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WandaVision, recensione dei primi episodi della nuova serie su Disney+

Su Disney+ è arrivata 'WandaVision', la miniserie composta in 8 episodi dedicata ai personaggi che Paul Bettany e Elizabeth Olsen hanno già interpretato all'interno del Marvel Cinematic Universe.

Il 2021 si è aperto con l'arrivo, sulla piattaforma Disney+, di una nuova serie ambientata nell'universo Marvel che sicuramente manderà in fibrillazione tutti gli appassionati del Marvel Cinematic Universe, che dopo la conclusione di Avengers: Endgame e Spider-Man Far From Home sono rimasti con lo stomaco vuoto e uno stato costante di attesa per tutte le serie che sono state annunciate e che verranno prodotte da qui al 2023. La prima di queste è WandaVision, che ha debuttato il 15 gennaio e che vede come protagonisti i personaggi di Visione (Paul Bettany) e Scarlett Witch/ Wanda (Elizabeth Olsen) che aprono ufficialmente le danze alla Fase 4 del MCU.

La miniserie, che è composta da 9 episodi e che verrà "trasmessa" settimanalmente con un episodio ogni venerdì, si colloca temporalmente dopo i fatti raccontati in Avengers: Endgame. Tuttavia – e qui risiede la prima scelta geniale di cui la serie è piena – l'ambientazione dei primi episodi è quella degli anni '50 e '60, con un bianco e nero che quasi sembra stonare con i colori accesi a cui il Marvel Cinematic Universe ci ha abituato. Dimenticate le gemme dell'universo che tanto hanno richiesto in quanto a guerre e sacrifici, Wanda e Visione arrivano in un sobborgo americano dalle siepi perfettamente curati e dai vicini che hanno sempre a disposizione una cena gourmet per amici e conoscenti. Il riferimento è sicuramente quello delle sitcom di metà secolo scorso, che hanno il loro apice in prodotti come Lucy e Io.

I due protagonisti sembrano non voler far altro che provare a integrarsi nella realtà del tempo in cui vivono, assumendo le sembianze di una famiglia quanto più normale possibile. Il tono ironico e quasi demenziale che WandaVision mette in scena da una parte sembra voler omaggiare ancora di più il lascito di determinate produzioni televisive che oggi ci sembrebbero quantomeno anacronistiche. Dall'altra, tuttavia, sembra quasi che il tono canzonatorio non sia altro che una maschera, un mantello pieno di scintillante follia dietro il quale si nasconde un qualcosa che aleggia sulla vita dei protagonisti sin dal primo episodio, come promemoria di un mondo dove i colori sono stati divorati da qualcosa di oscuro.

Senza dubbio, comunque, uno dei punti di maggior forza di WandaVision è la chimica con cui si instaura la dinamica tra i due protagonisti. C'è una sorta di complicità amichevole che, anche grazie alla recitazione esageratamente melodrammatica e teatrale di alcune scene, riesce a riempire così tanto lo schermo che lo spettatore non può distogliere lo sguardo, né può allontanarsi da circa trenta minuti di risate e curiosità. L'idea alla base di WandaVision funziona molto bene sia dal punto di vista dell'intrattenimento sia da quello dell'originalità. La maggior parte del pubblico della saga cinematografica del Marvel Cinematic Universe ha conosciuto questo mondo solo attraverso i film sul grande schermo: per questo la sorpresa di questa versione alternativa, di questo "futuro nel passato" non può fare a meno di rappresentare un'ulteriore gemma da scovare e proteggere. È intrattenimento allo stato puro, con una galleria piuttosto vasta di easter egg, riferimenti e indizi che invogliano a continuare la visione, anche attraverso il metodo ormai considerato vintage di aspettare un episodio a settimana. Totalmente promosso.

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