Tall Girl
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Tall Girl, la recensione


Tall Girl è un film che, partendo dal disagio di una ragazza per essere troppo alta, finisce con il parlare dell'importanza dell'accettazione che dobbiamo verso noi stessi
Voto: 7/10

Il monito recita: altezza mezza bellezza.
Nella nostra società siamo abituati a invidiare l'altezza, a sognare di essere più alti, più longilinei. Siamo abituati a pensare che le persone alte abbiano una vita più facile, anche solo grazie alla capacità di arrivare agli scaffali più alti o di riuscire a vedere anche se sono in fondo ad una sala, giusto per citare alcuni degli stereotipi e dei luoghi comuni più diffusi.

Ma se sei una ragazza di sedici anni e sei alta un metro e 86 centimetri forse quell'invidia apparirebbe senz'altro fuori luogo. Perché di certo non si sente invidiata Jodi (Ava Michelle) che ogni giorno a scuola si deve sentir ripetere la battuta del "ehi, che tempo fa lassù?", che è costretta a subire i soprusi della bulla Kimmy (Clara Wilsey) e che teme di non riuscire a trovare l'amore, dal momento che è molto più alta di qualsiasi ragazzo della scuola. C'è da dire che gli spasimanti, a Jodi, non mancano. Di lei è infatti innamorato Jack (Griffin Gluck), suo amico d'infanzia che però è troppo più basso di lei, finendo così con l'essere quasi del tutto invisibile per Jodi. Le cose si complicano quando la madre di Jack ospita in casa propria uno studente svedese, Stieg (Luke Eisner), che entra subito nel radar di Kimmy e di cui si innamora anche Jodi, al punto da essere costretta a chiedere l'aiuto della sorella maggiore e reginetta di bellezza (Sabrina Carpenter) per avere l'occasione di conquistare il ragazzo straniero.

Questa, in breve, è la trama di Tall Girl, pellicola teen-movie appena arrivata su Netflix, che riflette sui problemi che una ragazza può avere al liceo a causa della vecchia colpa di non riuscire a riflettere i canoni di una bellezza decisa da qualcun altro. Se siamo stati sempre abituati a vedere commedie che riflettevano su ragazze sfigate, con gli occhiali, basse e, recentemente, in sovrappeso, stavolta la lente d'indagine si sposta su un altro elemento estetico che non viene trattato molto spesso in questo genere di cinema: l'altezza. E quest'ultima diventa il motore di partenza per il film di Nzingha Stewart, che aveva già diretto alcuni episodi di serie famose come Unreal, Scandal e Grey's Anatomy.

Si parte dunque da una ragazza che non si sente a proprio agio nella propria pelle, confinata in un corpo dentro il quale vorrebbe sparire, con la capacità di non attirare l'attenzione su di sé, sebbene sia pressoché impossibile quando hai un'altezza simile a quella con cui è costretta a rapportarsi Jodi ogni giorno e ogni volta che si guardia allo specchio, nascondendo persino la propria femminilità, come se non la meritasse. A questo punto il film, pur con le dinamiche di una storia d'amore e di una commedia liceale, torna a riflettere su un tema sempre molto attuale e importante: quello dell'accettazione di sé. Perché la vera sfida per Jodi non  è tanto trovare qualcuno che la ami, ma imparare ad amare se stess, ad accettarsi per quella che è, per la bella persona che è, a prescindere da come la possano vedere gli altri. Ed è su questo che il film si concentra.

Ovviamente a livello di trama e di svolgimento di essa non c'è nulla che possa essere definito originale, perché le scelte narrative sono più o meno quelle che ci aspetteremmo da un prodotto di questo genere. Ma nonostante questo, il risultato è un film che intrattiene con l'onestà delle sue intenzioni e che diverte per un'ironia mai esagerata, ma comunque ben calibrata per far nascere il sorriso sulle labbra di chi è seduto in poltrona – quella di casa, in questo caso – a guardare. Il tono leggero di questa storia di innamoramenti e delusioni ne rappresenta forse il suo lato migliore e il motivo per cui noi ci sentiamo di consigliarvi di vedere Tall Girl.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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