Il regista britannico Ken Loach, noto per le sue opere di denuncia sociale, torna con un nuovo film, 'The Old Oak', che affronta il tema dell'immigrazione. Il film racconta la storia di una comunità siriana che si trasferisce in una cittadina inglese in declino, dove viene accolta con pregiudizio e intolleranza.
The Old Oak di Ken Loach, scena da trailer
Dopo il capolavoro di Sorry We Missed You, Ken Loach torna dietro la macchina da presa per raccontare la narrazione di The Old Oak. Narrata con successo la condizione dei rider sulle strade britanniche, oggi il noto regista si sposta a Durham, per raccontare una storia di immigrazione, speranze e intolleranza etnica. Uno sguardo, nuovamente, a quegli “ultimi” che Loach ha voluto sempre rendere protagonisti delle proprie pellicole.
In The Old Oak, l’arrivo di una comunità siriana, composta prevalentemente da bambini, genera tensioni all’interno della cittadina popolare e in decadenza di Durham. Fin dall’arrivo in autobus, diversi cittadini hanno espresso alle donne siriane come non siano le benvenute in Inghilterra. Ne nascerà una narrazione con queste donne vittime di pregiudizio, offese, dispetti e addirittura cattiverie gratuite.
Come sempre, Ken Loach va nel profondo della questione, osservando la concezione dell’immigrazione all’interno degli Stati britannici e soprattutto in Europa. C’è la paura immotivata del prossimo, spesso dettata da un’ignoranza di fondo e da un allarmismo che nel concreto non ha senso di esistere. Condizioni che spesso degenerano, addirittura, in cattiverie verso i bambini.
Il The Old Oak è il pub storico di Durham, dove passavano le serate i minatori locali prima delle rivoluzioni civili. Battaglie sociali che hanno portato al declino una cittadina, con gli storici cittadini che ne hanno dimenticato gradualmente la storia e vivono i tempi odierni con sofferenza per una crescente multietnica nella zona.
Chi conserva la memoria storica di Durham è TJ Ballantyne, l’oste per l’appunto del pub The Old Oak. Un riferimento per la comunità cittadina, che dentro il locale s’incontra per sorseggiare della buona birra, ma anche per parlare dei problemi della città. Tra questi, l’arrivo della comunità siriana nella contea, che viene vista come una minaccia per tantissimi abitanti.
Se la grande maggioranza vorrebbe mandare via le profughe siriane coi propri figli, solo una piccola parte della cittadinanza prova a essere solidale con le migranti e i bimbi: tra questi troviamo TJ, che nel tempo libero prova a prestare aiuto a queste persone, perché “meritano di essere aiutate in quanto hanno perso tutto nel viaggio verso l’Inghilterra”.
Se Ken Loach critica la politica anti-immigrazionista che si sta percependo nell’Europa contemporanea, un altro colpo lo assesta verso un sistema d’immigrazione sbagliato nel continente europeo. Se la prende con le associazioni umanitarie improvvisate, che portano i profughi in realtà cittadini che neanche conoscono e dove trovano case in affitto a prezzi modici: tutto ciò non calcolando le qualità della vita di quei singoli migranti che andranno lì a vivere, oltre poi a non tenere conto degli equilibri di quelle realtà cittadine.
Loach, come detto, guardando la condizione degli ultimi compie un nuovo capolavoro, parlando del sistema immigrazione sotto un altro punto di vista: una visione coraggiosa, che solo un grande artista sensibile all’attualità poteva mettere su pellicola. The Old Oak è una pellicola per pochi, ma che emana un lavoro eccellente da “10” per l’importante denuncia sociale che si porta sulle spalle.
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