Yuku e il fiore dell'Himalaya è molto più che un'avventura che narra i valori dell'amore verso la propria famiglia, la forza della donna davanti alle avversità e soprattutto la tolleranza alla diversità.
Yuku, una piccola topolina, parte alla ricerca del fiore dell’Himalaya, una pianta magica che può accompagnare la sua amata nonna nell’ultimo viaggio importante della sua vita: la morte. In questa avventura, Yuku incontrerà nuovi amici, affronterà sfide e racconterà il valore dell’amore, della tolleranza e della forza della donna.
In un mondo che ha la necessità di storie positive e che tramandano un valore, il film d’animazione Yuku e il fiore dell’Himalaya di Arnaud Demuynck e Rémi Durin si dimostra la perfetta narrazione da consegnare a un qualsiasi bambino. Non solo un’avventura capace di raccontare di come serva superare le proprie paure, ma che ci narra anche i valori dell’amore verso la propria famiglia, la forza della donna davanti alle avversità e soprattutto la tolleranza alla diversità.
Il film di animazione nasce dall’idea di Arnaud Demuynck e Rémi Durin, i registi di questa piccola opera nata in Belgio. Protagonista della storia, la piccola Yuku. La topina si contraddistingue per il suo amore per la musica, l’ukulele dei suoi avi, la nonna e soprattutto la voglia di conoscere nuove storie e aiutare le altre specie animali in difficoltà.
Yuku è chiamata a un’avventura non prevista, considerato come la sua amata nonna si avvicina alla morte. Per non lasciarla al buio delle cavità della Terra con la “talpa cieca”, e dove riposano gli avi dei topi, decide di lanciarsi alla ricerca del famoso fiore dell’Himalaya, ovvero una pianta che cresce sulla cima più alta del pianeta e riflette la luce assorbita dal Sole. Nel viaggio nell’oltre vita, la topolina è convinta che questo fiore possa accompagnare la propria nonnina nel suo ultimo viaggio.
Il viaggio, fatto d’insidie, pericoli e nuove conoscenze, altro non è che la metafora della vita. Dopotutto, il percorso della nostra quotidianità si dimostra un continuo scontro con le difficoltà, cui la storia ci spiega come vadano accettate e soprattutto vinte, giocando d’intelligenza, gentilezza, spirito di solidarietà e soprattutto motivazione.
Ma in questo lungo viaggio, che parte dalla tana dei topi in un castello e giunge alle cime più alte del mondo, ci sono altre condizioni cui Yuku dovrà far fronte. Tra tutti, la tolleranza alla diversità, con l’altro animale che non sempre rappresenta la figura del “predatore cattivo”, ma si può trasformare in un fedele alleato, certe volte anche un caro amico capace di dispensare preziosi aiuti, consigli e soprattutto motivazioni per non mollare mai.
L’opera è anche un’ode alla musica, capace nel suo piccolo di far apprezzare tutti i suoi stili. Attraverso una canzone, la composizione di una strofa in rima o un assolo di ukulele, la traccia musicale può diventare fonte per instaurare rapporti sociali, portare a parlare specie animali differenti, ritrovare un’armonia dello spirito, superare i periodi bui della propria personalità e, in ultimo, provare a cercare una redenzione.
Sempre in termini molto metaforici, la storia punta a raccontare al bambino di oggi una fiaba che declina i problemi della nostra attuale società. Una storia femminista dove la donna, in quanto tale, è capace di affrontare ogni difficoltà a testa alta, riuscendo anche nella difficile capacità di portare pace lì dove viene chiamata in causa.
La potenza filmica di questa pellicola, di appena 66 minuti, è l’ambizione di raccontare i problemi del nostro tempo a un bimbo, addentrarlo alla complessità del mondo e mostrandogli che, dove c’è la forza di volontà, l’amore e il coraggio, si arriva sempre al tanto desiderato lieto fine. Proprio in virtù di questo potente spirito dietro l’opera, il giudizio può essere solo che positivo, regalando un bel “9” a una storia cui tutti i bimbi avrebbero bisogno di vedere e capire.
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