The Amazing Spider Man – la recensione
Recensione del film The Amazing Spider-Man (2012) diretto da Marc Webb e con protagonisti Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Denis Leary, Martin Sheen, Sally Field.
di Giorgia Tropiano / 22.06.2012 Voto: 7/10
Con The Amazing Spider-Man ha inizio una nuova saga su uno dei supereroi Marvel più amati, l'Uomo Ragno. Ma, cosa più importante, tutto ciò avviene dopo l'eredità lasciata dalla trilogia di Sam Raimi che è stata una delle più apprezzate da pubblico e critica tra i film di supereroi, quindi la sfida non è semplice. Nuovo cast, nuovi sceneggiatori, nuovo regista, nuova storia, per questo reboot che torna indietro e porta Peter Parker al liceo, innamorato della biondissima Gwen Stacy. La pellicola è diretta da Marc Webb, alla sua opera seconda, dopo la commedia di successo 500 giorni insieme e la coppia di protagonisti è formata da due talenti emergenti del cinema statunitense: Andrew Garfield (The Social Network) ed Emma Stone (The Help) entrambi già nominati ai Golden Globe nonostante la giovane età.
Peter Parker (Andrew Garfield) è un liceale intelligente ed emarginato, che è cresciuto con gli zii Ben (Martin Sheen) e May (Sally Field) dopo l'abbandono, in circostanze misteriose, da parte dei genitori. A scuola deve vedersela con il bullo del liceo e con la sua prima cotta per la bella e brillante Gwen Stacy. Un giorno il ragazzo trova, nella soffitta di casa, una misteriosa valigetta appartenente al padre dove, al suo interno, sono nascosti documenti misteriosi su esperimenti genetici. Indagando sulla vita dei genitori si imbatte nel Dottor Curt Connors (Rhys Ifans), un tempo amico e socio del padre, ora uno degli scienziati più famosi e in vista degli Stati Uniti. Con un falso nome riesce ad entrare nel suo laboratorio, fino ad arrivare ad una stanza segreta dove si fanno esperimenti sui ragni geneticamente modificati. Qui viene morso da uno di essi e da quel momento la sua vita cambierà per sempre. Da nerd incompreso diventerà un supereroe.
Per molti fans della trilogia di Raimi Spiderman rimarrà per sempre Tobey Maguire e The Amazing Spider-Man sarà criticato e bistrattato. Tutto ciò sarebbe sbagliato, perché questa pellicola non va pensata con in testa l'ombra del precedente, ma come un nuovo inizio, che può piacere o meno, ma comunque è un qualcosa di diverso. Però è anche vero che nonostante possano cambiare stile, storia, personaggi e cattivi, il protagonista è sempre lo stesso e lì può scattare il paragone. Non era quindi facile per Andrew Garfield interpretare un ruolo così complesso già di per sé, che per di più nell'immaginario di tutti è ricordato con il volto di un altro attore. La sfida è stata stravinta: Garfield riesce a mostrare perfettamente il cambiamento che avviene al suo interno dopo la trasformazione, il suo è un Peter Parker tormentato, sofferente, emotivo, vero. Ha conflitti interiori, ha delle remore, non è solo un supereroe, anzi, almeno inizialmente non lo è per niente. È soltanto un adolescente arrabbiato e solitario alle prese con una metamorfosi che gli cambierà la vita, per sempre.
Fatta questa importante disamina sull'interpretazione dell'attore, sul film si può dire che ha una prima parte molto carina e ben riuscita, in cui è evidente la volontà di portare un cambiamento importante all'interno della saga, un pò come ha fatto Nolan con Batman, ma poi nella seconda parte perde quella freschezza che aveva inizialmente e diventa un po' noioso, forse anche a causa della sua eccessiva durata (quasi due ore e venti). Le scene al liceo, quelle con Emma Stone (il feeling tra i due è evidente), quelle della trasformazione e le successive alla ricerca dell'assassino dello zio sono appassionanti e interessanti, poi, dopo l'arrivo del cattivo di turno, quando Peter si rende conto che non è più un semplice adolescente ma ora è un supereroe e deve mettersi a servizio della comunità per sconfiggere la sua nemesi, da lì in poi The Amazing Spider-Man diventa scontato, perde di efficacia e diventa uno dei tanti film con il supereroe che deve salvare il mondo, tutto effetti speciali (fatti comunque molto bene) e poco altro.
Piccola nota: non uscite subito dalla sala perché il film non finisce non i titoli di coda!