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Storia d’inverno, la recensione

Storia d'inverno annulla tutte le aspettative positive che si potevano avere sul film e si rivela essere una pellicola debole, retorica e anche, a tratti, noiosa. Pecca maggiore la sceneggiatura: film non riuscito.

Storia d'inverno è il film d'esordio alla regia dello sceneggiatore newyorkese, premio oscar per A Beautiful Mind, Akiva Goldsman, qui in veste anche di produttore e di adattatore dell'omonimo romanzo di Mark Helprin (1983) da cui è tratta la pellicola. La storia si svolge e, di conseguenza, è girata interamente a New York, quella dei primi del Novecento, ricostruita artificialmente e quella odierna, in cui è ambientata l'ultima parte della pellicola. Il cast è senza dubbio di prim'ordine: oltre al protagonista Colin Farrell, troviamo Russell Crowe nel ruolo del cattivo, Will Smith in quello di Lucifero e poi Jessica Brown Findlay (conosciuta per il suo ruolo in Downton Abbey), Jennifer Connelly e William Hurt.

Primi anni del Novecento, New York. Peter Lake (Colin Farrell) è un ladro di professione ricercato dal suo vecchio capo e importante personalità della città Pearly Soames (Russell Crowe). Aiutato da un misterioso cavallo bianco, Peter riesce a fuggire ma non prima di compiere il suo ultimo colpo. Entra furtivamente in una casa che pensa essere vuota ma lì incontra una ragazza, Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), e se innamora immediatamente. Decide così di restare per lei, ma purtroppo Beverly è molto malata ed è destinata a morire. Cento anni dopo, in una New York moderna, un Peter Lake senza memoria capirà finalmente qual è il suo destino.

Una storia d'amore che sconfigge il tempo, un'ambientazione che più bella non si può, un cast eccezionale e uno sceneggiatore premio oscar, con delle premesse del genere, le aspettative possono essere molto alte. Purtroppo, in questo modo, anche la delusione può essere maggiore ed è questo il caso. Storia d'inverno si basa su una storia di fantasia tra demoni, miracoli, spiriti guida e Lucifero in persona, ma non riesce mai ad essere convincente. Sembra tutto forzato, da i dialoghi (spesso così melensi e retorici da risultare fuori luogo), alla recitazione un po' sopra le righe, fino allo sviluppo narrativo che, soprattutto nella seconda parte, diventa alquanto noioso.

Ci sono scene carine e salvabili, la maggior parte delle quali avvengono tra Peter e Beverly. Per il resto c'è poco o niente. Il personaggio di Lucifero, intrepretato da Will Smith, è abbastanza ridicolo e molte scene risultano trash.

Storia d'inverno è un film che può piacere ai più romantici ma che non riesce ad essere credibile neanche in quello.

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