Un tirchio quasi perfetto, la recensione
Fred Cavayé dirige una brillante e spassosa commedia, che risulta decisamente ben riuscita e che è in grado di far divertire molto ma anche, allo stesso tempo, di emozionare.
di redazione / 08.03.2017 Voto: 7/10
François Gautier è un violinista che ha un unico grande difetto: è un inguaribile tirchio. Un giorno la sua vita tranquilla, e meticolosamente organizzata secondo le sue regole di risparmio, viene sconvolta da due avvanimenti: l'arrivo di una giovane ragazza, che si rivela poi essere sua figlia, e la scoperta di un interesse sentimentale da parte di una sua collega, che desidera provare ad uscire con lui. Sarà così l'inizio di una serie di disavventure, nel disperato tentativo di tenere all'oscuro la sua natura di persona tirchia e di non finire per spendere tutti i suoi amati risparmi.
Diretto da Fred Cavayé, Un tirchio quasi perfetto è una brillante commedia francese che riesce, seppur con una trama semplice, a trattare in modo ironico e spassoso la tematica dell'avarizia. Il regista ci porta così ad avere a che fare con François, uomo che ha fatto del risparmio lo scopo della sua vita, portando all'estremo questo suo difetto (e quasi malattia), a cui pare non essere in grado di trovare una soluzione. Ciò ci metterà davanti ad una serie di divertentissime gag, che vedranno il protagonista far fronte a "drammatiche" situazioni al ristorante, quando dovrà pagare il conto di una costosa cena, o rocambolesche fughe per non mettere la quota per un regalo ad un collega che va in pensione, fino ad arrivare ad una scena di grande sofferenza nel dover staccare il primo assegno della sua vita. Tutto questo però, per quanto estremamente divertente, non sarà meramente visto solo dal punto di vista comico, ma la bellezza del film sta proprio nel fatto che ci viene mostrato anche il lato più umano del protagonista. Non mancheranno così talvolta anche scene toccanti ed emozionanti, soprattutto quando l'uomo si ritroverà a dover affrontare il rapporto con la figlia adolescente, ritrovata da poco. La sceneggiatura del film quindi, risulta ben scritta ed equilibrata, e i dialoghi non sono mai banali o scontati ma sempre molto brillanti ed originali.
Per quanto riguarda il cast, tutti i componenti danno prova di grande talento, in particolar modo, oltre che ovviamente il bravissimo protagonista Dany Boon, decisamente azzeccato per la parte, spiccano per bravura Laurence Arné, nei panni della violoncellista Valérie e Noémie Schmidt, che interpreta la giovane figlia Laura. Da menzionare in modo positivo sono inoltre le scenografie che appaiono curate in ogni minimo dettaglio, così come per i costumi, in grado di rispecchiare alla perfezione le diverse personalità dei vari personaggi. Si può dire quindi che Un tirchio quasi perfetto sia un film semplice e nel complesso ben riuscito, in grado di far ridere e di divertire senza però rinunciare a mettere in luce anche gli aspetti più seri e sentimentali della vicende raccontate.