'The Killer' è il nuovo film di David Fincher che fa il suo debutto all'80a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Ecco la nostra recensione
Tra i film più attesi al Lido di Venezia per l’80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia c’è senza dubbio The Killer, il nuovo e attesissimo lungometraggio di David Fincher che torna al thriller dopo l’exploit narrativo ottenuto con il bellissimo Mank. Tratto dal fumetto Il killer, serializzato dal 1998 al 2014 e che porta la firma di Matz ed è illustrato da Luc Jacamon, il nuovo film di Fincher debutterà su Netflix il prossimo 10 novembre, dopo essere uscito in alcune sale cinematografiche a fine ottobre, probabilmente per provare a strappare un biglietto per la prossima stagione dei premi. Stagione che ancora naviga nell’incertezza, dal momento che lo sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood continua a tenere banco e a tenere bloccato (giustamente) il mondo della settima arte.
C’è un uomo in un appartamento che si affaccia sui tetti di Parigi che ogni giorni vengono baciati dalla luce rosa dell’alba. L’appartamento è vuoto, in ristrutturazione, e l’uomo (Michael Fassbender) vive da solo, in silenzio. L’unica compagnia gli è data dalla sua stretta routine fatta di regole da seguire: indossare i guanti, non improvvisare, non essere memorabile, tenersi in forma ed essere sempre pronto. Perché l’uomo non è uno “dei tanti”, non è un uomo comune. si tratta in realtà di un cecchino, un mercenario professionista e di grandissimo talento, che sta solo aspettando di portare a termine l’ennesima missione che gli frutterà un bonifico su uno dei suoi tanti conti. Ma qualcosa nella mente fredda dell’uomo sembra presentare delle crepe e quello che doveva essere un lavoro semplice si trasforma in un fallimento. Dopo aver mancato il bersaglio, il protagonista si mette in fuga per far cancellare le sue tracce. Ma il suo fallimento implica che da qualche parte c’è un cliente insoddisfatto che forse attende vendetta: e quando la vita privata del cecchino viene stravolta e il suo rifugio trasformato in un campo di battaglia, per il protagonista non c’è altro da fare che mettersi sulle tracce di chi ha provato a uccidere lui e le persone a cui tiene. Il mantra è solo uno: non fidarsi di nessuno.
The Killer non è nemmeno lontanamente uno dei migliori film di Fincher: il regista, infatti, ci ha abituato a livelli altissimi, soprattutto quando si trova a confezionare thriller che riflettono sia sulla canonica dicotomia tra bene e male, sia sull’oscurità che ogni essere umano deve affrontare per comprendere fino a che punto è disposto a spingersi quando c’è qualcosa o qualcuno che mette a repentaglio la sua tranquillità. Fatta questa premessa, però, c’è da dire che The Killer è un film che funziona perché funziona ogni suo più piccolo ingranaggio, a partire dal suo protagonista.
Michael Fassbender, negli scorsi anni, ha vissuto un momento di massima esposizione, in cui sembrava che ogni film in produzione volesse la sua partecipazione. Poi l’attore è un po’ uscito dai radar, si è allontanato dall’orizzonte visibile e, pur continuando a lavorare, ha smesso di attirare l’attenzione. Ma se c’era qualcuno che pensava davvero che questo attore algido e statuario fosse finito nel dimenticatoio dovrà presto ricredersi. Con The Killer, Fassebender regala un’interpretazione che si basa quasi letteralmente sulle sue spalle, sul suo sguardo ceruleo e glaciale, che riesce a restituire una freddezza e un distacco che si ritrovano anche nella regia di David Fincher. Dietro la sua macchina da presa il regista opera come il migliore dei chirurghi, con la stessa freddezza con cui il protagonista uccide chiunque si metta sulla sua strada. Fincher non si lascia distrarre da scorciatoie o strade facile: non affonda la lama in una storia d’amore straziante, né si prostituisce al dolore delle vittime. Non gioca sui ricatti emotivi né si convince a raccontare una storia che debba rispondere necessariamente a ogni domanda: il suo percorso è netto, come un taglio di bisturi e l’azione scorre sullo schermo con un ritmo e una tensione che sembrano scanditi dal più proverbiale dei metronomi.
The Killer è un film violento ma non brutale, un film d’azione ma pieno di silenzi e quasi del tutto scevro di grandi esplosioni. Una pellicola che si concentra sul suo demone protagonista, un uomo che sembra non sentire niente, che segue un mantra di comandamenti auto-dettati e che spera che ogni cosa, nella vita, funzioni con lo stesso rigore. Forse il film è davvero troppo freddo, però. Nonostante sia comunque un prodotto d’alto livello, rimane una pellicola a cui sembra mancare un pezzo, come se fosse stato privato di qualcosa, di una scintilla di calore aggiuntiva che avrebbe potuto ammorbidire i confini netti e taglienti di un mondo profondamente oscuro. Rimane, comunque, un titolo da non lasciarsi scappare quando ci sarà la possibilità di vederlo.
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