Tre pazienti che credono di essere Gesù Cristo e un medico che tenta con loro un esperimento innovativo, è la storia vera ricostruita nel film di Jon Avnet.
State of Mind (titolo originale Three Christs) si ispira a un esperimento realmente accaduto sul finire degli anni '50 in un ospedale psichiatrico del Michigan, negli Stati Uniti: il dottor Alan Stone (Richard Gere) si trova a contatto con tre uomini (Peter Dinklage, Bradley Whitford, Walton Goggins) affetti da schizofrenia paranoide, ciascuno dei quali è convinto di essere Gesù Cristo. Al posto delle terapie brutali utilizzate in quel periodo, come l'elettroshock, il dottor Stone decide di sperimentare un metodo alternativo, radunando i pazienti in una stanza per delle sedute collettive basate sul dialogo.
Il film, la cui prima presentazione al Festival di Toronto risale addirittura al 2017 e che arriva adesso direttamente in homevideo, si basa sul libro di non-fiction The Three Christs of Ypsilanti di Milton Rokeach, ed è diretto da Jon Avnet, assente dal grande schermo da Sfida senza regole, con la coppia De Niro-Pacino.
Si sono già visti, al cinema, esempi di film che trattavano da vicino il tema dei disturbi mentali e, nello specifico, degli ospedali psichiatrici: a volte il punto di vista adottato è quello dei pazienti stessi, per seguirne i percorsi mentali quasi in prima persona; in questo caso invece ci si concentra maggiormente sull'approccio rivoluzionario tentato dallo psichiatra, sottolineando anche le difficoltà incontrate con i suoi superiori nel portare avanti le sue idee. La trama infatti mostra il coinvolgimento personale del medico nella vicenda trattata, tanto che, come è lui stesso a dichiarare in un momento del film, è anche lui che ha bisogno, per certi versi, di essere "curato"; viene infatti dedicato spazio anche alla sua vita privata, nonostante il ruolo della moglie (interpretata da Julianna Margulies) resti comunque marginale e poteva essere sfruttato meglio.
Per gran parte della sua durata la storia ricorre a diversi tocchi di umorismo e leggerezza, per poi precipitare verso il dramma solo nel finale, con qualche momento di lentezza e ripetitività nel mezzo.
Il cast è composto da attori dalla bravura comprovata ma forse non valorizzati abbastanza, e che non raggiungono la loro migliore interpretazione, andando in parte sopra le righe.
State of mind – Three Christs è quindi un film che parte da un'idea interessante ma che la sceneggiatura non riesce a sfruttare al suo meglio, con uno svolgimento corretto ma che resta un po' freddo e distaccato proprio dove invece avrebbe potuto puntare di più sull'emotività.
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