The Pills - Sempre Meglio Che Lavorare
The Pills - Sempre Meglio Che Lavorare

Recensione The Pills – Sempre Meglio Che Lavorare


Direttamente dal web arrivano sul grande schermo i The Pills, fenomeno virale che dal 2011 ha collezionato migliaia di views su YouTube.
Voto: 7/10

Direttamente dal web arrivano sul grande schermo i The Pills, fenomeno virale che dal 2011 ha collezionato migliaia di visualizzazioni e iscritti al canale YouTube.

Il film racconta la storia di tre inseparabili amici, Luca, Luigi e Matteo che arrivati sulla soglia dei trent'anni si trovano a dover affrontare un anticipo della famosa crisi di mezza età. Luigi non vuole invecchiare, Luca vorrebbe trovare un lavoro e Matteo deve gestire suo padre che ha deciso di voler tornare giovane e fare ciò che fanno i coetanei del figlio. La loro amicizia era fondata su un giuramento ben preciso: non lavorare mai. Tuttavia gli anni aumentano e con essi anche le responsabilità e rinunciare a mettere la testa a posto causerà parecchi problemi nel loro quieto vivere a base di caffè, sigarette e chiacchiere futili.

The Pills – Sempre meglio che lavorare è l'esordio alla regia di Luca Vecchi, già regista e co-scrittore della web serie omonima e sotto molti aspetti anche il film non si distacca del tutto dal linguaggio caratteristico dei loro sketch. Come ci spiega durante la conferenza stampa, il film è una giusta mescolanza tra lo stile cinematografico e quello del web. Il che ha portato loro ad incontrare parecchie difficoltà ma il cui risultato è stato più che soddisfacente. A riguardo di ciò Matteo ci dice che "Non mi aspettavo un passaggio così importante. Abbiamo imparato molto e ora speriamo di avere un riconoscimento, di trovare la nostra fetta di pubblico". Aggiunge Luigi che "Abbiamo cercato di portare il nostro linguaggio internettiano al cinema. E' venuta fuori una comunicazione curiosa, spero nuova. Comunque il cinema è stato una sfida, qualcosa di molto più faticoso dei video da giare con gli amichetti tuoi".

Il loro approccio al film, così come alla serie, è stato molto onesto e rappresenta di fatto una sorta di autobiografia comune: tre ragazzi neolaureati senza lavoro. Come ci spiega Luigi "Nel 2010 ci siamo davvero ritrovati tutti e tre laureati e senza lavoro. Le uniche possibilità erano occupazioni in ufficio, otto ore per trecento euro. Non ne valeva la pena. Allora ci siamo detti che volevamo almeno tentare di fare quello che ci divertiva. Da qui arriva il sottotitolo "Sempre meglio che lavorare". Per noi la serie è stata una valvola di sfogo: Luca voleva fare il regista, Matteo il rapper, io lo sceneggiatore. Malgrado i primi tempi difficili abbiamo deciso di restare compatti, resistere. Lavorare significava smettere di fare The Pills."

Il film è anche caratterizzato da numerose citazioni che vanno da Fight Club (la scena del rapimento di Luca) fino a Clerks (l'uso del bianco e nero e i dialoghi sono un chiaro esempio). A riguardo prende la parola Luca "Siamo figli degli anni Ottanta e Novanta, cresciuti col televisore a far da babysitter. Siamo onnivori: la commedia all'italiana e quella americana, la stand up comedy, i cartoni Looney Tones, i fratelli Marx." Una caratteristica di questo lungometraggio è infine la vera e propria unione tra i temi hoolywoodiani riportati nella periferia romana. Come mai questa scelta? Ci spiega sempre Luca che "Le ambientazioni periferiche vogliono segnare un distacco rispetto al cinema italiano odierno in cui viene mostrato la precarietà del giovane contemporaneo che però vive in pieno centro. Abbiamo quindi preferito raccontare la cosa nella maniera più veritiera possibile, senza inquadrare la Roma dei grandi loft, che poi mi dovete spiegare dove si trovano i loft a Roma (ride N.d.R.).

Questo primo lungometraggio è senza dubbio un prodotto ben riuscito che rimane coerente con la poetica tipica di questi tre ragazzi senza però far passare il film come una puntata della web serie semplicemente più lunga del normale. Una differenza sostanziale è la tinta maliconinca che il film ha rispetto la serie in quanto dal comico, il genere viene spostato sul tragicomico. Situazioni che strappano una risata ma che alla fine fanno anche riflettere sulla condizione  dei giovani al giorni d'oggi.

Valutazione di redazione: 7 su 10
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