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The visit, la Recensione

Due ragazzini soli in una casa di campagna con i nonni che nascondono più di un segreto... il ritorno di uno dei maggiori esponenti del brivido, M. Night Shyamalan

L'ex enfant prodige del cinema americano, M. Night Shyamalan, ritorna alle origini con il thriller-horror The visit: è la storia di una madre single (Kathryn Hahn), che da molti anni ha interrotto ogni rapporto con i propri genitori, finché l'anziana coppia non contatta la donna chiedendole di mandare i due nipotini in visita da loro; i due adolescenti (Olivia DeJonge e Ed Oxenbould) si recano allora in Pennsylvania per trascorrere una settimana con i nonni (Deanna Dunagan e Peter McRobbie). Dopo un inizio di vacanza apparentemente idilliaco, fratello e sorella si accorgono però che c'è qualcosa di strano nel comportamento dei nonni, e iniziano a indagare per capire cosa nascondano i loro atteggiamenti inspiegabili…

Si parlava appunto di ritorno alle origini, non solo perché Shyamalan torna a girare nella sua Pennsylvania, ma anche poiché, dopo le mezze delusioni di blockbuster come L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth, il regista di origine indiana firma stavolta un'opera a bassissimo budget, priva di grandi nomi nel cast e che ha conquistato i botteghini americani (tra i produttori figura anche Jason Blum, artefice di alcuni dei franchise horror di maggior successo degli ultimi anni).

The visit è girato con la tecnica del found footage, dato che tutta la storia è narrata attraverso l'occhio della telecamera usata dai due adolescenti per riprendere la loro vacanza, con lo scopo poi di crearne un film-testimonianza. È questa idea che consente al regista di alternare il registro comico a quello più spaventoso, quando il classico buffo filmino delle vacanze si deforma fino a diventare cronaca dell'orrore, e di giocare ironicamente con il linguaggio cinematografico (vedi l'utilizzo della musica).

Il film si appoggia su buone performance da parte di tutti i suoi interpreti, non mancano i momenti di tensione e i colpi di scena, e neanche qualche forzatura, come la sottotrama riguardante il padre dei due adolescenti.

Parte della critica ha salutato The visit come un ritorno in gran forma di quello che un tempo era considerato uno dei maestri del brivido; qui il regista confeziona un film non originalissimo, che si basa su un impianto classico ma sempre di effetto; gli manca quel qualcosa in più per renderlo un'opera d'impatto come fu all'epoca Il sesto senso, ma offre puro intrattenimento, rivolgendosi a un target prevalentemente giovane.

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