Tomorrowland
Tomorrowland

Tomorrowland, la recensione


'Tomorrowland' è una pellicola con buoni effetti speciali che però ha più di un deficit a livello di script, che rendono la pellicola più adatta ad un pubblico giovane.
Voto: 6/10

L'anno è il 1964 e New York è vestita a festa per l'esposizione universale, dove gli scienziati di tutto il mondo riversano il proprio genio: tra questi c'è un bambino di nome Frank che ha inventato una sorta di "armatura" con lo scopo di far volare l'uomo. Quando però promuove l'invenzione all'addetto Nix (Hugh Laurie), riceve un garbato, sebbene ferreo rifiuto. Tuttavia Frank ha attirato l'attenzione di Atena (Raffey Cassidy), una bambina che gli da una spilla che, di fatto, rappresenta l'accesso a Tomorrowland, una città del futuro dove vengono reclutate le menti più brillanti e, di fatto, più ottimiste. Circa quarant'anni dopo Casey (Britt Robertson) incrocia il destino di Athena che le lascia in consegna una spilla, facendole vedere Tomorrowland, ma spiegandole che quella città ora non esiste più. La invita quindi a prendere contatti con il Frank ormai cresciuto (George Clooney) e ad aiutarlo in un'impresa alquanto ardua: salvare il futuro del mondo.

Tomorrowland è il secondo lungometraggio live action di Brad Bird, dopo Mission Impossible:Protocollo fantasma e, soprattutto, dopo aver essersi realizzato con due capolavori d'animazione come Gli incredibili Ratatouille. D'altra parte il regista ha un rapporto molto forte con la Disney, che lo ha "adottato" dall'età di 14 anni e che, dunque, gli ha affidato il compito di portare Tomorrowland – attrazione del parco a tema Disney – sul grande schermo. Il risultato è un film che sembra una brutta caduta nella carriera del regista. Innanzitutto della città che dà il titolo al film vediamo ben poco: è un guizzo, una pennellata improvvisa di piscine che stravolgono la gravità, di robot dall'aria perfettamente normale e invenzioni tecnologiche all'avanguardia, capaci anche di ridurre al minimo distanze cosmiche, nell'ordine degli anni luce. E' un mondo creato su uno stereotipo visto e rivisto, che non aggiunge niente di nuovo all'immaginario collettivo. Diventa solo uno spunto per raccontare una storia a metà strada tra il racconto di formazione e la fantascienza: ma proprio questa mescolanza sembra stridere, stonare e rendere dunque la visione a tratti noiosa.

Se dal punto di vista visivo non si può dire niente a Tomorrowland, davvero non si può fare a meno di notare i problemi che sono alla base, proprio in fase di sceneggiatura. Non mancano i momenti divertenti – che purtroppo si contano sulle dita di una mano – ma il quadro d'insieme, che punta soprattutto all'ottimismo, finisce con l'essere fin troppo buonista, con un finale in grado di cariare i denti anche all'essere umano più cinico dell'universo. Lo spettatore si trova così schiacciato sotto un intento quasi educativo, come se dovesse necessariamente essere ottimista anche lui, sentendosi ripetere frasi fatte e luoghi comuni che, naturalmente, finiscono con l'appesantire la recensione. Tomorrowland pecca forse di troppa serietà: si prende troppo sul serio e perde l'occasione per essere una commedia piacevole. Detto questo va detto che il film probabilmente piacerà ad un pubblico piuttosto giovane, che in questo film potrà trovare una buona pellicola per il periodo estivo verso il quale ci stiamo dirigendo.

Valutazione di Erika Pomella: 6 su 10
Tomorrowland – Il mondo di domani
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