Recensione Witches of East End 2×10 – The fall of the House of Beauchamp
'The fall of the house of Beauchamp' è un episodio spaccato a metà: da una parte ci sono storyline di dubbia utilità e intrattenimento, dall'altra, invece, veniamo catapultati nel cuore dei nostri personaggi preferiti.
di Erika Pomella / 28.09.2014 Voto: 7/10
Dove eravamo rimasti: Smells like king spirit
Non sono di certi bastati sette giorni a cancellare dalle nostre retine provate l'immagine di Freya e Ingrid che penzolano, senza vita, dall'albero dove Tarkoff le ha impiccate e dove Wendy e Joanna le trovano, mentre il cielo si colora di una freddissima tonalità di grigio antracite che riempie lo schermo, quasi a voler simboleggiare il piombo che Joanna ha avvertito nel suo cuore, vedendo che la maledizione è tornata a colpire. In questo modo si chiudeva l'episodio Smells like king spirit che, al suo interno, aveva anche altre storyline che solo in alcuni casi riuscivano ad essere interessanti. Assistiamo, per prima, alla chiusura della storia di Eva: scopriamo così che era stata maledetta – per poter mantenere la bellezza e la vita eterna – a dover procreare prima che l'ultimo suo figlio morisse. Nonostante il suo matrimonio con Killian, Eva però non riesce a rimanere incinta e, quando sua figlia muore, Eva la segue da vicino, non prima di aver chiesto scusa a suo marito e a Freya. Questa è una delle storyline meno di successo, proprio perchè è stata montata ad hoc puntata dopo puntata, spingendoci ad aspettare un climax che, alla fine, non è mai arrivato. Nel frattempo Frederick e Tarkoff sono sempre alla ricerca di un corpo umano che possa funzionare da veicolo per il Re: la scelta, alla fine, ricade su Tommy, senza che ce ne venga spiegato il motivo. Alla fine, comunque, Frederick colpisce Tarkoff, presumibilmente a morte. Nel frattempo i rapporti tra Dash e Killian non vanno molto bene: dopo aver scoperto che suo fratello ha tentato di ucciderlo, Killian non si mostra affatto desideroso di perdonarlo e tra i due nasce una baruffa.
Cosa vedremo: The Fall of the House of Beauchamp
The Fall of the House of Beauchamp ricomincia esattamente nello stesso punto dove ci eravamo interrotti la settimana scorsa. Nel giardino, Joanna guarda le sue figlie impiccate e piange disperata, dando voce ad un dolore a cui non riesce mai ad abituarsi, nonostante siano secoli che vede la sua discendenza morire. Come madre Joanna è – ed è sempre stata – molto più credibile che come personaggio a se stante. Quando si tratta delle sue figlie – da questo discorso teniamo per il momento fuori Frederick – Joanna dimentica tutte le sue debolezze e i limiti con cui il suo personaggio è costretto a combattere: ingenuità, ottusità, anche un po' di arroganza. Invece, mentre i piedi delle sue bambine sfiorano l'aria che non può più arrivare ai loro polmoni, Joanna, così distrutta e stanca, ci spezza il cuore. E la scena è ancora più straziante se pensiamo che al suo fianco c'è Wendy: la donna, che ha saputo del rapimento e della (probabile) morte del suo innamorato Tommy, schiaccia il suo dolore e lo nasconde in una zona dove, al momento, può tenerlo al sicuro. Perchè al momento non può distrarsi da sua sorella, che lamenta una disperazione senza fine. Tanto che, poco dopo – dopo aver cacciato anche Frederick – Joanna tenta il suicidio. Sfiancata da un'esistenza fatta perennemente di morte, sebbene lei ne sia immune, Joanna fa la scelta più facile e più difficile al tempo stesso. Cercando di togliersi la vita, Joanna cerca un modo per ricongiungersi alle sue figlie (a quanto pare questa versione di Freya e Ingrid era particolarmente riuscita), ma al tempo stesso le deruba della possibilità di rinascere. Per fortuna, però, le Beauchamp possono sempre far affidamento su Wendy che riesce a salvare la sorella per il rotto della cuffia, capendo che Joanna non sarà mai al sicuro finchè non verrà trovato un modo per riportare le ragazze in vita.
Il sacrificio di Wendy
L'abbiamo detto varie volte nel corso di queste recensioni e The fall of the House of Beauchamp non fa che confermarcelo: Witches of East End deve molto del suo fascino, del suo sarcasmo e del suo cuore alla presenza della felina Wendy, di certo il personaggio più riuscito della saga (seguito, da vicino, da quello di Freya). E la stregatta ce lo dimostra anche in questo episodio: vedendo sua sorella sul limite di un burrone dal quale non esiste via di salvezza, Wendy decide di prendere il destino in mano, e fare una scelta. Raggiunge Frederick al solito locale, lo fa tornare sobrio con una pozione magica (dopo che il ragazzo aveva litigato con Killian per via della cattiva influenza che avrebbe su Freya) e gli dice che l'unico modo per far tornare in vita le ragazze, senza conseguenze per nessuno, è permettere al Re di passare il portale e chiedergli di dare il via alla resurrezione. In un primo momento Frederick è confuso, ma la forza d'animo di Wendy è troppo forte perchè qualcuno possa resisterle. Così vediamo la scena più straziante dell'episodio: Wendy davanti al cadavere di Tommy, che gli dichiara il suo amore e gli chiede perdono; vediamo il lato più umano e, insieme, più fragile di Wendy. Vediamo il suo cuore che pulsa, non più nascosto dalla sua naturale armatura fatta di sarcasmo e battutacce. E, in questo modo, Wendy compie il salto di qualità. Diventa un personaggio a tutto tondo, uno di quelli che rimangono nel cuore dello spettatore. Wendy sacrifica se stessa e il suo amore per il bene della sua famiglia e noi sentiamo il nostro cuore che si spezza al ritmo del suo. Alla fine, però, il suo piano funziona e suo padre, dalle lontane terre di Asgard, arriva nel "nostro" mondo, passando per il corpo di Tommy prima di riprendere possesso delle proprie fattezze. Appena arrivato il Re rinchiude Tarkoff promettendogli una punizione per aver osato fare del male alle sue nipoti; subito dopo, nonostante la ritrosia di Joanna, accetta di resuscitare Freya e Ingrid. Scopriamo così che, mentre quest'ultima era rimasta "intrappolata" nella casa, assistendo a tutti gli eventi, Freya invece aveva intrapreso già il suo cammino verso il "paradiso". Nonostante l'atto di gentilezza di suo padre, comunque, Joanna è decisa a non fidarsi di lui. Decide così di utilizzare la porta del tempo (!) per tornare nel passato, ad Asgard, a prendere un misterioso oggetto di cui non sappiamo ancora niente. Wendy e Freya la seguono senza problemi, ma Ingrid decide di rimanere a casa con suo nonno e Frederick, senza altra spiegazione che un'idiozia sempre più crescente che ha fatto finire definitivamente Ingrid nei personaggi più insopportabili di questa stagione.
Killian, Dash e i nuovi personaggi
Lasciate le Beauchamp possiamo concentrarci sul versante dei Gardiner. Dopo la rivelazione da parte di Dash e la conseguente rissa, Killian decide di non uccidere suo fratello e di andarsene per la sua strada. Al solito bar incontra Frederick che, a metà strada tra l'ebbrezza e la rabbia, urla a Killian che Freya è morta e che è tutta colpa sua. Killian, allora, non perde tempo e si reca a casa di Freya, dove gli si apre lo spettacolo della sua innamorata già nel mezzo dei riti di "sepoltura". Il suo cuore, visibilmente, si spezza e la scena in cui abbraccia il corpo senza vita di Freya è così dolce e così struggente che quasi potrebbe spingerci a perdonare il resto della storyline dedicata al ragazzo, che è di una noia paragonabile solo al fastidio che ci suscita quella legata a Dash. Infatti, in preda al furore della perdita, Killian distrugge tutto, compresa una strana statuetta che, dopo essere andata in mille pezzi riappare, intatta, in un altro angolo. Sul fondo, allora, Killian trova un messaggio vargato da Eva, con un indirizzo al quale Killian si reca quasi immediatamente. Qui troviamo la pronipote di Eva – che è uguale a lei – e un indovino che gli chiede di scegliere tra la carta dell'imbroglione e quella dell'imperatore. Killian sceglie quest'ultima, ma le conseguenze di questa scelta non ci sono ancora chiare. Nel frattempo, visto che Ingrid non è momentaneamente raggiungibile, Dash cerca di nuovo l'aiuto del fratello che – grazie al cielo! – ad aiutarlo non ci pensa proprio e, anzi, lo manda via in malo modo. Poco dopo, però, Dash scopre che Ingrid è morta. Ingrid. Quella di cui sembrava non poter fare a meno. Quella che gli stava insegnando ad essere uno stregone. Ingrid, quella di cui si fidava, quella con cui condivideva un passato da bambino triste e responsabile e una struttura cerebrale fuori dal comune. Ingrid, quella con il quale il mondo aveva cominciato a scipparlo come se non ci fosse un domani. Sì. Quella Ingrid lì. Morta. Stecchita. Andata per sempre. Senza una parola, o un addio, o una spiegazione. Semplicemente morta. Una cosa devastante, no? Sì, probabilmente. Eppure invece di correre da lei, di riabbracciarla almeno un'ultima volta – come aveva fatto Killian, per intenderci – Dash cerca di affogare il suo dolore (?) nell'alcol. Solo per finire un attimo dopo a fare le capriole con l'ultima arrivata in città. Ora, per l'amor di Dio, ognuno è libero di palesare e affrontare il proprio lutto come meglio crede. Naturalmente. Eppure nell'atteggiamento di Dash c'è qualcosa di assolutamente sbagliato. E l'idea che noi, umilmente, ci siamo fatti, è che il ragazzo fosse molto più disperato all'idea di non avere più qualcuno di così stupido da aiutarlo e proteggerlo. Quello che avevamo davanti, in altre parole, era un Dash alla deriva, spaventato dalle ripercussioni delle sue azioni più che dispiaciuto dalla perdita della ragazza che avrebbe potuto amare. E, da qui, le capriole con the new girl in town. Ragazza che, lo scopriamo poco dopo, è una detective della omicidi che sta indagando sull'omicidio di cui è responsabile Dash. Di certo non c'è un minuto di pace ad East End.
Cosa ci è piaciuto:
• Il sacrificio di Wendy. E qualsiasi altra cosa faccia Wendy.
• La scena struggente tra Killian e Freya.
Cosa non ci è piaciuto:
- • Se fosse stato per noi, Ingrid, con la sua petulante inutilità, avrebbe potuto continuare ad essere cadavere. E lo diciamo con la morte nel cuore, visto che nella prima stagione era uno dei nostri personaggi preferiti.
• Dash. Speriamo che paghi presto per le sue azioni. Ma che paghi sul serio! Di un semplice buffetto sulla mano, per poi farlo tornare il golden boy di sempre ci facciamo veramente ben poco.
• La storia di Killian al negozio dei tarocchi. Noiosa!