuovi autori. Con La mécanique de l'ombre – La meccanica delle ombre, Thomas Kruithof, al suo primo lungometraggio, mette in scena uno polar paranoico-politico sul modello dei classici americani degli anni Settanta, affidando il ruolo da protagonista della spy story al grande François Cluzet, al suo fianco : Denis Podalydès, Alba Rohrwacher. Il film è distribuito da Europictures. Arthur Harari segna un eccellente esordio con Diamant Noir, noir shakespeariano sporco e febbrile, proclamato miglior poliziesco francese dell'anno, con il Premio Jacques Deray, e premio César come Meilleur espoir masculin a Niels Schneider, il protagonista che ha il compito di tessere questo film di vendetta, ambientato nel mondo delle famiglie di commercianti di diamanti di Aversa.

Già segnalatosi per il suo primo cortometraggio (Tous les enfants s'appellent Dominique) che era stato pre-selezionato agli Oscar 2010, ed aveva avuto il Gran Premio al Festival di Toronto, Nicolas Silhol presenta a Roma, in anteprima europea, Corporate, il suo primo lungometraggio, un polar sociale ispirato all'ondata di suicidi nel mondo dell'impresa.  Indagano tutte le sfumature della commedia un manipoli di autori originali e dissacranti. Si affida a toni poetici Sophie Reine per la sua opera prima: Cigarettes et chocolat chaud che racconta una famiglia diversa alle prese con gli obblighi e le regole di uno "stage de parentalité". Popolarissimo attore, autore di pièce e programmi tv in Francia, sbarca a Roma Édouard Baer per presentare Ouvert la Nuit di cui è regista e interprete, una rocambolesca commedia on the road per le strade di Parigi. Ed infine chiude la tappa romana del festival, una delle commedie più divertenti (e intelligenti) dell'anno : La loi de la jungle di Antonin Peretjatko. Il regista dopo l'ottimo esordio con La fille du 14 juillet firma un'erotica, politica, formidabile avventura equatoriale.

Nella VII edizione del festival luci puntate su: Clotilde Courau, Louis Garrel, Diane Kruger. Attraverso incontri e focus speciali. Si comincia con CLOTILDE COURAU protagonista a Roma di un incontro e di un focus speciale a Napoli. Misteriosa, versatile, elegante, ma prima di tutto: cinéphile. Determinata ed eclettica, sul grande schermo ha sempre scelto ruoli eterogenei, il focus ne presenta un assaggio attraverso tre film: L'Ombre des femmes, una delle sue più intense interpretazioni, diretta da Philippe Garrel. Passa ai torni della commedia In Tous les soleils di Philippe Claudel, dove incarna il ruolo di Florence, la donna che potrebbe far rompere ad Alessandro il suo silenzio d'amore, mentre nel più recente Le Ciel attendra di Marie-Castille Mention-Schaar è una madre tormentata da un destino inatteso. Riflettori puntati poi su DIANE KRUGER, la "françallemande". Di nascita tedesca, di adozione francese, vive negli Stati Uniti, parla quattro lingue, è un'attrice esigente e perfezionista che attraversa senza batter ciglio il cinema d'autore, le grandi produzioni hollywoodiane e la serialità televisiva. Versatile e iperattiva (oltre quaranta film in poco più di dieci anni di carriera), si racconta attraverso: Sky, il road movie firmato da Fabienne Berthaud che – dopo averle già affidato il ruolo da protagonista nei suoi film: Pieds nus sur les limaces e Frankie – le regala uno dei suoi ruoli più intensi e luminosi. Veste i panni della regina Maria Antonietta, in Les Adieux à la reine (2011) del maestro Benoît Jacquot; si immerge nella tensione del thriller psicologico in Maryland di Alice Winocour.

Ed infine LOUIS GARREL, invitato a presentare un focus speciale a lui dedicato, l'occasione per il pubblico romano per esplorare l'universo sensuale, malinconico, poetico di un artista poliedrico. Louis Garrel non solo è cresciuto nel cinema e con il cinema, ma persegue il cinema che gli somiglia: volubile, vivo, un'esplosione di libertà e malinconia. Presenta a Roma a fianco di Rebecca Zlotowski il film Planetarium, poi una carte blanche composta da: The Dreamers di Bernardo Bertolucci (2003), l'esordio con il grande maestro, poi il suo primo lungometraggio da regista: Les Deux amis, una moderna avventura sentimentale in cui amalgama tutto ciò che ha visto, sentito e amato fin da quando era bambino, infine il biopic sensuale e barrocco Saint Laurent firmato dal grande Bertrand Bonello.

la delegazione francese a roma
Olivier Assayas, Edouard Baer, Lucas Belvaux, Clotilde Courau, Louis Garrel, Mia Hansen-Løve, Antonin Peretjatko, Martin Provost, Thomas Kruithof, Diane Kruger, Nicolas Silhol, Claire Simon, Rebecca Zlotowski. Ad accompagnare il festival: la delegazione di UniFrance con la Direttrice Generale, Isabelle Giordano, il Presidente: Jean-Paul Salomé, Gilles Renouard (Vice Direttore generale) e Maria Manthoulis (Responsabile dei festival e degli artisti).

RENDEZ-VOUS 2017 | FILM

Chez nous | Pauline è un'infermiera a domicilio che lavora tra Lens e Lille. Da sola cresce i due figli e si prende cura del padre, un ex operaio siderurgico. Scrupolosa e generosa, è amata dai suoi pazienti che possono sempre contare su di lei. Sfruttando la sua popolarità, i dirigenti del Rassemblement National Populaire le propongono di candidarsi a sindaco per le elezioni comunali. Pauline scoprirà poco a poco i legami inquietanti dei suoi padrini politici e i meccanismi di marketing dietro al suo ruolo. | Sceneggiatura: Lucas Belvaux, Jerôme Leroy Fotografia: Pierric Gantelmi d'Ille Montaggio: Ludo Troch Scenografia: Frédérique Belvaux Costumi: Dorothée Guiraud Musiche: Frédéric Vercheval Suono: Quentin Collette, Mathieu Weber, Luc Thomas Cast: Émilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix, Catherine Jacob, Anne Marivin, Charlotte Talpaert, Mathéo Debaets, Coline Marcourt, Patrick Descamps Produttori: David Frenkel, Patrick Quinet Produzione: Synecdoche, France 3 Cinéma, Artémis Productions, RTBF – Radio Télévision Belge de la Communauté Française Vendite internazionali: Le Pacte Distribuzione italiana: Movies Inspired

Cigarettes et chocolat chaud | Si muove tra humour e ironia questa commedia poetica che racconta una "famiglia diversa", quella di papà Denis che, rimasto vedovo, si barcamena come può, lavorando giorno e notte, con enormi sforzi e altrettanta fantasia, per gestire il quotidiano e le sue due figlie di 13 e 9 anni: Janis e Mercredi. Quando dimentica una volta di troppo Mercredi davanti ai cancelli di scuola, l'assistente sociale Séverine lo obbliga a uno "stage de parentalité". Per tenere unita la famiglia, i tre sono costretti a ricorrere ai loro metodi piuttosto stravaganti e alla gentile protezione del loro idolo: David Bowie.  || Sceneggiatura: Sophie Reine, Gladys Marciano Fotografia: Renaud Chassaing Montaggio: Claire Fieschi, Nassim Gordji Scenografia: Thomas Grezaud Costumi: Julie Miel Musiche: Sébastien Souchois Suono: David Rit, Anne Gibourd, Emmanuel Croset, Olivier Walczak Cast: Gustave Kervern, Camille Cottin, Héloïse Dugas, Fanie Zanini, Thomas Guy, Franck Gastambide Produttori: Isabelle Grellat, Éric Altmayer, Nicolas Altmayer Produzione: Mandarin Production Vendite internazionali: MK2 Films

Corniche Kennedy | Dal romanzo omonimo della scrittrice Maylis de Kerangal, un potente, sensibile e sensuale atto d'amore per Marsiglia e quel momento della vita in cui tutto è possibile: l'adolescenza. A Corniche Kennedy, strada che costeggia le acque del Mediterraneo e le ville più lussuose, sette adolescenti sfidano le leggi di gravità tuffandosi dalla scogliera sopra il litorale. Dalle finestre della sua abitazione chic, Suzanne li osserva in silenzio: desidera essere con loro e farà di tutto per riuscirci. | Sceneggiatura: Dominique Cabrera (dal romanzo di Maylis de Kerangal) Fotografia: Isabelle Razavet Montaggio: Sophie Brunet Scenografia: Christian Roudil Musiche: Béatrice Thiriet Suono: Xavier Griette Cast: Aïssa Maïga, Lola Créton, Alain Demaria, Kamel Kadri, Moussa Maaskri Produttore: Gaëlle Bayssière Produzione: Everybody On Deck Vendite internazionali: Jour2Fête Distribuzione italiana: Kitchenfilm 

Corporate | Thriller sul sistema del management par la terreur, l'opera prima di Nicolas Silhol è un polar sociale ispirato all'ondata di suicidi nel mondo dell'impresa. Emilie Tesson-Hansen è una giovane e brillante manager, killeuse delle Risorse Umane di un grande gruppo agro-alimentare. Quando uno dei dipendenti si suicida davanti ai suoi occhi, la direzione nega ogni responsabilità e tutti vedono in lei il capro espiatorio. Divisa tra i colleghi traumatizzati e le pressioni della potente gerarchia aziendale, Emilie è decisa a salvare la sua pelle. | Sceneggiatura: Nicolas Silhol, Nicolas Fleureau Fotografia: Nicolas Gaurin Montaggio: Florence Bresson Scenografia: Sidney Dubois Musiche: Mike, Fabien Kourtzer, Alexandre Saada Suono: Antoine Corbin, Julien Roig, Emmanuel Croset Cast: Céline Sallette, Lambert Wilson, Stéphane De Groodt, Violaine Fumeau, Alice De Lencquesaing Produttori: Jean-Christophe Reymond, Amaury Ovise Produzione: Kazak Productions, Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, Canal +, Ciné +, Manon 6, Cinémage 10, Cofinova 12 Vendite internazionali: Indie Sales 

Diamant noir | Revenge movie shakespeariano, intrigo di famiglia, noir sporco e febbrile: l'heist thriller d'esordio di Arthur Harari è stato proclamato miglior poliziesco francese dell'anno conquistando il Premio Jacques Deray. Pier Ulmann – interpretato da Niels Schneider, premio César come Meilleur espoir masculin – erede reietto di una dinastia di commercianti di diamanti di Anversa, vive da solo a Parigi, dove lavora "sporco" per conto di Rachid, la sua unica "famiglia". Una notte viene ritrovato il cadavere di un uomo, un senzatetto. È Victor, il padre di Pier, che non vedeva da quando era bambino. Il ritorno ad Anversa per il funerale scatenerà in lui un cieco desiderio di vendetta. | Sceneggiatura: Arthur Harari, Vincent Poymiro, Agnès Feuvre (da un soggetto di Arthur Harari e Olivier Seror) Fotografia: Tom Harari Montaggio: Laurent Sénéchal Scenografia: Véronique Sacrez Costumi: Sophie Lifshitz Musiche: Olivier Marguerit Suono: Ivan Dumas Cast: Niels Schneider, August Diehl, Hans-Peter Cloos, Abdel Hafed Benotman, Guillaume Verdier, Raphaëlle Godin, Jos Verbist, Hilde Van Mieghem Produttori: David Thion, Philippe Martin Produzione: Les Films Pelléas, Savage Film, Frakas Productions, France 2 Cinéma, Jouror Productions, Proximus, Fauret Productions Vendite internazionali: Films Distribution

L'Avenir Le cose che verranno | Nathalie (una strepitosa Isabelle Huppert) è una professoressa di filosofia che vive a Parigi con il marito, anche lui filosofo, e i loro due figli. Ama la sua professione e dedica il tempo libero alla sua collezione di libri, agli ex studenti e a sua madre, una donna molto possessiva. Quando il marito la lascia per un'altra, la rottura inattesa la mette di fronte a una rinnovata libertà e alla possibilità di reinventarsi una nuova vita. Vincitore dell'Orso d'argento per la miglior regia al 66° Festival di Berlino, il quinto titolo della regista seduce come una ballata intima e sensuale che celebra la vita e il desiderio incessante di rinascere. | Sceneggiatura: Mia Hansen-Løve Fotografia: Denis Lenoir Montaggio: Marion Monnier Scenografia: Anna Falguères Costumi: Rachèle Raoult Suono: Vincent Vatoux Cast: Isabelle Huppert, André Marcon, Roman Kolinka, Edith Scob, Sarah Le Picard, Solal Forte, Elise Lhomeau, Lionel Dray, Grégoire Montana-Haroche, Lina Benzerti Produttori: Charles Gillibert, Rémi Burah, Olivier Père Produzione: CG Cinéma, Detail Film, Arte France Cinéma, Rhône-Alpes Cinéma, Cinémage, Cofinova SRG SSR, Canal +, Arte France, Procirep, CNC, Hessen Film Fund Vendite internazionali: Les Films du Losange Distribuzione italiana: Satine Film 

La Loi de la jungle | Una delle commedie più divertenti (e intelligenti) dell'anno: un'erotica, politica, formidabile avventura equatoriale che respira come un film di Claude Zidi filmato da Godard con la comicità demenziale di Zucker, Abrahams e Zucker. Marc Châtaigne, impacciato e adulto stagista del Ministero della Norma, è inviato in Guyana per supervisionare la costruzione del cantiere della Guyaneige, la prima pista sciistica d'Amazzonia, destinata a rilanciare il turismo nella zona. Ma, arrivato in America centrale, si trova a fare i conti con la scarsa ospitalità della giungla e con la provocante Tarzan, la bella stagista che lavora presso l'ufficio nazionale delle foreste. | Sceneggiatura: Antonin Peretjatko, Frederic Ciriez, Maud Ameline Fotografia: Simon Roca Montaggio: Antonin Peretjatko, Xavier Sirven Scenografia: Yann Mègard, Serge Fernandez Costumi: Sidonie Pontanier Suono: Fabrice Osinski, Julien Roig, Vincent Verdoux Cast: Vincent Macaigne, Vimala Pons, Pascal Légitimus, Mathieu Amalric, Fred Tousch, Rodolphe Pauly, Jean-Luc Bideau, Pascal Tagnati, Thomas De Pourquery, Philippe Laudenbach Produttrice: Alice Girard Produzione: Rectangle Productions, France 3 Cinéma, Orange Studio, Scope Pictures, Imav Editions, Chaya Films, Aldabra Films Vendite internazionali: Be for Films 

La Mécanique de l'ombre La meccanica delle ombre | Spy thriller e polar paranoico-politico sul modello dei classici americani degli anni Settanta. Duval è un contabile ex alcolista, riflessivo e meticoloso. Da tempo ha qualche difficoltà a trovare un nuovo posto di lavoro. Così, quando una misteriosa organizzazione gli chiede di trascrivere delle intercettazioni telefoniche, accetta senza porre domande. Rimarrà invischiato, con la sua nuova amica Sara (Alba Rohrwacher), in un pericoloso intrigo che vede coinvolti i servizi segreti e le alte sfere del governo francese. | Sceneggiatura: Thomas Kruithof, Yann Gozlan in collaborazione con Marc Syrigas, Aurélie Valat Fotografia: Alex Lamarque Montaggio: Jean-Baptiste Beaudouin Scenografia: Thierry François Costumi: Christophe Pidre Musiche: Grégoire Auger Suono: Nicolas Provost, Jon Goc, Alexandre Widmer Cast: François Cluzet, Denis Podalydes, Sami Bouajila, Simon Abkarian, Alba Rohrwacher, Beernntard Eylenbosch Produttori: Thibault Gast, Matthias Weber, Geneviève Lemal, Arlette Zylberberg Produzione: 24 25 Films, Scope Pictures, RTBF, Sabah 5 Productions, Canal +, OCS, A Plus Image 6, Cofimage 27, Sofitvcine 3 Vendite internazionali: WTFilms Distribuzione italiana: EuroPictures 

Le Ciel attendra | Sonia ha 17 anni e per "garantire" un posto in Paradiso alla propria famiglia ha quasi commesso un gesto irreparabile. Mélanie di anni ne ha 16 e vive con sua madre. Ama andare a scuola e uscire con gli amici, suona il violoncello e vuole cambiare il mondo. Ma quando incontra un ragazzo su internet e se ne innamora, la sua realtà cambia: a poco a poco, si fa reclutare da alcuni integralisti dell'Isis. Un film che descrive con sottigliezza le differenti tappe del processo di seduzione, indottrinamento e il doloroso percorso contrario della de-radicalizzazione. Un duro e coraggioso grido di denuncia su un nervo scoperto dell'opinione pubblica europea. | Sceneggiatura: Marie-Castille Mention-Schaar, Emilie Frèche Fotografia: Myriam Vinocour Montaggio: Benoît Quinon Scenografia: Valérie Faynot Costumi: Virginie Alba Musiche: Pascal Mayer, Steve Bouyer Suono: Dominique Levert, Nikolas Javelle, Armelle Mahé Cast: Noémie Merlant, Naomi Amarger, Sandrine Bonnaire, Clotilde Courau, Zinédine Soualem, Dounia Bouzar, Ariane Ascaride, Yvan Attal Produttori: Marie-Castille Mention-Schaar, Philippe Saal Produzione: Willow Films, UGC Images, France 2 Cinéma Vendite internazionali: Gaumont 

Le Concours | Miglior documentario sul cinema alla Mostra di Venezia 2016, un'immersione nella vita quotidiana della scuola di cinema La Fémis a Parigi, dove per le ammissioni viene applicato un ideale repubblicano di eccellenza che può essere riassunto in una sola frase: tutti sono uguali, ma solo i migliori entrano. Attraverso il racconto del processo di selezione, del duro lavoro tutto l'anno e degli esami di diploma, Claire Simon delinea un ritratto del nostro rapporto con l'eccellenza nell'Arte, mostrando come una professione sceglie i propri eredi. Ogni giuria nutre dubbi e si mette continuamente in discussione. | Sceneggiatura: Claire Simon Fotografia: Claire Simon, Aurélien Py, Pierre- Hubert Martin, Prisca Bourgoin Montaggio: Luc Forveille, Léa Masson Suono: Olivier Hespel, Clément Decaudin, Clément Trahard Mixing: Nathalie Vidal Produttori: Arnaud Dommerc, Belinda Leduc Produzione: Andolfi Vendite internazionali: Wide House 

Les Habitants | Raymond Depardon, uno dei maggiori fotografi di reportage viventi, membro dell'Agenzia Magnum Photos, documentarista e premio Pulitzer nel 1977, dirige un nuovo "racconto della realtà" per le strade di Francia. Da Charleville- Mézières a Nizza, da Sète a Cherbourg, il regista ha attraversato il Paese in una roulotte-studio e ascoltato coppie di persone comuni parlare dei temi che le motivano, preoccupano o entusiasmano. Gente che lavora, prende il diploma, si sposa, divorzia, vota, e che parla di storie d'amore e obiettivi nella vita. Depardon ancora una volta ascolta il popolo e fotografa le sue "parole in libertà, impossibili da inventare". | Fotografia: Raymond Depardon Montaggio: Pauline Gaillard Musiche: Alexandre Desplat Suono: Claudine Nougaret Mixaggio del suono: Emmanuel Croset Produttrice: Claudine Nougaret Produzione: Palmeraie et Désert, France 2 Cinéma Vendite internazionali: Wild Bunch Distribuzione italiana: Cinema Srl 

Ouvert la nuit | Luigi ha una sola notte per salvare il suo teatro. Alla vigilia dell'anteprima di una nuova commedia, il regista giapponese della pièce minaccia di annullare lo spettacolo qualora non abbia in scena una scimmia vera. Luigi deve anche riconquistare la fiducia della sua compagnia e il rispetto della sua migliore amica e sua più stretta collaboratrice. Nella folle ricerca dell'animale si fa accompagnare da Faiza, una giovane stagista: le loro peregrinazioni si trasformeranno ben presto in un viaggio iniziatico. Una rocambolesca, sensibile e poetica commedia on the road per le strade di Parigi. | Sceneggiatura: Édouard Baer, Benoît Graffin Fotografia: Yves Angelo Montaggio: Hervé De Luze Scenografia: Emmanuel De Chauvigny Costumi: Carine Sarfati, Chloé Lesueur Musiche: Alain Souchon Suono: Delphine Malaussena, Thomas Desjonquères, Jean-Paul Hurier Cast: Édouard Baer, Sabrina Ouazani, Audrey Tautou, Christophe Meynet, Jean-Michel Lami, Grégory Gadebois, Patrick Boshart, Marie-Ange Casta Produttore: Barka Hjij Produzione: Les Films en Cabine, Cinéfrance Vendite internazionali: Le Pacte 

Personal Shopper | Premio ex aequo per la miglior regia al Festival di Cannes 2016, una potente riflessione su realtà, identità e apparire, un affascinante thriller parapsicologico firmato da un regista culto. Maureen (la musa Kristen Stewart) è una ragazza americana che lavora a Parigi come "personal shopper" della celebrità Kyra. Ma ha anche la particolare capacità di comunicare con gli spiriti dei morti, dono che condivideva con il fratello gemello Lewis, da poco scomparso. Ben presto, Maureen comincia a ricevere messaggi ambigui provenienti da una fonte sconosciuta. | Sceneggiatura: Olivier Assayas Fotografia: Yorick Le Saux Montaggio: Marion Monnier Scenografia: François-Renaud Labarthe Costumi: Jürgen Doering Suono: Nicolas Cantin, Nicolas Moreau, Olivier Goinard Cast: Kristen Stewart, Lars Eidinger, Sigrid Bouaziz, Anders Danielsen Lie, Nora Von Waldstätten, Benjamin Biolay Produttori: Charles Gillibert, Sylvie Barthet, Artemio Benki, Fabian Gasmia Produzione: CG Cinéma, Vortex Sutra, Sirena Film, Detail Films, Arte France Cinéma, Arte Deutschland/WDR, Canal +, Ciné + Vendite internazionali: MK2 Films Distribuzione italiana: Academy Two 

Planétarium | Romanesque et spectral, il terzo film di Rebecca Zlotowski è una favola affascinante e misteriosa, ispirata alla vicenda delle sorelle Fox. Nella Parigi di fine anni Trenta, le due giovani medium americane Kate e Laura Barlow stanno concludendo un giro del mondo. Affascinato dal loro dono, André Korben, visionario quanto potente produttore francese, le ingaggia per girare un film molto ambizioso. Nel vortice del cinema, degli esperimenti e dei sentimenti, questa nuova famiglia non si accorge di ciò che si sta preparando per l'Europa. Quanto è importante il cinema come strumento di conoscenza? Che cosa hanno da dirci i fantasmi? Contro chi vogliono metterci in guardia? | Sceneggiatura: Robin Campillo, Rebecca Zlotowski Fotografia: George Lechaptois Montaggio: Julien Lacheray Scenografia: Katia Wyszkop Costumi: Anaïs Romand Musiche: Rob Suono: Olivier Hespel, Charles Autrand, Alexis Place, Sébastien Pierre, Marc Doisne Cast: Natalie Portman, Lily-Rose Depp, Emmanuel Salinger, Louis Garrel, Amira Casar, Pierre Salvadori, David Bennent, Damien Chapelle Produttori: Frédéric Jouve, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne Produzione: Les Films Velvet, Les Films du Fleuve, Kinology, France 3 Cinéma, Proximus, RTBF Vendite internazionali: Kinology Distribuzione italiana: Officine UBU 

Robert Doisneau, le révolté du merveilleux | Un ritratto intimo del maestro francese della fotografia d'autore Robert Doisneau, raccontato con materiale d'archivio inedito della sua collezione privata e attraverso le testimonianze di amici e colleghi come Sabine Weiss, Daniel Pennac, Philippe Delerm e François Morel. Da Parigi a New York passando per Tokyo, scopriamo un Doisneau diverso, amante del colore e delle nuove forme d'architettura delle banlieue moderne, giocoliere e funambolo, portatore eterno di felicità e creatore di immagini in grande equilibrio tra emozione e messa in scena. | Fotografia: Grégoire de Calignon Montaggio: Marie Deroudille Animazioni: Emmanuel Guibert Musiche: Olivier Daviaud Suono: Benjamin Bober Voci: Clémentine Deroudille, Eric Caravaca Produttore: Jan Vasak Produzione: Day For Night Productions, Arte France Cinéma, INA – Institut National de l'Audiovisuel Distribuzione italiana: Wanted Cinema 

Sage Femme Quello che so di lei | Claire è un'ostetrica appassionata del suo lavoro e una donna generosa, votata agli altri. Già preoccupata per la prossima chiusura del reparto maternità dove lavora, vede la sua vita sconvolta dal ritorno inaspettato di Béatrice, l'affascinante quanto stravagante ex amante del defunto padre. Dall'effervescente incontro tra due donne così diverse, nascerà un'amicizia dolce e inaspettata. Provost, abile nel raccontare il mondo femminile e i suoi non detti, affida ad un duo strepitoso, Deneuve-Frot, il suo film più intenso e appassionato: una commedia agrodolce che celebra la vita, il tempo presente e il potere catartico dei cambiamenti. | Sceneggiatura: Martin Provost Fotografia: Yves Cape Montaggio: Albertine Lastera Scenografia: Thierry François Costumi: Bethsabée Dreyfus Musiche: Grégoire Hetzel Suono: Brigitte Taillandier, Ingrid Ralet Cast: Catherine Frot, Catherine Deneuve, Olivier Gourmet, Quentin Dolmaire, Mylène Demongeot Produttori: Olivier Delbosc, Emilien Bignon, Jacques- Henri Bronckart, Olivier Bronckart Produzione: Curiosa Films, France 3 Cinéma, Versus Production Vendite internazionali: Memento Films International Distribuzione italiana: BiM Distribuzione 

Sky | Diane Kruger, amica e musa di Fabienne Berthaud (già protagonista dei suoi precedenti film), è Romy, una donna che smette di subire la vita e superando ogni paura, abbraccia la libertà. In vacanza nel sud degli Stati Uniti con il marito Richard, decide di rompere ogni legame e di fuggire. Seguendo soltanto il suo istinto, la sua strada si incontrerà con quella di Diego (Norman Reedus, il Daryl Dixon di The Walking Dead), un uomo solitario con cui condividerà un amore inimmaginabile ma puro. Un road movie che regala alla Kruger uno dei suoi ruoli più intensi e luminosi. | Sceneggiatura: Fabienne Berthaud, Pascal Arnold Fotografia: Nathalie Durand Montaggio: Pierre Haberer Scenografia: Christian Kastner Musiche: François-Eudes Chanfrault Suono: Jean-Yves Münch, Andreas Hildebrandt, Vincent Hazard, Matthias Lempert Cast: Diane Kruger, Norman Reedus, Gilles Lellouche, Lena Dunham, Q'orianka Kilcher Produttori: Gabrielle Dumon, Bertrand Faivre, Gregoire Lassalle, Christoph Friedel, Claudia Steffen Produzione: Le Bureau, Vamonos Films, Pandora Film Vendite internazionali: The Bureau Sales 

Victoria | Victoria Spick è una penalista dipendente dal sesso e dal lavoro, egocentrica, fragile e in pieno vuoto sentimentale. Invitata a un matrimonio, incontra l'amico di vecchia data Vincent e l'ex spacciatore Sam, baby sitter e aspirante avvocato che ha difeso con successo in tribunale. Il giorno dopo, Vincent è accusato di tentato omicidio dalla sua compagna. Unico testimone: il cane dalla vittima. Victoria accetta a malincuore di difendere l'amico e assume Sam come suo assistente au pair. Da quel momento per Victoria ha inizio una serie di autentici cataclismi, emotivi e professionali. Una "commedia disperata sulla vita caotica di una donna moderna". | Sceneggiatura: Justine Triet Fotografia: Simon Beaufils Montaggio: Laurent Sénéchal Scenografia: Olivier Meidinger Costumi: Charlotte Vaysse Suono: Julien Sicart, Olivier Touche, Simon Apostolou Cast: Virginie Efira, Vincent Lacoste, Melvil Poupaud, Laurent Poitrenaux, Laure Calamy, Alice Daquet Produttore: Emmanuel Chaumet Produzione: Ecce Films, France 2 Cinéma Vendite internazionali: Indie Sales

RENDEZ-VOUS 2017 | PROTAGONISTI

CLOTILDE COURAU | Misteriosa, versatile, elegante, admirable trapéziste, ma prima di tutto: cinéphile. Clotilde Courau, dopo un'infanzia in Africa, appena adolescente, ha ben chiaro cosa farà da grande: l'attrice. Di anni ne ha appena 16 quando sceglie un mestiere come si sceglie un destino e vi si dedica con passione e determinazione. Nella sua carriera, al teatro come al cinema, ha interpretato ruoli tanto diversi, accomunati da quella vibrazione speciale che ha lo sguardo di una donna affascinata dal cinema e dalla professione d'attore. Dopo il debutto in palcoscenico, è il cinema a darle la fama: nel 1990 fa la sua prima apparizione con Le Petit criminel di Jacques Doillon, grazie al quale vince il premio per la migliore interpretazione femminile alla Berlinale e ottiene la candidatura ai César. Da allora la sua carriera si divide tra teatro e cinema, ai quali unisce spesso la passione per il canto, come dimostrano Les Nuits d'une demoiselle (una serie di quattro numeri musicali con i quali nel 2009 si esibisce al Crazy Horse) e la tournée trionfale per la pièce musicale Irma la Douce. «Quello che mi definisce davvero nella vita è il mio mestiere: sono più di dieci anni che mi batto per dimostrarlo», ha raccontato a Cannes quando ha aperto da protagonista la Quinzaine des Réalisateurs con L'Ombre des femmes di Philippe Garrel, una delle sue più intense interpretazioni. Determinata ed eclettica, sul grande schermo ha sempre scelto ruoli in film eterogenei, dalle commedie – che siano romantiche come Marthe di Jean-Loup Hubert (1997) e La Parenthèse enchantée (2000) di Michel Spinosa o nere come Le Poulpe di Guillaume Nicloux (1998) e Mon idole di Guillaume Canet (2002) – all'horror (Promenons-nous dans les bois di Lionel Delplanque, 2000), passando per il crime thriller (La Mentale di Manuel Boursinhac, 2002) e il biopic (La Vie en rose di Olivier Dahan, 2007). Quest'anno ha lavorato in Le Ciel attendra di Marie- Castille Mention-Schaar, presto la vedremo in tv in L'Incident, ricostruzione dell'affaire Tonglet Castellano firmata Alain Tasma.

LOUIS GARREL | Icona di stile ed eleganza, Louis Garrel non solo è cresciuto nel cinema e con il cinema, ma persegue il cinema che gli somiglia: volubile, vivo, un'esplosione di libertà e malinconia. Figlio dell'attrice Brigitte Sy e di Philippe, l'ultimo erede della Nouvelle Vague, nipote di Maurice, attore con un centinaio di film all'attivo. Louis (nato nel 1983) esordisce a soli sei anni nel film Les Baisers de secours di papà Philippe. Studia al Conservatoire national supérieur d'art dramatique (CNSAD) di Parigi, dove si diploma nel 2004. Scoperto al cinema in Ceci est mon corps di Rodolphe Marconi (2000), diventa il protagonista del "ciclo sul maggio francese" composto da The Dreamers di Bernardo Bertolucci (2003) e Les Amants réguliers di Philippe Garrel (2004), con il quale si aggiudica il César per la migliore promessa maschile. Al padre resta fedele interpretandone l'alter ego anche in La Frontière de l'aube del 2008, mentre nei successivi Un été brûlant del 2011 (home movie con il nonno Maurice, al suo ultimo film) e La Jalousie del 2013 (con la sorella Esther) incarna passioni e sentimenti senza tempo. Lo stesso vale per il rapporto speciale che instaura con Christophe Honoré, che lo dirige in sei film, da Ma mère (2004) a Bien-Aimés (2011). Insieme fragile e aggressivo, inquieto e travolgente, Louis non si è mai richiuso nel ruolo d'attore. «Per sfuggire al disagio della civiltà c'è chi si rifugia nello yoga, nella droga o sceglie paesi lontani. Io evado guardando film», ha raccontato. Già nel 2008, sperimenta dietro la macchina da presa con il suo primo cortometraggio Mes Copains, dramma intimo in cui filma i suoi amici alle prese con gli anni che passano, le speranze e le loro esigenze. Il suo cinema è nutrito di personaggi e luoghi ricchi di storie, come dimostra con il mediometraggio Petit Tailleur (2010), "une belle histoire d'amour" malinconicamente romantica tra Léa Seydoux e Arthur Igual, ispirata dai classici del melodramma e dalla Nouvelle Vague. Nel 2011 porta a Locarno il corto La Règle de trois, "un pomeriggio a tre" che dirige e interpreta con Golshifteh Farahani e Vincent Macaigne. A trent'anni compiuti, arriva il momento del suo primo lungometraggio: liberamente ispirato alla pièce teatrale Caprices de Marianne di Alfred de Musset e presentato fuori concorso alla Semaine de la Critique di Cannes, Les Deux amis è una moderna avventura sentimentale in cui amalgama tutto ciò che ha visto, sentito e amato fin da quando era bambino. Louis continua instancabile il salto da un lato all'altro dello schermo: diventa lo spiantato aristocratico principe dei Seventies Jacques de Bascher nell'anticonvenzionale biopic Saint Laurent di Bertrand Bonello, è nel cast di Mon roi di Maïwenn, Planétarium di Rebecca Zlotowski, La Danseuse di Stéphanie Di Giusto, Mal de Pierres di Nicole Garcia. A chiudere il cerchio ci penserà Redoubtable, il nuovo progetto di Michel Hazanavicius sui primi anni del sodalizio sentimentale e artistico tra il padre della Nouvelle Vague, Jean-Luc Godard (Garrel), e l'attrice Anne Wiazemsky (Stacy Martin). Formidabile.

DIANE KRUGER | Bellezza, eleganza, fascino. Energia, talento, intelligenza. Di nascita tedesca, di adozione francese, Diane Kruger vive negli Stati Uniti, parla quattro lingue, ma prima di tutto è un'attrice esigente e perfezionista che attraversa senza batter ciglio il cinema d'autore, le grandi produzioni hollywoodiane e la serialità televisiva. Versatile e iperattiva (oltre quaranta film in più di dieci anni di carriera), ha la rara capacità di captare immediatamente l'obiettivo della macchina da presa. Cresciuta con il mito della musa Romy Schneider, ai blockbuster alterna il realismo europeo senza perdere mai in credibilità e misura. «Ci sono immagini che restano nella mia mente e mi fanno pensare: è questo ciò che mi aspetto da un film», ha raccontato. È lo stesso che deve aver pensato quando, appena undicenne, ha lasciato il paesino di Algermissen (dov'è nata nel 1976) diretta a Londra alla volta dell'accademia del Royal Ballet con il sogno di diventare una ballerina. Ma non è la danza il suo destino (complice un incidente al ginocchio che mette fine a quell'ambizione) e lo scopre a 15 anni, quando vince il concorso della Elite Model, entrando così nella scuderia della celebre agenzia di modelle che la proietta sulle passerelle di tutto il mondo. Da Armani a Yves Saint Laurent, da Louis Vuitton a Christian Dior, fino a Chanel (che l'ha scelta come testimonial per la linea beauty), Kruger diventa il volto delle maison più importanti. Rimasta affascinata dal cinema di Luc Besson, decide di prendere lezioni di recitazione all'école Fleuron di Parigi: nel 2002 guadagna il suo primo ruolo da protagonista nell'action crime The Piano Player accanto alle due star Christopher Lambert e Dennis Hopper. Nello stesso anno viene diretta da Guillaume Canet, all'epoca suo marito, che la vuole per il suo primo lungometraggio da regista, Mon idole. È l'inizio di un rapporto privilegiato con il cinema francese: con il successivo Autoreverse di Cédric Klapisch ottiene il Premio Chopard come rivelazione femminile al Festival di Cannes. È poi la volta di Joyeux Noël (2005) di Christian Carion, Copying Beethoven (2006) di Agnieszka Holland, Goodbye Bafana (2007) di Bille August, Pour elle (2008) di Fred Canayé, Pieds nus sur les limaces (2010) di Fabienne Berthaud. Intanto, Hollywood si è accorta di lei e nel 2004 Diane incarna la leggendaria Elena di Troia nel kolossal Troy. È protagonista con Nicolas Cage di Il mistero dei Templari e nel 2009 Quentin Tarantino la sceglie per interpretare l'algida attrice Bridget von Hammersmark in Bastardi senza gloria. È stata membro della giuria, presieduta da Costa-Gavras, alla Berlinale 2008 e al Festival di Cannes 2012 in quella presieduta da Nanni Moretti. Torna in Francia per diventare la regina Maria Antonietta in Les Adieux à la reine (2011) di Benoît Jacquot e tra la commedia Un plan parfait, la fantascienza di The Host e il thriller mozzafiato Maryland, conquista il piccolo schermo diventando per due stagioni la detective autistica Sonya Cross nella serie The Bridge. «Il ruolo migliore sarà il prossimo», ama ripetere: a breve la vedremo nei nuovi lavori di Fatih Akin e Thierry Klifa e nel biopic su John Kennedy Toole al fianco di Thomas Mann, Susan Sarandon e Nick Offerman.

JUSTINE TRIET | Famiglia, lavoro, patria: sono questi i temi su cui ruotano le opere di Justine Triet, tra le figure più interessanti del nuovo cinema francese. Le sue sono piccole storie che si agitano dentro la Storia. Nei suoi film cortocircuitano finzione e realtà, pubblico e privato, videoarte e performance. A partire dai primi cortometraggi realizzati subito dopo gli anni all'école Nationale Supérieure des Beaux-arts di Parigi e il diploma in Arti plastiche. Sur Place (2007, menzione speciale al Festival di Brive, inserito nelle collezioni del Centre Pompidou e del Museu Berardo di Lisbona) testimonia la volontà di refictionnaliser le réel. Girato da una finestra durante le proteste studentesche anti CPE a Parigi nel 2006, Sur Place è «una danza di corpi, una scena collettiva dove esplode la violenza». I cittadini diventano attori che si confrontano in uno spazio pubblico, ma è soltanto il conflitto ad emergere. La folla è una massa compatta e uniforme. È proprio il ruolo dell'individuo all'interno di un gruppo, l'ambiguità e la visione stereotipata che i media rilanciano di questi eventi ciò che interessa Triet. Come nei successivi Solférino (2008), realizzato durante le elezioni presidenziali del 2007, e Des Ombres dans la maison (2009), girato in una banlieue di São Paulo seguendo il 15enne Gustavo, la madre alcolista Giselle, l'assistente sociale che li convoca e la Chiesa evangelista che fa da sfondo alla vicenda. Vilaine fille, mauvais garçon (2012), il suo primo cortometraggio di finzione ispirato nel titolo ad una canzone di Serge Gainsbourg, è la storia di Thomas e Lætitia, due trentenni che la solitudine fa incontrare per caso ad una festa. Tra dramma e leggerezza, per loro è l'inizio di una notte "fuori orario" sulla strada della felicità. Il corto vince numerosi premi in vari festival francesi e internazionali, inclusi lo European Film Award alla Berlinale nel 2012 e il Grand Prix sia ad Angers che a Belfort, e viene nominato ai César nel 2012. Justine è pronta per l'esordio nel lungometraggio: La Bataille de Solférino (2013, candidatura ai César per la migliore opera prima, selezione all'ACID di Cannes, Premio del Pubblico al Festival Paris Cinéma, considerato dai Cahiers du cinéma uno dei dieci film più belli dell'anno) vede Lætitia Dosch (Lætitia, come in Vilaine fille, mauvais garçon) nei panni di una giornalista che affronta la giornata delle elezioni vinte da François Hollande in Rue de Solférino, storica sede del Partito socialista francese. Girato in presa diretta tra i sostenitori che aspettano il risultato delle urne, il film si immerge nella realtà di un grande evento nazionale facendo rimbalzare la "guerra" politica con quella famigliare di Lætitia, che per assicurare i servizi alla rete ha lasciato a casa le sue bambine, proprio il giorno in cui il padre separato vuole vederle. Un pezzo illuminante di metatelevisione e metacinema (le persone credevano realmente che la protagonista fosse una giornalista e la telecamera una telecamera televisiva) che fotografa angosce private e pubblici conflitti. Il ritratto è quello di una donna complessa, contesa tra vita professionale e personale, come l'avvocatessa Victoria Spick (Virginie Efira) di Victoria, commedia sofisticata che ha aperto la Semaine de la Critique di Cannes 2016 e divertito la Croisette. Un film cinico e romantico sulla spirale emotiva di una donna che cade, sbaglia e si rialza, e sulle ossessioni della regista: le difficili relazioni tra i sessi, la solitudine, i figli, la giustizia, i soldi, il sesso. Una screwball comedy che conferma la raffinatezza e il talento della sua autrice. 

MIA HANSEN-LOVE | «Potrei definire quello che cerco di raggiungere nei miei film come "chiarezza". È una parola diventata essenziale per me quando ho iniziato a scrivere sceneggiature. Cerco la chiarezza perché è ciò che mi commuove, che mi dà la sensazione di accedere a qualcosa di vitale, alla parte infinita di ogni essere, senza che lo stile si metta di traverso. Malgrado non creda in Dio, per me il cinema non può essere altro che ricerca di luce, è quindi ricerca dell'invisibile». È proprio partendo dalla vita che Mia Hansen-Løve, uno dei nomi emergenti del nuovo cinema transalpino, è arrivata al cinema. Nata a Parigi nel 1981, ha esordito fra gli interpreti di Fin août, début septembre (1998) e di Les Destinées sentimentales (2000) di Olivier Assayas. Dopo aver frequentato il Conservatoire d'Art Dramatique del X arrondissement di Parigi e aver militato per tre anni come critico nei Cahiers du Cinéma, dirige diversi corti, tra cui il pluripremiato Après mûre réflexion (2003) e lo sperimentale Un pur esprit (2004). La componente personale è sempre un riferimento forte: sin dall'esordio Tout est pardonné (2007, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, candidato ai César come miglior opera prima e vincitore del Prix Louis-Delluc du premier film) Hansen-Løve si dimostra incapace di raccontare storie che non abbiano un legame con la propria esperienza. Sentimenti e corpi, famiglie vere e familles du hasard, densità del passato e innocenza del presente. Con rigore emotivo e straordinaria vitalità, esplora in maniera intima (e mai ricattatoria) i suoi personaggi, rendendo perfettamente condivisa l'intimità del proprio universo emozionale. Intensa e spiazzante, la sua regia poggia sull'uso di attori che sembrano presi dalla vita, sul naturalismo en plein air, sulle ellissi e sull'assenza di scene madri. Quando, nel 2009, realizza Le Père de mes enfants (Premio Speciale della Giuria della sezione Un Certain Regard di Cannes), gira un film che «parla del bisogno di ricominciare», un film sull'amore per il cinema perché un omaggio al produttore Humbert Balsan, conosciuto poco prima del suo suicidio nel febbraio del 2005. Balsan aveva visto il suo primo cortometraggio e desiderava produrre Tout est pardonné, prodotto poi da Pelléas. La vita continua, come quella di Camille (Lola Creton) in Un amour de jeunesse (2011, Menzione Speciale della Giuria a Locarno), ultima parte della sua trilogia ideale dedicata al mondo dei sentimenti e al superamento dell'assenza. La passione, la confusione, il tempo che passa, la solitudine, il destino. Frontiera tra arte e vita, realtà e ricostruzione che viene superata con Eden (2014), ispirato alle esperienze del fratello Sven, protagonista della scena house francese. Il romanzo di formazione diventa ricostruzione dell'identità con L'Avenir (2016, Orso d'argento per la miglior regia al 66° Festival di Berlino), che conferma la regista come uno dei maggiori talenti del cinema francese contemporaneo. Se il tempo ci sfugge dalle mani, «i film sono ritratti in movimento che solo il cinema è in grado di fare. Non si tratta solo di immortalare ciò che può essere sensibile, sensuale o semplicemente effimero, ma di cercare di trovare un'apertura verso l'impalpabile, l'infinito».

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