Recensione The Giver – Il mondo di Jonas
The Giver - Il mondo di Jonas è tratto dal romanzo per ragazzi The Giver - Il donatore, che tratta di argomenti come l'infanticidio e l'eutanasia, poco comuni ai giovani. Il film però non riesce a trasmettere tutto ciò con la stessa passione e coraggio dell'opera da cui è tratto.
di Giorgia Tropiano / 10.09.2014 Voto: 6/10
The Giver – Il mondo di Jonas è l'adattamento cinematografico di uno dei best-seller per ragazzi più famoso ed apprezzato al mondo. The Giver – Il donatore, scritto da Lois Lowry, è uno dei romanzi più letti e censurati al mondo, ha venduto più di 11 milioni di copie, è stato tradotto in 30 lingue diverse e ha vinto molti premi tra cui il Newbery Medal. Molto apprezzato dalla critica, amato dagli adolescenti e fatto leggere in molte scuole, è ancora oggi vietato e censurato in alcuni posti per come tratta in maniera esplicita temi scabrosi come l'infanticidio e l'eutanasia. La regia del film è stata affidata a Phillip Noyce e il cast è capeggiato da Jeff Bridges, anche produttore della pellicola che da quasi vent'anni cerca di portare sul grande schermo essendo un grande estimatore del romanzo. Con lui recitano Meryl Streep, Katie Holmes, Alexander Skarsgard e, in un piccolo ruolo, la cantante Taylor Swift.
Jonas (Brenton Thwaites) è un adolescente che vive in un futuro distopico, dove non esistono guerre, malattie o differenze di razza ma sono stati abolite anche cose più belle, come l'amore, i sentimenti, le emozioni, i colori, gli animali. Tutto ciò per evitare sofferenza e distruzione, per vivere in una comunità perfetta, nella pace e nella tranquillità. Tutti sono sottoposti a regole e controlli ferrei ma nessuno si ribella perché sono abituati a vivere in quel modo e non hanno alcun ricordo delle cose passate e ormai perdute. C'è solo una persona al mondo che ha il dono di conservare la memoria passata, il Custode delle Memorie dell'Umanità. Quando Jonas viene scelto come sostituto dell'attuale Donatore (Jeff Bridges), la sua vita cambia per sempre.
Dopo la moda dei vampiri, quella dei licantropi e quella delle favole ora, grazie all'enorme successo planetario di Hunger Games, è la volta dei racconti su futuri distopici, ed è sulla scia di questa corrente che Jeff Bridges ha finalmente, dopo anni di attesa, trovato l'opportunità di poter realizzare questo film e di poter portare il romanzo sul grande schermo. La storia non comporta nulla di originale, almeno inizialmente la pellicola ricorda molto l'incipit di Divergent, con l'intera comunità riunita per scegliere quale sarà il futuro dei ragazzi, quale funzione verrà loro assegnata. Ma andando avanti le tematiche messe in ballo sono sicuramente molto più importanti e adulte. Si parla di infanticidio, di omicidio assistito, di repressione, il tutto compiuto con estrema naturalezza e freddezza come se fosse un qualcosa di normale, perché non si ha memoria e consapevolezza di ciò che si compie.
Nonostante la trama che fa riflettere e due mostri sacri come Meryl Streep e Jeff Bridges nel cast, la pellicola non riesce a carburare e lascia la sensazione di un compitino ben svolto ma poco coraggioso (a differenza del libro) e poco incisivo. Non è facile realizzare pellicole di questo tipo senza cadere nella retorica e nel già visto e The Giver non riesce a superare questo limite.