La Storia di Olaf, recensione del corto su Disney+
'La storia di Olaf' è il nuovo cortometraggio della Disney dedicato al pupazzo di neve di 'Frozen'. Una pellicola che sceglie una narrazione particolare ed estremamente accattivante
di Erika Pomella / 23.10.2020 Voto: 9/10
Verrà presentato all'Auditorium Parco della Musica di Roma, ad Alice Nella Città – sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma – La Storia di Olaf, cortometraggio diretto da Dan Abraham e Trent Correy dedicato al personaggio più amato del mondo di Frozen, Olaf.
Il film, già disponibile per agli abbonati Disney+, racconta l'origine, la nascita e la formazione di Olaf, in quello che si potrebbe definire un midquel. Lo spettatore, infatti, non si trova davanti ad una pellicola che precede gli eventi narrati in Frozen, né tantomeno un sequel che segue ciò che è stato raccontato in Frozen II – Il segreto di Arendelle.
Once Upon a Snowman – questo il titolo originale dell'opera – si pone nel mezzo del primo capitolo dedicato alla storia di Anna e Elsa. Per essere più precisi il cortometraggio inizia sulle note di All'Alba Sorgerò (Let it go, nella versione originale). Elsa è appena scappata da Arendelle dopo aver dato una dimostrazione involontaria dei suoi poteri e si sta inoltrando sulla Montagna del Nord, con l'inverno che le si chiude addosso come un mantello. E mentre i suoi poteri si liberano dalle costrizioni a cui la ragazza li aveva assoggettati, da un turbinio di neve emerge Olaf. Ed è questo il punto di partenza del corto la cui durata si aggira intorno ai 7 minuti.
E quella dei registi si dimostra una scelta davvero azzeccata: Olaf si muove nella cornice degli eventi che gli spettatori hanno già visto (e amato) nel primo film ambientato nel regno di Arendelle. Dall'incontro tra Anna e Kristoph nel negozio norvegese, all'attacco dei lupi che li costringe a saltare nel vuoto, sino all'incontro con il pupazzo di neve nella foresta ghiacciata. Olaf si muove intorno a tutti questi eventi e in qualche modo ne da una nuova e più divertente contestualizzazione. Mentre egli è alla ricerca della consapevolezza di sé ome individuo, Olaf diventa anche una sorta di motore che fa procedere gli eventi. I fan dei film Disney, dunque, non potranno che apprezzare questa scelta narrativa che lega indissolubilmente i due film, dando ad Olaf un ruolo ancora una volta fondamentale nella vita delle due sorelle che poi si prenderanno cura di lui e del suo sogno di affrontare l'estate e ricevere caldi abbracci.
Nonostante la breve durata del film, La Storia di Olaf è un film che da allo spettatore quello che vuole: non solo lo sorprende dal punto di vista narrativo, ma riesce soprattutto a dargli davvero la sensazione di ricevere un caldo abbraccio, di trovarsi di nuovo in un luogo estremamente familiare che già una volta, in passato, aveva elargito una sensazione di benessere. Sebbene i personaggi principali di Frozen rimangano in qualche modo ai margini del quadro, come parentesi che tengono insieme tutto il resto, si prova davvero la sensazione di essere di nuovo ad Arendelle, alla ricerca di un'Elsa sconvolta dai suoi poteri, con il timore di non poter essere amata da nessuno perché è diversa.
Inoltre Olaf è uno dei personaggi più adatti per essere il protagonista di un cortometraggio di così breve durata: la sua personalità e la simpatia che riesce a far nascere in un battito di ciglia sono gli ingredienti perfetti per un racconto breve dove il pupazzo di neve riesce comunque a combinare guai e a finire in situazioni pericolose ma sempre estremamente divertenti, che mettono in mostra il grande cuore di uno dei personaggi più amati della nuova era Disney.