Vizio di forma
Vizio di forma

Recensione: Vizio di forma


Vizio di forma è il nuovo film dell'osannato autore statunitense Paul Thomas Anderson, il quale lavora di nuovo con Joaquin Phoenix, dopo il successo di The Master. La pellicola è, per il regista, un pò un ritorno alle origini non troppo riuscito.
Voto: 5/10

Paul Thomas Anderson torna al cinema dopo il grande The Master del 2012 che ha ricevuto moltissimi riconoscimenti internazionali quali tre nomination agli Oscar, altrettanti ai Golden Globe, quattro ai Bafta e ben due Coppe Volpi vinte a Venezia come regia per Anderson e interpretazione maschile per la coppia Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Questa volta l'osannato autore statunitense scrive e realizza un film un po' diverso dai suoi ultimi lavori. Vizio di Forma è una commedia, un po' un ritorno alle origini, l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Thomas Pynchon del 2009, dove torna a lavorare per la seconda volta di seguito con Joaquin Phoenix.

Los Angeles, 1970. Larry "Doc" Sportello (Joaquin Phoenix) è un bizzarro investigatore privato, dall'aria hippie e sempre strafatto, il quale riceve la visita della sua ex fidanzata, Shasta (Katherine Waterston), bisognosa di aiuto. La donna ora ha una relazione con un uomo sposato, un miliardario, e vuole aiutarlo evitando che la moglie di quest'ultimo e il suo amante lo internino per prendergli tutti i soldi. Doc accetta di aiutarla ma non sa che tutto ciò lo porterà all'interno di una storia più grande di quello che pensava e ad incontrare una serie di stravaganti personaggi, vivendo situazioni alquanto strambe.

Paul Thomas Anderson è senza dubbio uno degli autori contemporanei statunitensi più importanti e talentuosi. Alcune sue pellicole sono capolavori, la sua tecnica registica è sempre immensa e ha il grande dono di saper sfruttare al meglio la bravura dei suoi attori, che non a caso ricevono sempre molti riconoscimenti. Con Vizio di forma torna un po' alle origini, girando un film corale come Magnolia, sebbene in questo caso ci sia un protagonista che spicca rispetto agli altri e immergendo lo spettatore in strane situazioni vissute da bizzarri personaggi come in Boogie Nights. La storia americana di quegli anni (i complotti politici, le spie russe, le stragi compiute da Manson e la sua banda, la guerra in Vietnam) è profondamente immersa nel film anche se non in modo diretto ma tutto ciò che avviene in qualche modo ne è influenzato. L'amore che Doc ha provato e prova ancora per la bella Shasta è il fil rouge di tutta la storia. Un amore una volta puro e incontaminato, vissuto in piena epoca hippie, tra fumo e libertà, spezzatosi e rovinato dalla nuova epoca dove le droghe più pesanti, il denaro e gli affari la fanno da padrone, ma Doc è rimasto ancorato al decennio precedente e, in tutta la sua ingenuità, non si tira indietro davanti alla donna della sua vita.

Il film Vizio di Forma ha grandi pregi: la bravura dell'intero cast, la regia sempre molto curata e attenta, la ricostruzione scenografica perfetta, che in alcuni momenti sembra portare lo spettatore proprio dentro un film di quegli anni e, come sempre, l'eccellente utilizzo e scelta delle musiche, un classico del cinema di Anderson. Ha momenti riusciti e anche esilaranti, ma nel complesso non funziona appieno.  La colpa non è del tutto sua, nel senso che il regista molto probabilmente trasporta nel miglior modo possibile un romanzo che mette in scena una serie di situazioni e personaggi stravaganti ma che forse non è del tutto adatto al grande schermo. Troppe situazioni, troppi nomi, spesso il filo logico si perde e spesso alcune scene sembrano ripetersi in una storia che forse potrebbe andare avanti all'infinito senza concludersi e lasciando ben poco allo spettatore, se non elementi positivi distribuiti qua e là. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 5 su 10
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