Stanlio e Ollio, recensione del film di Jon S. Baird
La coppia comica più famosa di tutti i tempi protagonista per la prima volta di un biopic tra divertimento e malinconia, che trova due perfetti interpreti in Steve Coogan e John C. Reilly
di Matilde Capozio / 10.04.2019 Voto: 7/10
Stan Laurel e Oliver Hardy, per noi Stanlio e Ollio, una delle coppie comiche più note e amate di tutti i tempi a livello mondiale, con quella fisionomia inconfondibile e quella comicità molto fisica, giocosa e surreale.
Il film diretto dallo scozzese Jon S. Baird, regista di cinema e tv, è un parziale biopic del duo che non ne ricostruisce per intero la carriera e le (molto travagliate) vite sentimentali, ma si concentra in particolar modo su due momenti: nel 1937 una fallita rinegoziazione dei contratti con lo Studio porta a una temporanea separazione lavorativa della coppia, e al principio di latenti tensioni e rancori.
La trama poi ci porta al 1953, quando Stan e Oliver, la cui fama è in fase di declino, iniziano una tournée teatrale fra Gran Bretagna e Irlanda, mentre attendono i finanziamenti per un loro progetto cinematografico, un adattamento, ovviamente in chiave comica, di Robin Hood.
Il film quindi è incentrato su quella che si rivelerà l’ultima fase della loro carriera, segnata da difficoltà finanziarie, problemi di salute, la preoccupante concorrenza di nuovi comici, e naturalmente il rapporto non solo professionale, ma anche e soprattutto personale, fra Stanlio e Ollio.
La sceneggiatura ce li mostra infatti all’opera come coppia, riproponendo alcuni sketch del loro repertorio (e altri inventati appositamente per il film), ma nello stesso tempo ci porta anche nel backstage delle loro performance, evidenziando le caratteristiche individuali di ciascuno dei due, le affinità e le differenze, che a volte si traducono in una perfetta sintonia, altre portano a recriminazioni e discussioni.
Da non trascurare, poi, l’arrivo delle mogli dei protagonisti, la ballerina Ida e la segretaria Lucille, che diventano quasi una seconda coppia comica (funziona a tratti) speculare a quella composta da Stanlio e Ollio.
Perfetti i due protagonisti, Steve Coogan e John C. Reilly, con un’interpretazione molto accurata che però non scade mai in una semplice imitazione, con l’alchimia necessaria per ritrarre al meglio il rapporto tra i loro personaggi.
Stanlio e Ollio è un film che va a scoprire gli aspetti meno conosciuti dietro a due delle più famose “maschere” dell’industria dell’intrattenimento, ed è quindi anche una riflessione sul concetto di successo, inteso come una combinazione di talento, impegno, circostanze favorevoli.
È un’opera inevitabilmente intrisa di malinconia, in cui non mancano la nostalgia e il sincero affetto per una comicità molto pura e spensierata, e in cui ci si commuove vedendo i protagonisti a cui, anche nei momenti più difficili, brillano gli occhi al pensiero di nuove idee con cui divertire il proprio pubblico.