La tenerezza, recensione
Nuovo film del regista Gianni Amelio, La tenerezza, è un dramma profondo e toccante che parla di sentimenti, paure, legami, e del rapporto delicato e complesso tra un padre e i propri figli.
di redazione / 26.04.2017 Voto: 8/10
Lorenzo (Renato Carpentieri) è un famoso avvocato, ormai caduto in disgrazia, che vive a Napoli rinchiuso nel suo sontuoso appartamento e nella sua solitudine. Il rapporto con i suoi due figli Saverio (Arturo Muselli) ed Elena (Giovanna Mezzogiorno) è molto difficile e preferisce tenerli a distanza, al contrario, è molto legato al nipote, con cui trascorre parte del suo tempo. Un giorno una giovane coppia si trasferisce nel suo condominio proprio nell'appartamento vicino al suo e l'uomo fa così la conoscenza di Michela (Micaela Ramazzotti) giovane donna estroversa ed affettuosa, di Fabio (Elio Germano), uomo all'apparenza tranquillo e gentile ma dall'animo profondamente tormentato, e dei loro due bambini. Con il trascorrere del tempo Lorenzo si affeziona sempre di più a loro, ma la felicità non è destinata a durare a lungo, poichè una tragedia sconvolgerà per sempre la sua vita.
Tratto dal romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone e diretto da Gianni Amelio, La tenerezza è un intenso e toccante dramma familiare ambientato a Napoli. Lorenzo è un uomo burbero che preferisce la solitudine alla compagnia, e che pare non riuscire più a provare sentimenti, in particolare verso i suoi due figli.
Michela e Fabio sono una giovane coppia all'apparenza felice ma che nasconde un dolore profondo. Elena è una figlia che spera ancora, nonostante tutto, di riuscire a ricucire i rapporti con il padre e di sentirsi di nuovo amata. Tutti questi diversi personaggi, sono accomunati da un unico grande elemento: la tenerezza. Amelio mette al centro della storia quest'ultima, lasciando che essa trapeli dai più piccoli dettagli, nei gesti, nelle situazioni più inaspettate, e nelle persone, sorprendendoci nel mostrarci come si possa trovare e provare soprattutto verso quelle che si conoscono di meno.
Sono i sentimenti e le emozioni, che vengono messe in risalto nella storia, emozioni a volte felici ma molto spesso anche dolorose, e si viene così messi davanti ad una realtà senza filtri, dandoci modo di vedere come possano esistere situazioni familiari che non sono sempre semplici e felici ma possono essere anche molto complesse. La narrazione, che ha un ritmo molto lento, è costituita principalmente da dialoghi, che hanno il pregio, e allo stesso tempo forse anche il difetto, di non essere mai troppo espliciti, e al contrario sono molte le cose non dette, lasciando così allo spettatore il compito di dare una propria personale interpretazione.
La riuscita del film è da attribuire sicuramente alla regia e alla sceneggiatura, scritta in modo eccellente, ma è anche però in gran parte da attribuire all' eccezionale cast, in cui i protagonisti, tra cui spiccano in particolar modo Elio Germano e Micaela Ramazzotti, danno prova di grande bravura e talento nel saper interpretare in modo impeccabile dei personaggi così complessi. In aggiunta a tutto questo, da menzionare positivamente c'è anche la fotografia, le scenografie e la splendida colonna sonora, suggestiva e coinvolgente.