The Guilty, recensione del thriller con Jake Gyllenhaal
Remake americano dell'omonimo film danese, con Jake Gyllenhaal protagonista assoluto di una lotta contro il tempo in una storia che si svolge quasi esclusivamente per telefono.
di Matilde Capozio / 01.10.2021 Voto: 6/10
Joe Baylor (Jake Gyllenhaal) è un agente della polizia di Los Angeles il quale, per un motivo che all'inizio ancora non conosciamo, è stato temporaneamente declassato e assegnato al centralino; una notte, durante quello che sembrerebbe un normale turno lavorativo davanti a un monitor, Joe risponde alla chiamata di una donna dalla voce spaventata, e inizia a sospettare che sia stata rapita: da lì inizierà una lotta contro il tempo per capire cosa sia successo e mettere in salvo quante più persone possibili.
Debutta in prima visione su Netflix The Guilty, remake dell'omonimo film danese del 2018 diretto da Gustav Moller e interpretato da Jakob Cedergren, di cui lo stesso Gyllenhaal ha acquistato i diritti e riveste il ruolo di produttore, oltre che protagonista.
Questa versione vede dietro la cinepresa uno specialista di crime thriller e film d'azione come Antoine Fuqua (Training day, Attacco al potere) mentre la sceneggiatura è stata adattata da Nic Pizzolatto (True Detective) e mantiene essenzialmente trama e struttura dell'originale, con la storia raccontata in tempo reale o quasi, azione concentrata quasi esclusivamente in una stanza e pochi personaggi, la maggior parte dei quali non compare mai davanti allo schermo, ma interagisce con il protagonista solo per telefono; casualmente, dunque, un film che si trova ad essere perfettamente in linea con i tempi, trattandosi inoltre di una di quelle opere realizzate in piena pandemia, tra misure restrittive e distanziamento che hanno coinvolto in primis la stessa troupe.
Il risultato è un film tutto giocato sulla suspense, il dubbio e l'attesa, in cui a fare da cardine è il personaggio centrale, Joe: la vicenda infatti si svolge durante quella che per lui è la vigilia di una giornata in cui si prenderanno decisioni importanti, e così mentre tra le sue mani scorre il destino di altre persone, si trova anch'egli ad affrontare e rivivere sofferenze e tribolazioni personali.
Naturalmente per chi abbia già visto l'originale danese alcuni colpi di scena non saranno più tali e l'effetto sorpresa complessivo sarà smorzato, ma questo remake a stelle e strisce presenta comunque alcune differenze, soprattutto qualche spiegazione e dettaglio in più, per contestualizzare meglio gli eventi, a partire dall'ambientazione (una California devastata dagli incendi, che rendono ancora più complicata qualsiasi operazione di polizia); inoltre si concentra maggiormente sul dramma emotivo del protagonista cercando così l'empatia dello spettatore, e prova a far scaturire la tensione dal pathos, puntando quindi sull'interpretazione accorata, a tratti melodrammatica, di Gyllenhaal, con la cinepresa che di tanto in tanto va a stringere su alcuni particolari del suo volto.
The Guilty è quindi uno di quei casi in cui un film che è riuscito a superare i confini del mercato europeo grazie alla buona accoglienza diventa oggetto di un rifacimento americano, in particolare con uno di quei ruoli particolarmente appetibili per un attore, che qui è protagonista indiscusso e al centro di ogni scena; è quindi consigliato ai fan di Jake Gyllenhaal e offre, a chi non conosce la storia, qualche brivido di tensione, in cui la suspense del thriller si mescola al lato umano.