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Vlad, le lame del cuore, la recensione

Arriva in libreria 'Vlad - Le lame del cuore', primo capitolo di una trilogia per immagini che porta la firma di Matteo Strukul e che si concentra sul personaggio di Vlad Tepes III di Valacchia, divenuto famoso con il soprannome di Impalatore

Edito da Feltrinelli Comics, Vlad – Le Lame del cuore è il primo volume di una trilogia graphic novel che porta le firme di Matteo Strukul (Sceneggiatura) e Andrea Mutti (disegni), con colorazione di Vladimir Popov. Sì, perché ogni tavola di questo romanzo per immagini è piena di colore, con una tendenza all'uso del rosso e, più specificatamente del cremisi, che ben si sposa con il personaggio principale intorno cui ruota tutta la vicenda.

Vlad III di Valacchia non è un personaggio facile di cui scrivere; non lo è per il peso folkloristico che è stato aggiunto alla figura già monumentale di Tepes, l'impalatore, Voivoda di Valacchia, militare cresciuto in cattività e tiranno spietato. Un re crudele, con un'idea della giustizia molto serrata, passato alla storia per aver impalato un numero imprecisato di nemici, offrendo i loro corpi dilaniati sulla luce morente del giorno, davanti gli occhi di una Valacchia che staa cercando di riprendersi il proprio posto nel gioco del potere e che imparò subito che con Vlad Tepes non si scherzava. Allo stesso tempo, però, da quando Bram Stoker utilizzò proprio Vlad Draculea per il suo famoso romanzo Dracula, è stato sempre più difficile separare il figlio del drago dal principe delle tenebre, tanto che si tende sempre a riconoscere Vlad come il Dracula di Bram Stoker e poco altro.

Quindi la prima sfida affrontata da Vlad – Le lame del cuore era quella di consegnare di nuovo l'uomo alla sua dimensione mortale, lontano da canini, acque agitate e fanciulle da dissanguare. Una sfida che si è raddoppiata quando non solo si è cercato, appunto, di recuperare il lato storico di Vlad, ma anche quando si è scelto di attraversare la via che passava attraverso la definizione umana del principe valacco. Se Vlad Tepes è passato davvero alla storia come un monarca costantemente sospinto dal suo desiderio di potere, incalzato da una guerra che non lo ha mai veramente abbandonato, la storia di Matteo Strukul punta a mostrare un lato più umano del principe, un lato che lo spinge a comportarsi in determinati modi per amore di una donna che Vlad non ha mai sposato, ma che ha sempre amato.

La sceneggiatura di Matteo Strukul si fa forte di uno stile quasi poetico, sognante, che ben si sposa con l'età storica messa in atto e l'ambientazione transilvana, dove sembra quasi di sentire l'oscurità premere contro il limiti del quadro. L'unico difetto che si può trovare alla storia è forse una frettolosità di fondo, un passaggio repentino da un momento all'altro, da un'azione alla successiva che potrebbe rischiare di confondere il lettore, di spingerlo a perdersi. Ma c'è da dire che questo è anche il volume introduttivo della storia, il primo capitolo, quindi è anche comprensibile che, nell'atto di gettare le basi, le informazioni sembrino troppe e date con troppa superficialità.

La sceneggiatura di Vlad – Le lame del cuore, poi, si sposa alla perfezione con i meravigliosi disegni di Andrea Mutti, che hanno un tratto preciso ma intriso di una tale eleganza che sembra davvero di essere presenti, fisicamente, alla corte di Brasov, sentendo il fruscio degli abiti e i bisbiglii di coloro che sono contrari a Vlad o alla correttezza del suo amore verso la figlia di un "semplice" mercante.

E se è vero il proverbio secondo cui il buongiorno si vede dal mattino, questa trilogia storica punta ad essere davvero un prodotto di qualità che non dovrebbe assolutamente mancare nelle librerie di chi ama l'arte, la storia o, semplicemente, una bella lettura.

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